A.I. Artisanal Intelligence – A.I. Studio
Lo “Studio’” è il luogo di lavoro dell’artista e dell’artigiano: il posto dove si materializza il pensiero creativo. A.I. Artisanal Intelligence ricostruisce lo spazio della memoria emotiva, del lavoro manuale ispirato, dell’esperimento su forma e colore.
Comunicato stampa
Lo “Studio’” è il luogo di lavoro dell’artista e dell’artigiano: il posto dove si materializza il pensiero creativo. A.I. Artisanal Intelligence ricostruisce lo spazio della memoria emotiva, del lavoro manuale ispirato, dell’esperimento su forma e colore.
Le idee, gli accessori e le opere dialogheranno senza interferenze, per affinità e per stile, ritrovandosi anche a distanza di tempo, si accoppieranno visivamente sugli stessi segni e cromie, nella sintesi estetica di una bellezza cucita e tessuta. Un flusso che attraversa l’ambiente, senza mai fermarsi troppo su nulla, lasciando una traccia, una pennellata, un fermo immagine, un’entità impalpabile come una teoria artistica: ogni situazione è la documentazione dell’esperimento e della prova, per arrivare ad un risultato. E’ la celebrazione della moda come fenomeno che oggi ripercorre l’entusiasmo per l’abilità del tocco manuale, del poetico romanticismo che va dallo spiritualismo alle allegorie e ai simboli fiabeschi, all’elaborazione della povertà dell’abbigliamento sportivo grazie alla cultura del mondo nuovo virtuale. Il lusso del manufatto pensato e dell’abilità tecnica, del controllo del tempo e delle fasi di lavorazione, un processo che lega architettura, design e storia della moda all’alto artigianato.
L’Arazzo, l’abito per il muro o per il pavimento, diventa l’archetipo tessile su cui inizia un percorso che va da Enrico Accatino ad Alberto Di Fabio, con i loro arazzi realizzati a distanza di cinquant’anni dalle stesse artigiane. Le loro cromie collaborano con quelle delle borse di Magrì, delle scarpe di Aletheia Milano, degli abiti di Davide Grillo, Jezabelle Cormio, Karoline Lang, Ahirain, Vien e Frederick Hornof. L’esperimento tessile come l’abito opera di Serie Numerica, continua con la pelle e le trame materiche di Marta Mantovani, le borse di Forms Studio e Solipsi, e le collane di Collanevrosi.
Il ciclo si concentra sugli abiti e sulle opere di Aurore Thibout, come sintesi perfetta del processo creativo, e si declina all’elaborazione stampata, oltre che tessuta con il grande tavolo de L’HUB di Barbara Zucchi Frua che con i suoi “block” racconterà la reinvenzione di una tecnica rappresentata da William Morris più di duecento anni fa. Tessiture e stampe nell’immagine che diventa arazzo e abito insieme a strumenti di lavoro, che oggi sembrano piccole opere d’arte.
A.I. Artisanal Intelligence vuole confermare la vocazione di Roma ad accogliere nuove forme artistiche insieme a quelle più antiche, creando le condizioni di dialogo e di crescita o rinascita. Questo lavoro di ricerca e sviluppo, così importante per il futuro della moda e non solo, trova il sostegno di Value Retail, il gruppo che con i suoi nove villaggi in Europa e due in Cina sta cambiando la filosofia dello shopping: intorno alla volontà di rendere il lusso accessibile si crea un’accoglienza studiata per far star bene, ma anche nel rispetto delle tradizioni del luogo che la ospita. Desirée Bollier, Presidente di Value Retail management, sarà presente per testimoniare il loro sostegno all’associazione A.I.. L’unione di due realtà fondamentali alla crescita dei nuovi talenti: la ricerca e la distribuzione.
Una dimostrazione di quello che Roma può accogliere come luogo dell’invenzione e della storia, come scenario perfetto di eventi che generano il nuovo.
Accessori:
MAGRI’
Il glamour del progetto per una borsa sofisticata e contemporanea. La cultura architettonica di Isabella Pia Ayoub si completa con una ricerca personale: la passione per la danza, per la musica e la sua vita di donna raffinata che si divide fra la vita famigliare a Manhattan e l’azienda di accessori che produce esclusivamente in Italia. Ad A.I. presenta la collezione ispirata dalle immagini di Jean Shrimpton realizzate da Richard Avedon nel 1965, come ricordo della visione dello Spazio di allora, che oggi lei traduce con linee e materiali, nella dimensione di spazio virtuale, il nuovo mondo dove stiamo definitivamente entrando.
FORMS STUDIO
Un brand artistico fondato dall’architetto Anastasia Komarova a Mosca nel 2011. Le borse sono la sintesi di una visione e la traduzione della forma, letta dall’architetto che studia l’ambiente e i materiali, così le soluzioni generano un oggetto artistico che conserva funzionalità e design. Grazie ad una tecnologia sperimentata da lei stessa, la superficie diventa materica, la pelle si trasforma in elemento pietroso, la borsa diventa l’opera di sintesi fra moda e architettura.
SOLIPSI
Cecilia Serafini inventa Solipsi nel 2016 dopo aver imparato il fashion design alla Naba di Milano e grazie all’esperienza visiva e emotiva di tanti viaggi fatti come trend-forecaster per importanti aziende internazionali. Nascono così le “Bodybag” concepite per essere indossate e non portate: grazie al design sulla forma del corpo e all’uso di harness e cinture, la borsa diventa un accessorio eclettico, un funzionale gioiello per il corpo realizzato da abili artigiani fiorentini. La collezione sarà presentata per la prima volta nell’ambito di A.I..
ALETHEIA MILANO
Il gusto e la creatività venezuelana della giovane designer Diana Carolina Yanes, uniti all’esperienza stilistica presso brand come Oscar de la Renta e Alexander Wang, generano l’invenzione delle scarpe pensate per una donna dal fascino intellettuale e contemporaneo. I materiali sono preziosi, ma senza ostentazione, il lusso è un concetto raffinato, espresso dall’abbinamento dei colori, dalla scelta delle pelli e dalle citazioni colte. La reinvenzione di segni iconici come la frangia o la punta tagliata confermano l’eclettico stile del brand.
COLLANEVROSI
Gioielli preziosi come è preziosa la natura che ci circonda. Oggetti senza tempo, di chi ha vissuto prima come di chi vivrà dopo. Una collezione creata per questa edizione di A.I. che celebra la realtà dell’imperfezione, di quello che non si conosce e si scopre, come un fondale marino. I materiali e i colori cercano di riprodurre conchiglie ed elementi acquatici, con spugne marine tinte al posto delle pietre preziose, l’ottone, il legno tagliato e levigato modellato con l’acqua e verniciato con la tecnica usata dai liutai.
Abbigliamento:
AURORE THIBOUT
Il punto di fusione del tema di A.I., il centro ideale del percorso dove il lavoro di Aurore Thibout tra Arte e Moda si materializza in abito e opere assolutamente indivisibili concettualmente. Si esprime grazie alla collaborazione con la sapiente cultura di stampa dell’artigiano tintore Akasaka Taketoshi di Kioto, maestro della tecnica Katazome, e con l’artista Makoto Ofune e le sue tecniche di utilizzo dei pigmenti e di rappresentazione dell’inconscio naturalistico. Così Aurore Thibout arriva ad esprimere una poetica tessile, un omaggio alla bellezza che trova come una archeologa, dell’abito.
DAVIDE GRILLO
Talento italiano del 1993, con un percorso coraggioso che va dall’Istituto per l’artigianato della moda di Parma ai corsi alla Central Saint Martins di Londra fino a Toronto al Nafa Fur Studio. Una curiosità creativa premiata a “Riccione Moda Italia” e da “Next Generation” che lo porta a sfilare a Milano Moda. Dopo esperienze come designer da Pinko e poi in Dolce e Gabbana, nel 2016 fonda il suo brand con una identità poetica, ma legata al valore delle realizzazioni artigianali.
FREDERICK HORNOF
Si laurea alla Royal Academy of Fine Arts di Antwerp, dove torna per creare il suo brand dopo due anni di lavoro a Parigi come assistente designer da Thierry Mugler. Il suo mondo di riferimento è quello del cinema, del femminile di Fassbinder come Petra von Kant: un carattere drammatico contemporaneamente sottomesso e dominante, tradotto nella costruzione dell’abito, fatta di contrasti materici e strutturali. Rigidità e leggerezza, pizzi raffinati e rigidi cotoni per costruire l’immagine visiva di una confidenza introspettiva con individui nuovi, coperti e scoperti.
SERIE NUMERICA
Capaci di cambiare ogni schema precostituito nella produzione e nella comunicazione così come nei metodi di realizzazione artigianale. Maria De Ambrogio e Stella Tosco stravolgono le regole dialogando da artiste e da designer, con ogni situazione creativa che possa aiutarle a raccontare le loro visioni. La maglieria e la pelle sono le materie prime di un prodotto complesso: la loro sperimentazione non consente loro di procedere “normalmente”, cercano contaminazioni oltre che collaborazioni. Uno stile accurato e riconoscibile, anche nella comunicazione, premia questo brand che nasce a Torino nel 2009, ed è distribuito a livello mondiale in selezionati negozi.
CORMIO
Jezabelle Cormio, giovane designer figlia del suo tempo: una formazione di moda internazionale che la proietta in tutti i mondi artistici trasversali al suo, usa quello sfrontato esercizio contemporaneo sullo stile, ma sempre con attenzione alle qualità artigianali della realizzazione. Vive in Veneto proprio per seguire l’esecuzione di ogni capo grazie ai laboratori del territorio: ricamifici, stamperie avanzate, modellistica, sartoria ma anche tecnologia digitale e analogica. Le sue collezioni sono in esclusiva per Opening Ceremony.
MARTA MANTOVANI
Gli studi in due accademie importanti prima quella di Belle Arti a Roma, poi in quella di moda la Esmod di Parigi, per arrivare ad una capacità creativa della pelle e pelliccia, che la fa collaborare attualmente con brand come Ralph Lauren, Chanel, Calvin Klein o Loewe. Classe 1987, artista e artigiana che cerca di superare ogni limite alla realizzazione con nuove tecniche e materiali, con la lavorazione finemente realizzata a mano e grande attenzione al dettaglio.
KAROLINE LANG
Un brand che unisce due culture, libanese ed austriaca, con eleganza e stile, ispirato alle donne della famiglia della giovane designer Karine Tawil. Dopo una esperienza da Marni a Milano e da Reem Acra a New York, Karine torna a Beirut e inizia la sua produzione. Rimane nel suo stile l’estetica di una viaggiatrice, disegna per un corpo di donna sofisticata ma in movimento, studia e asseconda i movimenti del corpo evidenziandoli come segni architettonici.
AHIRAIN
Il superamento contemporaneo di regole precostituite sul genere o sull’uso dei materiali porta ad un prodotto contemporaneo di neo-sportswear: linee minimal ma con attenzione alla realizzazione sartoriale. Un look ultramoderno creato da un mix unico di materiali e tecnologia, totalmente realizzato in Italia. Abiti che dichiarano un cambiamento e la volontà di dimostrare l’evoluzione delle urban community, cittadini nomadi in continuo spostamento.
VIEN
Vien pone le basi per un nuovo guardaroba. Apre una discussione sul susseguirsi frenetico delle collezioni. Un nuovo modo di concepire e sviluppare il proprio progetto moda. Un pensiero consapevole sul senso del femminile. La sensualità che non viene dal corpo, ma da un atteggiamento. Un’idea schizofrenica di uomo e donna, come il concetto di coprire e scoprire, mescolare generi e item. Il carattere dell’individuo diventa condizione essenziale dello stile. Presenterà nell’ambito di A.I. alcuni suoi pezzi in preview, prima del suo debutto a Febbraio durante la settimana della moda milanese
GLI ARTISTI ENRICO ACCATINO E ALBERTO DI FABIO CON L’ARAZZERIA DI PENNE
In questa edizione Artisanal Intelligence racconta la rinascita di una storia di eccellenza italiana che unisce il mondo dell’arte contemporanea alla ricchezza della tradizione tessile abruzzese. A Penne, negli anni ‘60, grazie alla passione di due maestri d’arte Fernando Di Nicola e Nicola Tonelli, nacque con alcune tessitrici locali l’Arazzeria Pennese. Una tecnica tradizionale che diventa contemporanea grazie ad Enrico Accatino, l’artista romano che dalla metà degli anni ‘60 produsse con loro più di sessanta arazzi. Un lavoro di sperimentazione con tessiture bi o tridimensionali per una “pittura muraria tessuta” che da allora viene definita Tessilità, l’attuale fiber-art. Grazie a lui prende nuova linfa una tecnica artigianale antica, con un linguaggio espressivo nuovo che coinvolse altri artisti come Capogrossi, Afro, Balla, Avenali, ispirata anche dai cartoni di Calder e Le Corbusier. Con la stessa intelligenza creativa e lo stesso entusiasmo per lo spirito del lavoro artigianale, Alberto Di Fabio oggi ridà vita all’arazzeria, riaperta nel 2014, dopo 16 anni di chiusura, quando la cooperativa Cogestre, sostenuta da Brioni s.p.a., la Fondazione Musap, la cooperativa Alisei e il Gal Terre Pescaresi ha attivato un progetto di rilancio del laboratorio. Grazie ai due arazzi realizzati per Di Fabio, l’arazzeria ha ripreso quel percorso tracciato da Accatino, e oggi collabora con Marco Tirelli, Matteo Nasini, Costas Varotsos.
L’HUB di BARBARA ZUCCHI FRUA
Un luogo che unisce l’attività di laboratorio e vendita della rielaborazione della tecnica di stampa, che viene studiata, comunicata e realizzata in manufatti reinventati. Grazie al patrimonio inestimabile degli antichi “block” in legno della collezione europea più importante al mondo, Barbara Zucchi Frua, mette insieme la sua esperienza famigliare con competenze professionali che generano una nuova formazione. Ispirata da valori di conservazione di un patrimonio culturale ed artigianale, rappresenta una community aperta alle nuove tecnologie in una modalità che fonde il mestiere dell’artigiano con quello del maker.