Augusto Daolio – Il respiro della natura
Se tutti conoscono Augusto Daolio come il fondatore e la voce dei Nomadi, non tutti sanno che è stato anche un eccellente pittore e disegnatore di radice surrealista. A trent’anni dalla sua scomparsa, Ferrara gli dedica l’antologica Augusto Daolio. Il respiro della natura.
Comunicato stampa
«La musica la coltivo come mezzo sociale per comunicare con gli altri:
ansie, rabbia, amore, idee e progetti.
La pittura per scavare dentro me, per interrogarmi,
per lo stupore, la meraviglia e il segreto»
Augusto Daolio
Fondatore e voce dei Nomadi, Augusto Daolio (Novellara 1947 – 1992) è stato anche un
eccellente pittore e disegnatore di radice surrealista. A trent’anni dalla sua scomparsa,
Ferrara gli dedica l’antologica intitolata Augusto Daolio. Il respiro della natura, alla
Palazzina Marfisa d’Este, dal 18 giugno all’11 settembre 2022.
Curata da Pietro Di Natale, la mostra è organizzata dal Comune di Ferrara-Servizio Musei
d’Arte e dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con l’Associazione “Augusto per
la vita” e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
«Ho sempre ascoltato molto – diceva Daolio – guardato, osservato, e mi sono sempre
lasciato sedurre dalla natura, sentendomi parte di essa. Fisicamente, voglio dire. Ho
provato stordimenti e capacità visionarie. Mi sono abbandonato agli odori della terra,
dell’erba, della corteccia degli alberi. La mia piccola natura sente tutto lo sconvolgimento
di un temporale di primavera».
L’urgenza di raccontare questa “condizione” e l’interesse, emerso in tenera età, per il
disegno lo hanno portato a concepire, nella sua breve ma luminosa vita, le opere esposte
a Ferrara, una significativa selezione di 56 lavori, tra olii e chine colorate, realizzati tra il
1973 e il 1992.
La principale fonte d’indagine e d’ispirazione è la natura, intesa come insieme di tutte le
cose che nascono, vivono e si trasformano, uomo compreso, «non sempre visibile» nei
suoi «spaesati» paesaggi, «ma che», sottolineava, «sa mescolarsi alle cose, scambia i
ruoli, diventa cavallo e albero».
Daolio illustra un mondo onirico, magico, fortemente evocativo e simbolico, nel quale si
coglie una personale riflessione sul rapporto e la continuità tra uomo e natura, sulle
connessioni e le affinità tra gli esseri viventi e inanimati, e sulla stupefacente, travolgente,
e ineffabile, bellezza del creato. Realtà e fantasia si fondono in immagini accuratamente
delineate con le quali l’artista di Novellara indaga ciò che chiamava «il piccolo grande
mistero delle cose, degli oggetti e dei sentimenti [...] del tempo di sempre».