60. Biennale – Padiglione Azerbaigian

Informazioni Evento

Luogo
ARSENALE
Campo Della Tana (Castello) , Venezia, Italia
Date
Dal al
Vernissage
18/04/2024

ore 12

Curatori
Luca Beatrice, Amina Melikova
Uffici stampa
PAOLA C. MANFREDI STUDIO
Generi
arte contemporanea, collettiva
Loading…

Il Padiglione dell’Azerbaigian presenta, in occasione della sua partecipazione alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, From Caspian to Pink Planet: I Am Here, realizzato dalla Fondazione Heydar Aliyev.

Comunicato stampa

Il Padiglione dell’Azerbaigian presenta, in occasione della sua partecipazione alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, From Caspian to Pink Planet: I Am Here, realizzato dalla Fondazione Heydar Aliyev e aperto al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024.

L’esposizione, a cura di Luca Beatrice e Amina Melikova, trae ispirazione dal tema proposto da Adriano Pedrosa, direttore della 60. Esposizione Internazionale d’Arte- La Biennale di Venezia, per esplorare i diversi significati dell’espressione “Stranieri ovunque/Foreigners anywhere”, interpretati da tre artisti: Vusala Agharaziyeva, Rashad Alakbarov e Irina Eldarova.

La mostra From Caspian to Pink Planet: I Am Here presenta una risposta unica a “Stranieri Ovunque/Foreigners Everywhere”. Il suo ottimismo risiede nella tesi che una persona può essere presente ovunque - fisicamente e/o mentalmente. Anche come straniero, il potere dell'immaginazione e dell'empatia permette di dominare (o di stabilirsi) in un ambiente sconosciuto e di mettervi radici.

Le opere esposte esplorano metaforicamente i legami profondi e resistenti tra gli individui e i loro ambienti. Ciascuna opera, insieme alla varietà di media utilizzati per trasmetterne i concetti artistici, è direttamente collegata al tema generale della Biennale ed è allo stesso tempo una vivida illustrazione dei tratti distintivi della società dell'Azerbaigian.

Spiega Luca Beatrice, co-curatore del Padiglione: “È bastata una veloce visita a Baku per capire l’effervescenza culturale e artistica di questo antico Paese, dove l’architettura contemporanea dialoga con la storia, la tecnologia e l’industria compiono rapidissime accelerazioni e l’arte diventa lo specchio più fedele di questo atteggiamento proiettato verso il futuro”. La mostra ha un titolo intrigante: From Caspian To Pink Planet: I Am Here - un compendio dei titoli delle opere presentate dai tre artisti. C’è il mare locale che si rifornisce di petrolio, una visione filosofica del pianeta, Hollywood, come l'Oriente che incontra l'Occidente, ma, in risposta a Foreigners Everywhere, sopraggiunge l'affermazione definitiva I Am Here.

Spiega Amina Melikova, co-curatrice del Padiglione: "I tre artisti rappresentati quest'anno nel Padiglione dell'Azerbaigian appartengono a generazioni diverse e utilizzano mezzi espressivi e tecniche differenti.  Tuttavia, le loro opere selezionate per l'esposizione alla Biennale toccano, in un modo o nell'altro, situazioni che intrecciano realtà e fantasia in cui un individuo deve superare l'alienazione e raggiungere un senso di appartenenza all'interno dello spazio osservato/immaginato".

Inserendosi nel solco tracciato dai curatori, gli artisti hanno ideato e proposto una selezione di opere concepite per invitare il pubblico ad addentrarsi in una delle tematiche culturali e sociali più urgenti del nostro tempo.

Il progetto di Vusala Agharaziyeva, Pink Planet,  immagina uno scenario fantascientifico, facendo riferimento alle illustrazioni apparse nelle opere di letteratura futuristica degli anni Cinquanta e Sessanta. Interpretati attraverso una varietà di media, tra cui la pittura, la scultura e le installazioni digitali, i viaggi che hanno plasmato il suo background sono una costante nella narrazione dell'artista, che fa eco alla sensazione di sentirsi estranei alla propria esistenza, qui intravista nell'atto di sbarcare in surreali paesaggi extraterrestri intrisi di vivaci sfumature di rosa.

Rashad Alakbarov  espone nel padiglione un'opera di grandi dimensioni, l'installazione I Am Here. Tra le pareti bianche asettiche di una moderna città labirintica, l'artista ricrea l'atmosfera opprimente delle traiettorie anguste e predeterminate del nostro movimento nello spazio vitale, movimento scandito dal ritmo delle strutture in cui siamo costretti a inserirci. Tuttavia, c'è una via d'uscita: il punto è trovare l'angolo da cui l'imperativo è visibile nello specchio (nel senso diretto e figurato della parola) - Io sono qui.

Irina Eldarova  afferma che le donne sono fondamentalmente straniere. Si sposano, si trasferiscono dalla casa dei genitori, a volte persino dal loro Paese.
Questa serie racconta l'incontro e l'amore non realistico e fittizio tra due eroi mitizzati dai mass media negli anni '60 e '70 - un tipico lavoratore maschile dei giacimenti petroliferi offshore del Mar Caspio e l'idolo di Hollywood Marilyn Monroe. L'apparizione di uno straniero nella scenografia di una quotidianità industriale già romanzata crea un intrigo semantico particolare.
In questa storia, lo scenario più improbabile è quello dell'incontro tra un simbolo pop e un comune petroliere di Baku. L'effimero femminile e il duro lavoro brutale. Due stranieri provenienti da due mondi lontani. Una combinazione di due miti, audaci nel concetto e nella realizzazione - i luminosi ideali del comunismo e il sogno americano - l'aria di irrealtà, come la vive chi si trova in un ambiente sconosciuto. Qui solo la gentilezza e l'attenzione danno la forza di diventare se stessi in un luogo nuovo che un giorno diventa casa.

GLI ARTISTI

Vusala Agharaziyeva (Baku, 1990)
Vusala ha conseguito il master in Arti Decorative e Applicate presso l'Accademia di Stato dell'Azerbaigian nel 2014. Dal 2017 è stata la forza creativa dietro a molteplici progetti di arte murale tridimensionale in varie località di Baku, come a Icherisheher (la città vecchia), nelle vie centrali di Baku, nelle regioni dell'Azerbaigian e a Istanbul.
Pur ottenendo riconoscimenti per i suoi murales, le sue opere scultoree e i suoi video concettuali, e spingendosi anche nella grafica e nel design di prodotto, la pittura rimane al centro dell'attività creativa di Vusala. Contribuisce inoltre attivamente a iniziative di beneficenza, lavorando come educatrice con gli adolescenti, compresi quelli con abilità fisiche limitate o provenienti da famiglie svantaggiate e rifugi. Attualmente è impegnata a promuovere lo sviluppo culturale regionale creando uno spazio e una piattaforma per i creativi in una delle regioni dell'Azerbaigian.

Rashad Alakbarov (Baku, 1979)
Il famoso artista contemporaneo Rashad Alakbarov ha ottenuto riconoscimenti internazionali per le sue accattivanti installazioni di luce e ombra, celebri per il loro design intricato e l'approccio fantasioso. Le sue opere incorporano materiali meno convenzionali come oggetti trovati, bottiglie di plastica, acciaio saldato e scritte in plexiglass. Questi materiali sono abilmente disposti per creare immagini o messaggi che appaiono quando l'illuminazione proietta l'opera d'arte sulle pareti circostanti. Per Rashad, l'arte è una piattaforma per affrontare temi come il consumismo, il sensazionalismo, il cambiamento climatico e altre preoccupazioni globali.
Dopo aver completato la sua formazione presso la Facoltà di Arti Decorative dell'Accademia di Stato dell'Azerbaigian, Rashad si è cimentato in diverse forme artistiche: pittura, scultura e videoarte, ma le sue installazioni incarnano tutto l'impatto del suo lavoro. La sua formazione artistica si riflette veramente(!) nella manipolazione creativa dello spazio, del volume e delle proporzioni, sempre in modo giocoso.

Irina Eldarova (Mosca, 1955)
Artista onorata dell'Azerbaigian, illustratrice e designer, è nata a Mosca e si è formata all'Accademia delle Arti di San Pietroburgo e all'Istituto Statale d'Arte di Mosca. Con le loro immagini vivaci, i suoi dipinti rappresentano un contributo distinto all'arte moderna dell'Azerbaigian. I dipinti di Irina, dinamicamente figurativi, affascinano con i loro colori vibranti e spesso incorporano un sottile umorismo. L'artista trasmette allo spettatore le sue associazioni immaginative e le sue narrazioni con una varietà di mezzi. La sua narrazione unica esplora i temi del bene e del male, dei sogni, delle complessità e degli intrighi della vita. Pur essendo ricca di realismo, c'è ancora spazio per riflessioni intricate e intrecciate sulla vita. Oltre ai suoi dipinti, ha anche progettato ampi rilievi in marmo per la stazione della metropolitana Halglar Dostlugu di Baku. Irina Eldarova ha esposto le sue opere in più di venti mostre personali, in Azerbaigian e all'estero.

I CURATORI

Luca Beatrice (Torino, 1961)
Laureato a Torino in Storia del cinema alla Facoltà di lettere all’Università di Torino, è curatore e critico d’arte contemporanea.
Ha scritto sulle riviste d’arte Tema Celeste, Arte e Flash Art. Viene nominato curatore della Biennale di Praga (2003- 2005) e commissario alla sezione Anteprima della XIV Quadriennale di Roma (2004). Nel 2009 è stato scelto come curatore del Padiglione Italia alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Dal 2010 al 2018 è stato presidente del Circolo dei lettori di Torino. E’ componente del Nucleo di valutazione per la Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Il 7 febbraio 2024 è stato nominato Presidente della Quadriennale di Roma.
Tra le mostre più recenti, l’antologica di Andy Warhol al Palazzo Ducale di Genova (2016) e di Edward Hopper a Palazzo Fava, Bologna, e Vittoriano, Roma (2015-2016), le collettive Jackson Pollock e la Scuola di New York, Palazzo Reale, Milano e Vittoriano, Roma 2018, Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte, Reggia di Venaria 2018, Warhol and friends, Palazzo Albergati, Bologna 2018, Diabolik alla Mole, Museo del cinema, Torino 2021, Carlo Levi, GAM Torino 2022, Giacomo Soffiantino, Fondazione Ferrero, Alba 2022, Alberto Moravia e  la critica d’arte, GAM, Torino marzo 2023, Marco Tamburro, MAXXI, Roma 2023
Per Gallerie d’Italia. Intesa Sanpaolo ha curato al Palazzo Zevallos di Napoli le mostre dedicate a New York, Londra, Berlino e Los Angeles, e la rassegna Futuro presso il Palazzo Leoni Montanari di Vicenza (2020).
Ha pubblicato numerosi saggi di critica d’arte e musicale: Da che arte stai?, Pop, Sex e Nati sotto il Biscione per Rizzoli; le biografie di Renato Zero e Lucio Dalla per Baldini & Castoldi, Canzoni d’amore per Mondadori, Arte e libertà? per Giubilei Regnani. Nel febbraio 2021 è uscito il saggio Da che arte stai? Dieci lezioni sul contemporaneo (Rizzoli), nel settembre 2023 esce Le vite. Racconto provinciale dell’arte italiana (Marsilio).

Amina Melikova (Baku, 1977)
Amina Melikova è direttrice del dipartimento Mostre ed Eventi del Centro Heydar Aliyev a Baku.
Si è specializzata presso l’Università di Baku e ha oltre vent’anni di esperienza nel settore museale. È stata a capo del Dipartimento Sviluppo e Relazioni Internazionali del Museum Center of the Ministry of Culture and Tourism della Repubblica dell’Azerbaigian dal 1999 al 2009; ha diretto le relazioni internazionali del National Museum of Art di Baku dal 2009 al 2018; ha diretto il Icherisheher History Museum di Baku dal 2018 al 2023.
Tra i riconoscimenti che ha conseguito figura il titolo di Honored Culture Worker of Azerbaijan (2017) ed è membro della Artists’ Union of the Republic of Azerbaijan dal 2011.
Tra le pubblicazioni che ha curato figurano Gurama, Art of patchwork nel 2022, Kelagayi Art nel 2018, Shirvanshakhs’ heritage in the World’s Museums nel 2018, Oil and Art nel 2013, Azerbaijan Oil nel 2010, Nobels and Baku Oil nel 2009.