A very light art
Ambientata nello storico palazzo di Ca’ Rezzonico, la mostra espone il lavoro di sette artisti che padroneggiano lo spazio e i materiali in relazione al luogo.
Comunicato stampa
A Very Light Art è una mostra che si propone come interfaccia tra opera
d’arte e oggetto d’uso comune. E’ una riflessione sul design e uno studio sul
ruolo dell’artista nella storia in relazione all’ambiente architettonico.
Una riflessione che trae spunto e stimolo dagli ambienti superlativi di Ca'
Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano, scelto come luogo della
contaminazione e del confronto.
Promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la collaborazione
dell’Università IUAV di Venezia, Dipartimento di Culture del Progetto,
l’esposizione nasce su progetto di Caterina Tognon quale naturale estensione
dell’attenzione da lei sempre rivolta agli artisti contemporanei che decidono di
utilizzare il vetro come medium espressivo o di lavorare, come in questa
occasione, sul tema del lampadario.
Sette gli artisti di fama internazionale selezionati dalla curatrice della mostra
Cornelia Lauf, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, chiamati per la
loro straordinaria sensibilità verso i materiali dell’alto artigianato italiano e il
contesto storico del palazzo: Mario Airò, Stefano Arienti, Flavio Favelli, Luigi
Ontani, Gabriel Orozco, Cerith Wyn Evans e Heimo Zobernig.
Mario Airò presenta una scultura luminosa sospesa all’interno di una piccola
cappella, insieme a uno scrittoio progettato per Adele-C e un vaso da fiori
appoggiato a terra prodotto da Luigi Barato, grande maestro nella lavorazione
degli smalti su rame. Ognuno di questi oggetti non cela la propria funzione e, al
contempo, si presenta come scultura. Una superlativa maestria artigianale è
sempre alla base di questi manufatti.
Stefano Arienti ci propone una piccola foresta di rami di platano, da cui
pendono delle candele votive o dei fiori in cartacrespa. Le opere sono appese
alle pareti della sala del Tiepolo alla stregua delle antiche appliques. Chiaro è il
richiamo al cinema Surrealista, alle installazioni dell’Arte Povera ed anche al
lavoro di alcuni artisti di Fluxus. Questi elementi naturali, spruzzati di vernice
oro e arricchiti da semplici ninnoli, si pongono volontariamente in contrasto con
lo sfarzo del palazzo.
Flavio Favelli si riconosce per le sue magiche trasformazioni di comuni oggetti
di arredo (legati alla memoria della sua infanzia) in sculture di insospettata
poesia. Così, cornici dorate, tendaggi di velluto, specchi regali con superfici
opache o lampadari da rigattiere di gusto kitsch vengono ricomposti in oggetti
di rara bellezza. L’artista ha realizzato Violet Murano: una grande lanterna per
la porta d’acqua del palazzo sul Canal Grande.
Direzione scientifica
Gabriella Belli
A cura di
Cornelia Lauf
Progetto di
Caterina Tognon
Mostre temporanee
In collaborazione con
Università IUAV di Venezia,
Dipartimento di Culture del
Progetto
2
Fondazione
Musei Civici di Venezia
—
Piazza San Marco 52
30124 Venezia
T +39 041 2405211
F +39 041 5200935
—
www.visitmuve.it
—
Luigi Ontani, grande maestro della scena italiana, ripropone la sua classica
incursione nel mondo della mitologia giocando ad invertirne i nomi e i
personaggi. I tre lavori esposti, di fattura muranese, evocano i raffinati studi
dell’artista sui soggetti dell’allegoria. L’opera principale è il lampadario
Mayadusa, realizzato nel 1988 a Murano con il maestro Silvano Signorotto e
primo di una lunga serie. Nella stessa sala, espone Nel Regno del Ragno
Eggoista: grande specchio con elaborata cornice raffigurante un ragno che
tesse la sua tela ed il vaso Vanitaso, entrambi accompagnati dagli acquerelli
preparatori. Curiosamente, queste opere, sebbene anteriori alla mostra,
sembrano ideate appositamente per Ca' Rezzonico.
Gabriel Orozco prende parte con due meravigliosi mobiles: enormi e ultraleggeri
congegni di bambù e piume. Uno dei lavori è composto di sole piume
bianche, l’altro è come una nuvola di colore marrone chiaro. Questi lavori,
esposti per la prima volta in una galleria di Parigi, conferiscono un accento di
leggerezza e giocosità alla cupa eleganza della sala Lazzarini.
Cerith Wyn Evans ha scelto d’intervenire sull'impianto di illuminazione della
celebre “Ciocca”, meravigliosa opera dell’arte vetraria muranese del sec. XVIII.
Aerea architettura a “pagoda” in vetro bianco, con fiori e ornamenti policromi,
ideata e prodotta dal genio artistico di Giuseppe Briati, questo esemplare
prototipo di lampadario veneziano rinominato “Rezzonico” dal nome del
palazzo, dalla seconda metà del '700 ad oggi è stato riprodotto in mille e più
favolose varianti, esportato in tutto il mondo e considerato il più bel lampadario
di tutti i tempi. Cerith Wyn Evans torna ad usare un dispositivo d’illuminazione
readymade, che si accende ad intermittenza seguendo gli impulsi trasmessi dal
brano musicale di Ravel, Le Gaspard de la Nuit, apprezzato per la sua intensità
elegiaca. Un sottile e poetico "détournement" della storia, capace di catturare
la speciale malinconia che caratterizza Venezia. Sotto il lampadario, un
crisantemo in vetro, soffiato dal maestro Gianni Seguso, conclude il lavoro di
Wyn Evans.
Heimo Zobernig ha negli ultimi anni ricevuto numerosi riconoscimenti a livello
internazionale, culminati nella grande retrospettiva al Reina Sofia di Madrid del
2012. Per A Very Light Art, l’artista realizza una serie di sfere rosso rubino del
diametro massimo consentito dalle bocche dei forni muranesi. Sospese tutte
insieme nel Portego del piano di palazzo, invadono lo spazio e creano un effetto
luminoso che assorbe ogni elemento architettonico e d’arredo.
Il catalogo della mostra, a cura di Veronica Bellei e Camilla Salvaneschi, è
pubblicato dalla casa editrice Kaleidoscope, Milano. Con un testo di Cornelia
Lauf, è composto da un'ampia selezione di fotografie realizzate da Francesco
Allegretto, Pamela Breda e Luca Vascon. La pubblicazione è stata resa
possibile grazie al contributo di Carlo Franchetti.
Una mappa, realizzata dal grafico Valerio Veneruso con gli indirizzi selezionati
da Caterina Tognon, guiderà per la città i curiosi che, lasciata la mostra,
vorranno scoprire i più significativi o sorprendenti lampadari in vetro veneziano
di ogni epoca e foggia.