Abdoulaye Konatè
Un focus sull’artista africano Abdoulaye Konatè (Dirè, Mali, 1953), di cui è presentata un’ampia selezione di lavori, e un’esposizione di opere di artisti africani dalla collezione di Marino e Paola Golinelli.
Comunicato stampa
Fondazione Golinelli per Arte Fiera 2017 e Art City Bologna dal 27 al 30 gennaio
La nuova installazione di Luca Trevisani (quartiere fieristico)
L’arte al tempo del fondamentalismo di Abdoulaye Konatè (Opificio Golinelli)
Aspettando l’inaugurazione del Centro Arti e Scienze Golinelli progettato dall’architetto Mario Cucinella (apertura giugno 2017) e la vernice della mostra “Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà” (4 ottobre 2017 - 28 gennaio 2018), Fondazione Golinelli partecipa ad Arte Fiera 2017 e Art City 2017 con un nutrito programma (27-30 gennaio).
Luca Trevisani e Abdoulaye Konatè sono gli artisti scelti per illustrare il rapporto tra arte e scienza, filone di indagine cui la Fondazione Golinelli dedica da anni mostre che fanno dialogare i risultati delle più recenti ricerche scientifiche con le opere d’arte contemporanea.
Arte Fiera con Luca Trevisani e Mario Cucinella
Al Quartiere Fieristico (padiglione 25) Fondazione Golinelli è presente con uno spazio espositivo di 32 metri quadri per proporre un nuovo progetto di didattica per le scuole affidato a Luca Trevisani (Verona, 1979. Vive a Berlino) di cui si vedrà un’installazione di nuove opere. Inoltre, sabato 28 gennaio alle 16.15 nell’area Talk, incontro con Mario Cucinella dal titolo “Architettura, arti e scienze” in cui si racconta la nascita del nuovo Centro Arti e Scienze Golinelli. Con Marino Golinelli, fondatore e presidente onorario Fondazione Golinelli, Antonio Danieli, direttore Fondazione Golinelli, l’artista Luca Trevisani e i curatori delle mostre di Fondazione Golinelli, Giovanni Carrada (parte scientifica) e Cristiana Perrella (parte artistica).
Opificio Golinelli con il focus su Abdoulaye Konatè e il laboratorio di Luca Trevisani
A Opificio Golinelli (via Paolo Nanni Costa, 14) ci sarà un’esposizione di opere di artisti africani dalla collezione di Marino e Paola Golinelli tra cui Cameron Platter, Goncalo Mabunda, Outtara Watts, Pascal Martin Tayou. Nell’ambito del percorso tra le opere – che rispecchia una delle linee principali di ricerca della collezione, quella sull’arte realizzata al di fuori della scena occidentale – è proposto un focus sull’artista africano Abdoulaye Konatè (Dirè, Mali, 1953), di cui è presentata un’ampia selezione di lavori. Direttore del Conservatoire des Arts et Métiers Multimedia di Bamako, Konatè è uno degli artisti più riconosciuti del continente. Tipici della sua cifra stilistica sono “arazzi” di grande formato in cui centinaia di strisce di stoffa, principalmente cotone (una delle colture fondamentali del Mali), scendono a cascata combinandosi in affascinanti effetti cromatici. Inizialmente orientata all’astrazione, la sua ricerca si è aperta poi anche in parallelo a riferimenti alla realtà e al sociale, legandosi all’attualità geopolitica, in particolare alla guerra civile in Mali tra le forze governative, gli indipendentisti tuareg e i ribelli islamisti.
Incontro con Abdoulaye Konatè: “Il deserto che si sposta: arte in Mali al tempo del fondamentalismo”, sabato 28 gennaio alle 19. L’appuntamento, condotto da Cristiana Perrella, sarà incentrato sul lavoro dell’artista e sulla situazione politica in Mali. Seguirà aperitivo musicale.
A Opificio Golinelli sono inoltre proposti laboratori, letture e attività interattive tra arte e scienza per famiglie (domenica 29 gennaio dalle 16 alle 19): dalla costruzione di prototipi di città ideali alla stampa di fotografie con metodi antichi; dalla realizzazione di disegni attraverso l’aiuto di “artisti robotici”alla creazione di opere d’arte mediante la tecnica di analisi del DNA. Tra le novità, anche un laboratorio concepito dall’artista Luca Trevisani dal titolo “La materia si trasforma. Cambia colore, consistenza, odore, peso, forma, muta di continuo fino ad estinguersi”. L’attività porterà i partecipanti alla realizzazione di sculture vegetali che verranno poi sottoposte a trattamenti fisico-chimici che ne modificheranno le caratteristiche. Al termine verrà consegnato un kit che consente di seguire le trasformazioni nel tempo (domenica 29 gennaio, ore 17).
Orari di Opificio Golinelli: venerdì 27 e domenica 29 gennaio ore 10>20; sabato 28 gennaio ore 10>24 (apertura speciale in occasione di ART CITY White Night).
Le novità del 2017: il Centro Arti e Scienze Golinelli e la mostra “Imprevedibile”
In occasione di Arte Fiera, Fondazione Golinelli presenta anche il Centro Arti e Scienze Golinelli e la mostra “Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà”.
Il Centro Arti e Scienze Golinelli, struttura progettata dall’architetto Mario Cucinella, inaugura a giugno 2017. Il Centro sorgerà in via Paolo Nanni Costa 14, sull’area antistante l’Opificio Golinelli, a completare, con una forte caratura artistica e simbolica, la cittadella per la conoscenza e la cultura. Il cuore espositivo è un parallelepipedo a pianta libera di dimensioni 30x20 metri, di altezza pari a 8 metri; un grande spazio di circa 700 metri quadrati, con pavimentazione in cemento trattato, privo di partizioni o rigide organizzazioni planimetriche, e che consentirà la massima flessibilità. La pianta rettangolare libera sarà infatti la cornice nella quale prevedere le più diverse attività che la Fondazione vorrà promuovere: esposizioni, conferenze, mostre, concerti e proiezioni troveranno facile adattamento e potranno via via modificarsi nel tempo, reimmaginandosi, sempre in chiave contemporanea e al passo coi tempi.
Primo evento aperto al pubblico nel Centro Arti e Scienze Golinelli sarà la mostra di arte e scienza “Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà”, in programma dal 4 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018. Un percorso espositivo ideato e prodotto da Fondazione Golinelli, un progetto di Giovanni Carrada, a cura di Giovanni Carrada per la parte scientifica e Cristiana Perrella per la parte artistica. “Imprevedibile” è una mostra su come e perché le nuove idee possono creare un futuro migliore. Si articola attraverso 6 sezioni: Il futuro arriva comunque; Il futuro crea più di quanto distrugga; Il futuro non si lascia prevedere; Il pregiudizio contro le cose nuove; Fare i conti con la natura; Chi non innova rischia di perdere anche il proprio passato.
Perché è meglio vivere in un mondo che cambia, anche se imprevedibile? Perché ci si può preparare a un futuro che non possiamo prevedere? E come? Le risposte alla prima domanda educano a un atteggiamento positivo ma non ingenuo nei confronti dell’innovazione e dei cambiamenti che essa produce, e che non sono solo di tipo materiale, ma anche politico e morale. Il futuro cui l’innovazione dà vita è in realtà imprevedibile, e questo facciamo fatica ad accettarlo, tanto che ci siamo sempre fatti illudere da profeti di ogni tipo. Ma proprio la sua imprevedibilità, insieme al fatto che aumenta le risorse a disposizione, è la migliore garanzia di una società aperta e mobile, e che offre a un maggior numero di persone la possibilità di vivere una vita piena di senso e soddisfazioni. La seconda domanda rimanda invece al fatto che il futuro è sì imprevedibile, ma “funziona” sempre allo stesso modo, almeno nelle economie moderne, e per questo ci si può preparare imparando dalle esperienze del passato più o meno recente. E capire “come funziona il futuro”, non uno in particolare ma il futuro in generale, è il cuore della mostra.