_VU #3

Verrà lanciato il numero 0 di _VU photozine (Nuovi Dei, Nuovi Umani il titolo) in una Viterbo non metropoli che accoglie sans merçi influenze eterogenee, con l’intento metamorfico di sovvertire il culto delle grandi città.

Comunicato stampa

Gli spazi indipendenti diretti da artisti stanno sviluppando continui scambi sul territorio con spirito pionieristico. Nello speci co a Viterbo nasce nel 2020 come artist-run space il progetto _VU, dove si trova la sede laziale di Égreen, società specializzata nella vendita di luce e gas che diversi anni fa, rilevando sulla facciata della città una delle numerose vetrine chiuse, ne ha riqualificato gli ambienti per aprire un suo punto di supporto sito fra le architetture novecentesche di una delle maggiori vie di passaggio del centro storico.

Poi L’incontro progettuale fra il direttore dell’azienda viterbese, Carlo Puglisi Alibrandi e l’artista Lucrezia Testa Iannilli, ha fatto nascere il manifesto e poi progetto _VU, facendo divenire la sede punto di riferimento per fruire della ricerca contemporanea. Una contaminazione fra ambito artistico e azienda, dove Égreen assume il ruolo di “contenitore e distributore” mentre il programma della Iannilli riflette sul concetto di residenza dove sono possibili indugi, prese di posizione, ripensamenti, dando sostegno logistico in riferimento al lavoro degli artisti.

_VU e Égreen diventano spazio/varco che guarda in strada, 20 mq di volume-super fice che prescinde dalle relazioni e si offre gratuitamente senza filtri nè “ingressi” in una sorta di viva bidimensionalità. Oltre ad essere produttori e distributori della photozine _VU che affronta le tematiche della fotografia contemporanea. E proprio giovedi 10 marzo 2022 in occasione del terzo intervento all’interno di _VU, che vede in azione la performer Rossana Abritta per questo nuovo appuntamento, a partire dalle ore 22.00, verrà lanciato il numero 0 di _VU photozine (Nuovi Dei, Nuovi Umani il titolo) in una Viterbo non metropoli che accoglie sans merçi influenze eterogenee, con l’intento metamorfico di sovvertire il culto delle grandi città. Il magazine non rilegato, simile ad un tabloid trova all’interno testi e immagini coerenti all’estetica di ricerca in un rapporto tra contaminazioni eterogenee.