A scuola di cittadinanza
Mostra fotografica del laboratorio “A scuola di cittadinanza”.
Comunicato stampa
Il laboratorio fotografico “A scuola di cittadinanza”, frutto della collaborazione tra il Comune di Ravenna, il Liceo Scientifico “A. Oriani” e Filippo Venturi, nel ruolo di docente, ha coinvolto circa cinquanta studenti del quarto anno, durante il periodo delle elezioni amministrative, fra settembre e ottobre 2021.
La finalità era promuovere la creatività giovanile e sensibilizzare il rapporto dei giovani con la politica, in un’epoca in cui la partecipazione politica è sempre più in calo, come conferma un recente report dell’ISTAT secondo cui, nel giro di cinque anni, la quota di persone con 14 anni o più che non partecipa alla vita politica è passata dal 18,9% al 23,2%. Inoltre, questa partecipazione avviene soprattutto in modo indiretto, cioè informandosi o parlandone (74,8%) e poco per via attiva (8,0%).
Il percorso è iniziato con un incontro nel quale è stato introdotto il linguaggio fotografico e, in particolare, il suo potenziale e la possibilità di sviluppare progetti che richiedono di certo un buon occhio e la capacità di cogliere l’attimo, ma anche una fase iniziale di ragionamento e ricerca di idee.
I protagonisti, ragazzi e ragazze ad un passo dalla maggiore età, si sono trovati ad esplorare ben due territori nuovi, il primo era quello del linguaggio con cui comunicare, il secondo era quello dei riti politici che si svolgono durante una campagna elettorale e su come questi influenzino spazi e persone.
Il laboratorio, per sua natura, ha lo scopo di lavorare su più livelli: il primo era fornire le basi per approfondire un linguaggio, quello fotografico, ormai a disposizione di tutti, ma le cui grandi potenzialità rimangono spesso in ombra. Il secondo livello era condividere il percorso durante la lavorazione con il sottoscritto, con le insegnanti coinvolte, Emanuela Serri e Rossella Giovannini e con i lavoratori del Comune, al fine di stimolare riflessioni e scambi di vedute. Il terzo livello, infine, che racchiude l’intera esperienza, era la speranza di coltivare un seme che potesse un giorno crescere e portare alla luce una nuova consapevolezza della complessità del mondo, delle sue debolezze e dei mezzi che la democrazia mette a nostra disposizione per affrontarle.
I progetti realizzati dagli studenti si sono focalizzati sulla documentazione di quei giorni, sulle trasformazioni subìte dalla città, sul confronto con i ragazzi e le ragazze che per la prima volta si sarebbero recati alle urne per esprimere il proprio voto. Per fare tutto questo gli studenti sono ricorsi al ritratto, alla fotografia di strada, alla fotografia di paesaggio, ma anche alla provocazione e alla critica, in modo autonomo, sintomo di una sensibilità già sviluppata e arguta, pronta per maturare.
Come diceva un noto politico del passato: Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.