Abitare a Bellavista. Un quartiere Olivetti
Una mostra a cura di Associazione Archivio Storico Olivetti e Urban Lab.
Comunicato stampa
Come si vive oggi in un quartiere simbolo dell’architettura olivettiana? Associazione Archivio Storico Olivetti e Urban Lab provano a rispondere a questa domanda con una mostra che, attraverso le fotografie di Paolo Mazzo, disegni storici d’archivio e interviste agli abitanti, documenta piani, progetti e vita di uno dei principali insediamenti residenziali realizzati dalla Olivetti tra la fine degli anni ‘50 e ‘70.
Un’occasione per mettere in luce buone pratiche, opportunità e questioni aperte, per portare all’attenzione del pubblico le sfide e le possibili soluzioni che la conservazione di un prezioso patrimonio costruito pone alla vita delle città contemporanee.
La collaborazione tra Associazione Archivio Storico Olivetti e Urban Lab, con la partecipazione attiva dell’associazione di quartiere Bellavista Viva, propone una possibile sintesi tra indagine storica e ricognizione sul territorio, attraverso una documentazione articolata in registri diversi, che possono essere messi a servizio della pianificazione dello sviluppo urbano e sociale di porzioni di città di alto valore architettonico e urbanistico.
Il quartiere Bellavista di Ivrea rappresenta infatti un caso studio di grande interesse per molteplici ragioni. Le dinamiche di relazione sociale che serba con le sue circa 850 famiglie, il rapporto tra aree edificate e aree verdi (80.000 metri quadrati di verde e circa 850 essenze censite), un sistema di servizi e una rete viaria e pedonale di circolazione interna e periferica, traducono un modello fortemente connotato negli aspetti identitari di inclusione e “protezione” di un tessuto sociale che seppure nella modificazione avvenuta nel corso dei suoi oltre sessant’anni di vita, ha tratto nuova consapevolezza della propria fisionomia architettonica e sociale, a partire dalla nascita dell’associazione di quartiere Bellavista Viva nel 2012.
Per quanto collocato in un’area economica e sociale distante dalle dinamiche delle grandi città a forte crescita urbana negli anni del boom, Bellavista dialoga virtualmente con altri insediamenti simili per obiettivi e forme, come Lucento e Vallette a Torino, riproponendone criticità, valori e disvalori. La scala ridotta di una zona marginale geograficamente, ma centrale nello sviluppo industriale dell’area metropolitana di Torino, permette di ricucire le esperienze e sperimentare strumenti di indagine per la narrazione delle trasformazioni urbane, ma anche sociali, utili alla “presa in carico” degli spazi da parte delle comunità, riproducibili in altre aree a più alta densità e diversa distribuzione.
La mostra intende portare all’attenzione dei visitatori il valore delle testimonianze, delle fonti visive e sonore, dell’ascolto e della trasmissione della memoria storica in relazione alle trasformazioni e dinamiche di relazione sociale del quartiere, attraverso tre dispositivi narrativi: l’intervista, la fotografia e la documentazione d’archivio.