57. Biennale – Gal Weinstein
Gal Weinstein rappresenta Israele alla 57. Biennale di Venezia col progetto Sun Stand Still.
Comunicato stampa
Sun Stand Still (“Sole fermati”), l’installazione site specific di Gal Weinstein è un’esplorazione del desiderio umano di fermare il tempo. Il progetto, che riflette la fascinazione verso reali e potenziali forme di creazione e distruzione, progresso e devastazione, si pone in maniera critica nei confronti di alcune immagini mitiche e romantiche fondamentali nella memoria collettiva degli israeliani. Il titolo dell’installazione allude al miracolo biblico compiuto da Yehoshua Bin-Nun (Giosuè), capo degli israeliti, ansioso di vincere la battaglia contro i re di Canaan prima del calare del buio. Ordinando al sole di fermare il suo corso, Bin-Nun cercò di interrompere lo scorrere del tempo.
Sun Stand Still occupa i tre livelli del padiglione e il cortile ed è composto da sei opere distinte, che tuttavia creano una narrazione, un possibile scenario post-apocalittico, indicativo degli effetti dell’umana hybris nella storia della civiltà. Il progetto di Weinstein può essere interpretato anche come una melanconica, poetica, allegoria della storia di Israele, ricca di atti miracolosi e momenti d’illuminazione, ma funestata anche da negligenza e distruzione.
La particolarissima scelta dei materiali da parte di Weinstein - paglietta metallica, lana cardata, imbottitura acrilica per cuscini, caffè e muffa – gli consente di attenuare i confini fra processi organici incontrollabili e pratiche controllate, caratteristiche di agricoltura e tecnologia. Concentrandosi sugli aspetti materiali della precarietà, Weinstein indaga le relazioni fra la dimensione simbolica e quella del reale apparire. Considerato nel suo complesso, il progetto esamina l’ingannevole oscillazione fra la realtà e le sue innumerevoli imitazioni.
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Sun Stand Still, a site-specific installation by Gal Weinstein, is an exploration of the human desire to stop time. Reflecting a fascination with actual and potential forms of creation and destruction, progress and devastation, this project critically engages with the mythological and Romantic images embedded in Israel’s collective memory. The installation's title refers to the biblical miracle performed by the ancient Israelite leader Joshua Bin-Nun, who sought to win his battle against the kings of Canaan before darkness fell. By commanding the sun to stop in its course, Bin-Nun attempted to arrest the passage of time.
Extending over the pavilion's three levels and courtyard, Sun Stand Still consists of six individual works, which taken together, they create a narrative that may be read as a post-apocalyptic vision, revealing the cost of human hubris in the enterprise of civilization. Weinstein's project may also be interpreted as a melancholic and poetic allegory of the Israeli story – one composed of miraculous acts and moments of enlightenment as well as neglect and destruction.
Weinstein’s unique choice of materials – metallic wool, unraveled felt, Acrilan pillow stuffing, coffee, and mold – enables him to blur the boundaries between uncontrollable organic processes and the controlled, civilized practices of agriculture and technology. By focusing on material manifestations of temporality, he probes the relations between symbolism and concrete appearances. Taken in its entirety, this project addresses the deceptive oscillation between reality and its countless simulations.