A cavallo di un raggio di luce
A cavallo di un raggio di luce. Opere luminose nel Parco d’Arte Quarelli.
Comunicato stampa
Il Parco d’Arte Quarelli inaugura il 22 settembre 2018 alle ore 17 la mostra temporanea collettiva dal titolo A cavallo di un raggio di luce. Opere luminose nel Parco d’Arte Quarelli a cura di Alessandro Demma. Un progetto dedicato alla luce intesa come corpo, linguaggio e struttura delle opere esposte nello splendido scenario del parco.
Concept della mostra:
Nella sua autobiografia Albert Einstein racconta che, sedicenne, si era immaginato a cavallo di un raggio di luce: “se si potesse tenere il passo con il raggio”, pensava, “la luce apparirebbe ferma, con i suoi campi elettrici e magnetici congelati nell'immobilità”. Una visione impossibile, chiaramente, che mette però in campo l’idea del sogno e della magia che il fenomeno luminoso ha sempre rappresentato per l’essere umano.
Proprio a partire da questo fascino, da questa magia della luce prende forma questa mostra nel Parco d’Arte Quarelli, un luogo che già contiene una dimensione d’incanto grazie alla collezione di sculture e che aumenta questa caratteristica con l’allestimento di undici opere di luce da vivere e contemplare nel paesaggio notturno delle Langhe-Roero e Monferrato. Lo spazio espositivo en plein air, in cui il rapporto tra natura e artificio si condensa in un “museo obbligatorio”, come contenitore che sviluppa conoscenze in un costante scambio con l’humus di un territorio e la visione dell’arte si trasforma in un “parco elettromagnetico”, in uno spazio immaginifico in cui lo spettatore si muove verso mutevoli percezioni.
La luce da sempre ha rappresentato una dimensione fondamentale nell’opera d’arte, basti pensare al chiaroscuro di Leonardo da Vinci o al rapporto tra luce e buio di Caravaggio, per citare due casi eclatanti della storia, ma è a partire dalla nascita della luce elettrica, dalle sue evoluzioni e sperimentazioni, che questo fenomeno diventa uno dei linguaggi più significativi dell’arte. L’epoca delle grandi scoperte scientifiche nelle fisica e nella produzione industriale hanno permesso agli artisti di utilizzare la luce non più come fenomeno di riflessione, ma come linguaggio e corpo dell’opera. Da László Moholy-Nagy che nel 1930 realizza una scultura cinetica con il suo Modulatore spazio-luce al Concetto spaziale in neon di Lucio Fontana alla Triennale di Milano nel 1951, dalle esperienze minimaliste dei neon di Dan Flavin alle sperimentazioni sul rapporto spazio, luce e percezione di James Turrell negli anni Sessanta, il viaggio tra arte e luce è intenso e ricco di esperienze, arrivando ai giorni nostri a dimensioni nuove e sorprendenti.
Così, in questa dimensione immaginifica e affascinante, Carlo Bernardini, Enrica Borghi, Pierluigi Calignano, Filippo Centenari, Armando Marrocco, Donna Ong, Chiara Passa, A. C. Andre Tanama, Massimo Uberti, Ciro Vitale, Xu Zhongmin, ci mostrano differenti aspetti dell’arte in luce, un percorso, un possibile viaggio fantastico nella dimensione di Einstein a cavallo di un raggio di luce.