8×3
8×3 – La mostra che inaugura il nuovo ciclo di eventi presso martinArte è caratterizzata dalle opere degli artisti della galleria, dove ognuno presenta tre elaborati, che ci parlano dei vari momenti della ricerca individuale.
Comunicato stampa
8x3 - La mostra che inaugura il nuovo ciclo di eventi presso martinArte è caratterizzata dalle opere degli artisti della galleria, dove ognuno presenta tre elaborati, che ci parlano dei vari momenti della ricerca individuale. Sono rappresentate la pittura, la scultura, l’installazione, la grafica e la calcografia. Le opere sono state collocate in modo da sottolineare il nucleo dell'essenza di ogni artista e far “dialogare” le immagini tra di loro.
Si va dalle opere di Sergio Vasco realizzate con plexiglass modellato e traforato, dove l’immagine viene deformata seguendo l’andamento sinuoso del materiale, alle opere di Michelangelo Cambursano, in cui i personaggi sono quasi sospesi e solitari nelle spiagge realizzate ad olio su tela. Con Fernando Montà l’opera raggiunge una sua essenza con soggetti ricavati su tavola ad acrilico, incisi e forati con sgorbie, posti su un fondo di plexiglass specchiato. In Mauro Lisardi l’indagine dei soggetti si realizza attraverso la xilografia, raggiungendo esiti poetici; con Claudio Vindigni è invece l’assemblaggio di diversi oggetti e materiali a comporre l’installazione che si appropria dello spazio circostante. In Mariella Bogliacino è la materia ottenuta con un impasto di tecniche miste e colore acrilico a connotare i soggetti delle sue opere quali i Delfini, i Vulcani e Simboli. Martina Barrottu indaga con la pittura ed inserisce oggetti per rendere più viva e penetrante la sua spiaggia, mentre Paola Barbarossa esamina un’opera di Klimt e ne trae spunto per una riflessione critica e cromatica, rendendo un’immagine personale e di grande impatto.
martinArte settembre 2014
Paola Barbarossa:
Una formazione in studi umanistici accresce il suo amore per la letteratura, il cinema, il teatro, la musica e l’arte e, di conseguenza, per tutto ciò che è immagine, statica o in movimento… La curiosità e l’attitudine alla manualità la portano a sperimentare nel mondo dell’arte le varie tecniche, a giocare con tutti i materiali a sua disposizione, a creare commistioni di ogni genere, alla ricerca del materiale adatto per soddisfare il bisogno di trasporre in concreto una idea. In pittura ama ripercorrere il gesto dei grandi maestri, per carpirne il segno, il significato, il segreto, o fissare su tela immagini della realtà in una staticità e poeticità ispirata alla fotografia. Ora continua a sperimentare condividendo i suoi interessi con i suoi insegnanti ed i suoi allievi…
Martina Barrottu:
Talento naturale restio all’esporsi, per molti anni affina l’arte pittorica su copie d’artista che le servono da palestra per mettere alla prova le sue capacità tecniche, ma attraverso le quali traspare comunque un segno caratteriale non compresso neanche nell’obbligo della riproduzione di opere altrui.
La sua è una pittura nitida, pulita, che poi magicamente si dissolve in compenetrazioni cromatiche di indubbio gusto estetico ed armonico. Approda infine ad una ricerca personale sul monocromatico e sullo studio del “positivo-negativo” con alcune opere ispirate alla natura, agli insetti e a dettagli di oggetti. In occasione di altri eventi ha presentato invece opere che si distanziano da questo filone: riproduzioni di fumetti, che su tela conquistano un calore atipico rispetto alle strisce degli album d’epoca. Vive e lavora a Torino, facendosi ispirare però dalla sua terra d’origine, la Sardegna, dalla quale sta traendo nuovi spunti d’indagine artistica. ( Paola Barbarossa )
Mariella Bogliacino:
L’opera pittorica di Mariella Bogliacino nella trattazione dei vari temi - dalla figura al simbolo ed all’elemento naturale - è estremamente materica e gestuale, quasi sulla tela s’imprimessero le incrostazioni saline del mare o le lingue di fuoco della terra, a trattenere un divenire, una ciclicità temporale, alluso dal tema stesso dell’acqua e che è ben presente in quella cultura ellenistica, in cui la mitologia marina aveva un ruolo di rilievo. Il delfino, in particolare, sembra rappresentare per l’artista l’emblema d’una intelligenza che fonde in sé natura e cultura, sapienza e ilarità, profondità e leggerezza, come d’altro canto era per il fuoco secondo Eraclito. Elementi questi, che nella pittura di Mariella Bogliacino divengono anche cifre dello stile, concorrendo a degli esiti di grande efficacia. Vive e lavora a Torino.
Michelangelo Cambursano:
E’ stato docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale “Renato Cottini” di Torino. La sua ricerca inizia negli anni settanta con temi legati allo studio della figura e ad angoli di spiaggia dove emerge la solitudine nelle bagnanti solitarie e nelle spiagge geometriche. L’ultima ricerca tratta la rappresentazione di caffè storici. Di questa fase pittorica, quasi iperrealistica dell’artista, Beppi Zancan scrive: “Cambursano dipinge i caffè storici di svariate città, ma sempre individuabili e riconoscibili; l’atmosfera è quella rarefatta di tempi meno inquinati da onde sonore e chimiche, i personaggi, invece, sono spesso quelli di oggi. E’ come se l’artista tentasse di far rivivere oggi quel tempo trascorso: un’operazione poetica che carica di nostalgia struggente e straniante metafisica i suoi dipinti… E’ un pittore la cui tecnica è stata affinata dall’attività di restauratore e quindi le sue opere sono anche da gustare nella bellezza della materia pittorica. Vive e lavora a Torino
Mauro Lisardi:
E’ Pittore ed Incisore.
“Sulle lunghe spiagge c’è un uomo, chino, impegnato a cercare e ricercare tutto ciò che il mare lavora e che lascia tra i granelli di sabbia; pietre cesellate dal continuo movimento delle onde, conchiglie di ogni forma e dimensione, legni lavorati. Rialzatosi, si ferma ad osservare l’immensità delle acque: il loro continuo movimento, il fruscio delle onde quando finiscono la loro corsa a riva, il frastuono che provoca l’urto dell’acqua contro gli scogli.
E così, come il mare, anche i fiumi, i torrenti e i ruscelli; un continuo e incessante movimento di un qualcosa che scorre ininterrottamente, che viene e che và.
Egli vuole catturare questo movimento, la brezza e la loro freschezza, vuole fissare nel dipinto i repentini mutamenti del tempo. Costruisce i bianchi rimuovendo il pigmento, grattando la carta, come in “Ciottoli di Liguria” o usando pennellate di gouache e china bianca come in “Onda”….. (Ester Lisardi) Vive e lavora a Torino.
Fernando Montà:
La ricerca artistica di Fernando Montà si qualifica nell’indagine del segno e della struttura che definiscono le sue opere. La superficie pittorica si arricchisce di moduli in espansione nello spazio, il cui tema dominante sono onde vegetali, le colline, la luna, l’acqua , il vento, da cui filtrano tracce emozionali di vissuto personale, in profonda empatia con la natura, quale luogo della memoria.
Con un tratto pittorico vorticoso, l’artista rende visibile l’energia dinamica e fluida della forma, aprendo finestre su mondi in movimento. Lo spazio circostante entra nell’interno dell’opera, che Montà decostruisce, frammentandola in diversi pannelli separati tra loro.
In questo modo, analizza il soggetto da molteplici punti di vista, per renderne manifesta la lacerazione tra la molteplicità del reale e quella del ricordo. Il vibrare delle emozioni si traduce in vibrazione cromatica e la sofferenza personale si trasfigura in una natura schematizzata, che mostra il suo lato oscuro ed inquietante. Vive e lavora a Torino.
Sergio Vasco:
Formatosi a Lecce, completa i propri studi presso l’Accademia Albertina di Torino. Interessato al mondo della grafica pubblicitaria e del design, è socio fondatore del Piemonte Artistico e membro della commissione artistica della Promotrice. Esordisce nel 1960, ed espone alla Quadriennale di Torino del ‘74.
Angelo Mistrangelo sottolinea il suo impegno artistico : “Il lungo, appassionato, concettuale impegno di Sergio Vasco si configura con una ricerca pittorica che, di volta in volta, si rinnova, trova nuovi approdi conoscitivi, nuove e sorprendenti soluzioni tecniche. Il suo discorso non perde mai di vista l’umanità, il senso profondo dell’esistenza, la dimensione della società contemporanea che si evolve rapidamente. Gli acrilici, gli arazzi e il plexiglas appaiono quali aspetti di un lavoro in divenire,dove il gesto, il colore, la tensione della linea conferiscono alla composizione una particolare evidenza”. Vive e lavora a Torino.
Claudio Vindigni:
Scultore. Si forma all’Accademia Albertina di Torino. Ha presentato la propria ricerca estetica in mostre personali nel 1969 a Pozzallo, nel 1971 a Catania e nel 1973 a Torino. Dal 1972 è insegnante nei Licei Artistici. Nel 1995 a Ispica (RG) ha presentato significativi elaborati degli allievi da lui seguiti.
A Torino nello spazio espositivo di Martinarte ha presentato nel 2007 Nastro in cornice ovale, segno del suo vissuto come traccia modellata e nel 2008 La cornice ovale; la cornice ovale in Möbius nasce dalla ricerca di un oggetto che riassume in sé la triade forma-funzione-simbolo, oggetto in cui ognuno possa ritrovare qualcosa di sé, qualcosa di interlocutorio, qualcosa di “oltre”.
G. Librante così descrive l’artista: “…Vindigni è attirato dalle forme sottili e immateriali, e talvolta da cadenze quasi classicheggianti. Il suo temperamento lo porta ad una concitazione dinamica, aliena da decorativismo ma raggrumata, si direbbe, nell’espressività di un gesto, o di un ritmo … ed ancora dimostra nelle sue opere, un’inquietudine e un fervore di ricerca”.
R. Campanella invece sottolinea: “La forma della figura è distorta, antiplastica e certe volte scheletrica, ma in questa degenerazione volumetrica dell’uomo e della donna è contenuta la verità della composizione che Vindigni possiede in sé in forma ancestrale”. Vive e lavora a Torino.