AAP Antinori Art Project – Still-life Remix
Still-life Remix riunisce circa quaranta lavori di ventisei artisti contemporanei, internazionali e italiani, che interrogano le possibilità espressive della natura morta.
Comunicato stampa
La Marchesi Antinori, all'interno di Antinori Art Project, piattaforma di interventi in ambito contemporaneo dedicata alle arti visive e agli artisti del nostro tempo - presenta il prossimo 3 luglio 2015, una nuova esposizione temporanea, a cura di Ilaria Bonacossa, su uno dei temi portanti della storia dell’arte: la natura morta. “STILL-LIFE Remix. 26 artisti contemporanei reinterpretano la Natura Morta” è il titolo dell’esposizione che, dal 4 luglio al 4 ottobre 2015, sarà aperta ai visitatori della cantina Antinori nel Chianti Classico, a Bargino – San Casciano (Firenze).
La mostra, come il titolo sottolinea, è un excursus contemporaneo dedicato a un genere pittorico - Natura Morta / Still-Life - autonomo, come il paesaggio o il ritratto, in cui piante, fiori e frutti vengono riprodotti, insieme a prede di caccia, in composizioni prive della presenza di esseri umani. Questi assemblaggi, spesso arricchiti da oggetti simbolici come teschi, perle, libri o strumenti per la misurazione del tempo, rappresentano un monito alla fragilità della bellezza e all’inevitabilità della morte.
Still-life Remix riunisce circa quaranta lavori di ventisei artisti contemporanei, internazionali e italiani, che interrogano le possibilità espressive della natura morta. Alcuni lavori sono stati realizzati appositamente per l’esposizione che conta anche un’opera site specific.
Affiancando opere di artisti emergenti con opere di figure di spicco nel campo dell’arte contemporanea, la mostra ci spinge a guardare la realtà che ci circonda con uno sguardo nuovo. A fronte dell’uso onnipresente della fotografia e al costante bombardamento pubblicitario delle multinazionali del cibo, perché gli artisti contemporanei sono ancora interessati alla Natura Morta? Come si sono trasformate le tematiche e i linguaggi che queste composizioni affrontano?
A partire dalla seconda metà del sedicesimo secolo gli artisti ritraevano con mirabile maestria il momento di massimo splendore della natura, metaforicamente fermandone la trasformazione e il deterioramento. Le nature morte diventano quindi la rappresentazione fisica della fugacità della vita terrena, in cui i simboli della temporalità, come orologi e teschi, si accompagnano a tavole imbandite, cibi, fiori e animali.
La natura morta come vero e proprio genere pittorico raggiunge il culmine nei primi anni del diciassettesimo secolo, divenendo un genere molto ricercato da mecenati e collezionisti.
L’arte della modernità, invece, trova nella Natura Morta un importante strumento attraverso cui reinventare la tradizione e l’iconografia classica: così, dai Fauve ai Cubisti, passando per il Surrealismo, la Natura Morta diviene un genere che può essere completamente rivoluzionato dal punto di vista formale. In Italia l’interesse per questo genere pittorico connota la ricerca di due indiscussi maestri del genere come Giorgio Morandi e Filippo De Pisis che attraverso di essa sembrano catturare lo stato morale del paese nelle loro piccole tele.
La mostra Still-life Remix presenta un insieme di opere fotografiche, scultoree, pittoriche e video che illustrano come ancora oggi il nostro sguardo possa, attraverso il codice espressivo della Natura Morta, cogliere il passare del tempo attraverso la rappresentazione visiva di un impossibile equilibrio tra naturale e artificiale. Le opere presentate in mostra dimostrano che attraverso la Natura Morta molti artisti contemporanei ancora oggi possono raccontare la loro percezione del mondo che ci circonda, la fragilità umana, la caducità della felicità terrena, a dimostrazione che questo genere sospeso tra tradizione pittorica e fotografia pop sia oggi più che mai vivo e capace di trasferire emozione.
I lavori lasciano ben trasparire come i valori della composizione e dell’equilibrio cromatico siano reinventati e completamente trasformati, tradotti nella contemporaneità, per conservare l’efficacia dell’indagine. Così, ad esempio, le immagini di Wolfgang Tillmans dimostrano come il genere si sia trasformato catturando la quotidianità e i residui della presenza umana sullo spazio, mentre i lavori di Ori Gersht mostrano il rapporto stretto che intercorre tra violenza e bellezza attraverso la improvvisa esplosione di nature morte che sembrano uscite dalla migliore pittura fiamminga secentesca. Due talenti emergenti come Santo Tolone ed Elisa Strinna si riappropriano invece con ironia di un’iconografia classica per trasformarla in cosa altra.
La mostra, ambientata nel contesto altamente suggestivo degli spazi della cantina Antinori nel Chianti Classico – vuole anche essere un omaggio e sottolineare la particolarità della committenza dell’esposizione: l’esposizione si inscrive infatti in una tradizione secolare della famiglia Antinori di passione per l'arte che - oggi come allora - si impegna a tutto campo per realizzare una forte connessione tra le migliori espressioni della tradizione e della contemporaneità.
In risposta alla mostra Still-life Remix la famiglia Antinori ha deciso di presentare negli spazi dedicati alle collezioni della cantina alcune opere di Palazzo Antinori. Una grande Natura Morta Fiamminga del 1600 e due tele di Filippo De Pisis in cui il tono ‘crepuscolare’ e intimista della rappresentazione degli oggetti inanimati è ottenuta da un fare pittorico lieve contraddistinto da rapidi tocchi.
Still-life Remix ha ottenuto il patrocinio di Expo 2015 ed è inserita nei percorsi ufficiali culturali in Italia durante il semestre della manifestazione.
La Famiglia Antinori. Da una antica tradizione di passione per l’arte all’Antinori Art Project.
La Cantina Antinori nel Chianti Classico è il simbolo del legame profondo che sin dal 1385 lega la famiglia Antinori alla passione per le arti: pittura, scultura, architettura, e naturalmente l’arte di saper trasformare i frutti della terra in grandi vini.
Da oltre seicento anni, i Marchesi Antinori hanno vincolato il proprio nome all’eccellenza nell’arte del vino e alla migliore tradizione mecenatistica. Due ambiti apparentemente molto diversi, ma che in realtà hanno spesso proceduto in parallelo: i Marchesi Antinori hanno spesso affidato all’arte il compito di raccontare i valori e la storia della loro casata, il cui stemma è anch’esso un’opera di pregio artistico, uscita agli inizi del ‘500 dalla bottega fiorentina dello scultore e ceramista Giovanni della Robbia. Così, in epoca recentissima, con l’inaugurazione della nuova cantina nel 2012, monumentale e seducente struttura scavata nelle terre del Chianti Classico, concepita dall’architetto Marco Casamonti, parte della collezione di famiglia che raccoglie dipinti, ceramiche, tessuti pregiati e antichi manoscritti ha lasciato lo storico Palazzo Antinori di Firenze per trovare, con il contributo della curatrice degli Uffizi Giovanna Giusti, una nuova collocazione che la rende accessibile al pubblico che giornalmente visita la zona del Chianti Classico, alla ricerca di esplorazioni legate alle degustazioni e a esperienze sinestetiche.
Per dare sistematicità e maggiore impulso ai progetti dedicati alle arti visive del nostro tempo, sempre nel 2012 è stato avviato Antinori Art Project, progetto che muove dall’idea di creare una naturale prosecuzione dell’attività di collezionismo che fa parte della tradizione della famiglia, indirizzandola però verso le arti e gli artisti del nostro tempo. Antinori Art Project è infatti una piattaforma di interventi in ambito contemporaneo – realizzato in collaborazione con curatori affermati - che raccoglie sotto a un’unica progettualità coerente tutte le attività messe in campo in quest’ambito. In particolare, oltre allo spazio museale integrato nel percorso di visita all’interno della cantina che ospita la storica collezione della famiglia, è stato avviato uno speciale programma di commissioni annuali, molte delle quali site specific, rivolto a giovani ma già affermati protagonisti della scena artistica nazionale e internazionale.
Gli interventi hanno visto nel biennio 2012/2013, a cura di Chiara Parisi, il coinvolgimento di Yona Friedman, Rosa Barba e Jean-Baptiste Decavèle e lo scorso anno, con l’arrivo di Ilaria Bonacossa alla direzione artistica biennale del progetto, ha visto la partecipazione di Tomàs Saraceno che ha realizzato l’opera Biosphere 06, cluster of 3, installata nello spazio verticale dello scalone interno della cantina. Per il prossimo autunno, è stato invitato l’artista Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979, vive e lavora ad Amsterdam).