Assurdità Contemporanea
La mostra Assurdità Contemporanea si inserisce all’interno del progetto ideato da Tiziana Musi e Shara Wasserman di mettere in mostra artisti che lavorano in spazi condivisi a Roma.
Comunicato stampa
ASSURDITA CONTEMPORANEA:
Christophe Constantin / Marco De Rosa / Chiara Fantaccione / Roberta Folliero /
Andrea Frosolini / Francesco Palluzzi / Elisa Selli
Curatela di Porter Ducrist
Inaugurazione Martedì 25 settembre 2018 alle ore 19.00
La mostra chiude il venerdì 19 ottobre alle ore 19.00
Gallery of Art
Temple University Rome
Lungo Tevere Arnaldo da Brescia 15
La mostra Assurdità Contemporanea si inserisce all'interno del progetto ideato da Tiziana Musi e Shara Wasserman di mettere in mostra artisti che lavorano in spazi condivisi a Roma Quest'ultimo evento si caratterizza non solo per la novità dello spazio, nello stesso tempo studio e spazio espositivo, ma anche per una progettualità teorica comune a tutti gli artisti pur nelle differenze di linguaggi e tematiche .
Assurdità contemporanea
Se si provasse a rinchiudere sette artisti in una gabbia come dei ratti di laboratorio, per osservare come reagiscono tra di loro e come le loro produzioni si contaminano, si potrebbero percepire delle preoccupazioni comuni. Un’ideologia trasportata da un gruppo d’individui obbligati a confrontarsi e pensare come collettività. Un linguaggio comune che non sovrasta ogni singola produzione, bensì la rafforza, grazie ad un incrocio omogeneo di segni che si mescolano per scrivere un testo intelligibile, integrato nel contesto storico e sociale attuale..
Quest’esperimento è stato realizzato a Spazio In Situ, artist-run space nella periferia romana, un’immensa white cube nella quale lavorano un gruppo di artisti che, durante gli ultimi due anni, hanno proposto un ciclo di mostre personali intitolato “Assurdità Contemporanea”.
Invitandoli, la Temple University, offre al pubblico una visione d’insieme di questo ciclo. Una mostra nella quale lo spettatore si perde nel pensiero complesso di sette artisti che ritraggono il mondo che li circonda. Le due stanze espositive della Temple University Gallery si trasformano in una bacheca sulla quale ognuno di loro offre al pubblico la sua visione della società odierna. Le opere esposte dialogano come gli artisti fanno durante la loro convivenza, “Assurdità contemporanea” porta lo spettatore nello spirito schizofrenico della società contemporanea, nella quale si è persa il confine tra illusione e reale.
Spazio In Situ
In Situ ha inaugurato i suoi spazi in ottobre del 2016 presentando Cosa Sarebbe se?, mostra collettiva che ha visto protagonisti i sei artisti creatori del progetto. Il collettivo In Situ nasce dall'esigenza di unirsi, senza costituirsi come gruppo nel significato storico-critico del termine, per rispondere alla necessità di far fronte, insieme, alla complessità dell'essere artista nella società contemporanea, e di fare della propria individuale ricerca un vero mestiere. Più che un insieme di studi, InSitu è un laboratorio di idee, un luogo in cui la condivisione e il confronto sono occasioni di crescita personale e collettiva. L'ambiente è aperto, nessuna divisione o barriera separa gli studi di ciascun artista. Le opere, libere di vivere lo spazio, comunicano tra loro, si contaminano, e danno vita a connessioni neuronali tipiche di un complesso ipertesto, serbatoio inesauribile di possibilità. In Situ, un organismo in continua trasformazione ed evoluzione, presenta esposizioni come "Assurdità Contemporanee", un ciclo di sei mostre monografiche che si sono susseguite negli ultimi due anni, dove sono stati esposti gli inediti lavori di Marco De Rosa, Roberta Folliero, Andrea Frosolini, Christophe Constantin, Francesco Palluzzi ed Elisa Selli, frutto delle loro più recenti ricerche.
Lo studio per l'allestimento delle mostre si trasforma in un White Cube, un tempo tempio di quel modernismo che elevava nell'iperuranio ogni opera d'arte che ne varcava la soglia, si tramuta qui in un ecosistema creativo e habitat di ibridazioni, in cui oggetti d'uso comune assurgono a protagonisti di un concept che sottolinea l'ingresso del reale all'interno dello spazio-museo, come necessità gnoseologica.