59. Biennale – Padiglione Georgiano
Mi fa pena il giardino è l’opera di due artisti di Tbilisi, Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze, sul presagio della fine che introduce il visitatore nel realismo magico dell’antropocene mediante un’installazione video e un’esperienza VR.
Comunicato stampa
Mi fa pena il giardino
Mi fa pena il giardino è l’opera di due artisti di Tbilisi, Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze, sul presagio della fine che introduce il visitatore nel realismo magico dell’antropocene mediante un’installazione video e un’esperienza VR.
Per gli artisti nati qualche anno prima della disintegrazione dell’URSS, la sensazione della fine è parte intrinseca della memoria e della quotidianità. L’instabilità del Sud globale genera una permanente ma variegata attesa della fine: una fine che non implica necessariamente la scomparsa ma presuppone piuttosto l’inizio di qualcosa di diverso, anche se spesso la drammaturgia degli eventi assomiglia a quella di una realtà distopica o di una fiaba dell’orrore. Un giardino metaforico vuoto che si secca, s’infuoca e muore.
Mi fa pena il giardino fa immergere lo spettatore in un ambiente ipnotizzante, costruito da forme mitopoietiche della narrazione artistica. È un’osservazione sui segni della fine: l’orizzonte è infuocato, la città è svuotata, un cane abbaia incatenato al muro delle parole, un ufficio si sfascia, gli scaffali di un supermercato sono invasi dagli insetti. L’ambiente svuotato sembra un videogame abbandonato, privo di presenza umana. Si vedono solo le orme lasciate da esseri umani, gli errori irrimediabili, le ferite della Terra. La scena centrale dell’esperienza VR è il giardino dei fantasmi, un giardino virtuale che raccoglie le piante estinte a seguito dell’intervento umano. Questa crisi ecologica nella vita reale, rappresentata tramite l’esperienza VR, è un altro segno della fine.
Mi fa pena il giardino è un’opera poetica che restituisce un ambiente traumatizzato, avulso dalla realtà oggettiva. Gli spettatori sono invitati a muoversi tra le sequenze visive interattive e autogenerate di un puzzle non lineare, costituito da luoghi reali e ambienti frammentati, i quali illuminano l’universo scosso dall’operato umano. È un’opera che ci parla, con una nuova lingua surreale, dell’epoca tecnologica, di una fine e di un inizio.
Mariam Natroshvili e Detu Jincharadze sono due artisti che vivono a Tbilisi e lavorano insieme dal 2011. La loro pratica include progetti visivi, multimediali, interdisciplinari e curatoriali e usano strumenti come il linguaggio, le parole, i testi, VR e CGI per focalizzarsi su temi come la scomparsa e l’oblio. Si interrogano sul concetto di memoria personale e collettiva trasformata da eventi socio-politici di rilievo. Hanno partecipato a numerose importanti esposizioni nazionali e internazionali, fra cui “Houston, we have a problem” nell’ambito dell’Artisterium VII, “Buildings are not enough”, la Biennale dell’Architettura di Tbilisi, l’IDFA doclab, ed altri progetti.
Il titolo del progetto pensato per rappresentare il Padiglione Nazionale della Georgia alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia ripropone i famosi versi della poetessa iraniana Forugh Farrokhzad (1934-1967) sul “giardino morente” che descrive, dalla spiccata prospettiva eco-femminista dell’autrice, il rapporto emotivo di una donna con il mondo circostante.
Organizzazione e ringraziamenti
Mi fa pena il giardino è un progetto realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, dello Sport e della Gioventù della Georgia.
Commissario: Magda Guruli, curatrice georgiana d’arte contemporanea, residente a Tbilisi | https://bit.ly/3GrwOdU
Curatori: In-between Conditions, piattaforma curatoriale indipendente fondata nel 2018 Giorgi Spanderashvili, Khatia Tchokhonelidze e Vato Urushadze. La loro attività transdisciplinare combina media art con tecnologie, scienza e altre forme ibride della cultura contemporanea | www.inbetween.media
Partner locale: Nuova Icona, associazione culturale senza scopo di lucro fondata a Venezia nel 1993. L’associazione si dedica alla promozione e al supporto di progetti di arti visive contemporanee | https://nuovaicona.org/it
Partner attivo: Spazio Punch, associazione veneziana senza scopo di lucro fondata nel 2011, con sede sull’isola della Giudecca, specializzata nella realizzazione di eventi culturali, mostre ed incontri | https://www.spaziopunch.com/
Consulenza scientifica: Rafaël Govaerts, consulente in paleobotanica, Royal Botanic Gardens, Kew.
Programma collaterale a Tbilisi: in collaborazione con il Padiglione Nazionale della Georgia, per tutta la durata della Biennale Arte 2022 a Tbilisi si svolgeranno le attività artistiche quali presentazioni, workshop, talk e proiezioni video, con l’obiettivo di mettere in contatto gli autori, ricercatori e artisti georgiani e internazionali.
Programma di residenza culturale: per la durata di sette mesi, l’esposizione ospiterà a turno giovani professionisti provenienti dalla Georgia che, avranno opportunità di maturarci un’esperienza professionale e artistica.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 23 aprile al 27 novembre 2022.
Inaugurazione: 22 aprile, 17.00 - 22.00
Relatore ospite per il discorso inaugurale: Federico Campagna, filosofo italiano residente a Londra.
Giorni e orari di apertura:
Pre-apertura: Dal 20 al 22 aprile, 11.00-20.00
23 aprile-25 settembre, 11.30-19.30 | 26 settembre-27 novembre, 10.30-18.30 | Chiuso il martedì.
Sede: Spazio Punch, Fondamenta S. Biagio, 800/O, Giudecca, 30133 Venezia
Fermata Actv: Giudecca Palanca, Linea 2
Sito web: ipitythegarden.com