Acqua in Bocca
L’espressione artistica di una famiglia a confronto, che spazia dal disegno monumentale alle sculture ambientate fino all’installazione, in un contesto straordinario nel centro di una Venezia ignota, il Giardino storico di Palazzo Soranzo Cappello, che apre le porte all’arte contemporanea.
Comunicato stampa
ACQUA IN BOCCA
Omar Galliani, Michelangelo Galliani, Massimiliano Galliani
A cura di Flavio Arensi
Vernissage sabato 3 settembre 2011 ore 18.00
Giardino storico di Palazzo Soranzo Cappello, Rio Marin, Santa Croce 770, Venezia
Tutto prende forma da uno sguardo, uno sguardo seguito da un pensiero, un pensiero che diventa progetto. La dinamica tra teoria e applicazione pratica è la lezione fondamentale che un padre artista tramanda ai suoi figli che, cresciuti in un asilo estetico, di libera scelta si esprimono attraverso l'arte.
A dare forma a questa visione sono tre artisti di generazione, formazione ed espressione diverse, che portano lo stesso cognome e lo stesso carisma genetico: Omar Galliani, Michelangelo Galliani, Massimiliano Galliani.
L’espressione artistica di una famiglia a confronto, che spazia dal disegno monumentale alle sculture ambientate fino all’installazione, in un contesto straordinario nel centro di una Venezia ignota, il Giardino storico di Palazzo Soranzo Cappello, che apre le porte all’arte contemporanea.
Acqua in Bocca non è solo una mostra, quanto uno scenario complesso, site specific, pensato come percorso di arte ambientata in uno spazio pubblico nascosto ma ben connotato, che nei secoli scorsi ha ispirato i racconti di Henry James e Gabriele D’Annunzio.
Il progetto espositivo di Omar Galliani prevede un’installazione nel tempio neoclassico del Giardino con tre grandi opere mai esposte in Italia, appartenenti al noto ciclo dei Disegni Siamesi, divenuto sua cifra stilistica: figurazioni doppie, che si specchiano, in cui il Maestro rappresenta contrapposizioni e dicotomie, partendo sempre dalla specularità di un Disegno che riflette se stesso nel Soggetto, generando nuove identità.
Michelangelo Galliani propone 8 opere recenti, di cui molte inedite, poste in relazione allo scenario complesso dello spazio, ispirate a una dimensione onirica e al contempo naturale, tra cui un alveare in marmo con le celle ricolme di metallo, un grappolo di cuori in bronzo che dialoga coi grappoli di uva del vigneto in frutto, figure dormienti che riposano nel giardino su cuscini di piombo.
Massimiliano Galliani ambienta nella serra posta all’ingresso un’installazione di matrice politica dal titolo Liberté, égalité, fraternité, che si rifà agli attuali disordini civili in Libia e ai motivi dell'invasione per rovesciare il regime di Gheddafi. L’installazione, dove l’elemento centrale è un letto ottocentesco ricoperto da una bandiera francese, i cui piedi poggiano su ciotole riempite di petrolio, è rappresentata da forti elementi simbolici e popolari che riflettono sul concetto di invasione militare e culturale. L’artista sottolinea che a causa di motivazioni politiche la Soprintendenza ha rifiutato l’opera e sarà costretto a rimuoverla a ridosso dell’inaugurazione.
L’espressività di una famiglia d’arte e le lezioni di sguardo che si trasmettono naturalmente di generazione in generazione prendono forme e contaminazioni differenti, in una mostra che ha la matrice del tableau vivant.
Tre artisti con tre linguaggi diversi, i cui lavori trovano spazio in architetture recondite, tra piante secolari, dialogando tra loro e con il contesto naturale.
“Tre sentieri differenti che partono e raggiungono luoghi differenti; eppure tutti consapevoli qualsiasi sentiero sia stato battuto è pur sempre e solo un sentiero dell'anima, quindi uno, qualsiasi siano i viaggiatori, qualsiasi siano le mete”, per dirla con le parole del curatore Flavio Arensi.
Acqua in Bocca è realizzata in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici delle Province di Padova, Treviso, Belluno e Venezia, con il supporto di Bonelli ArteContemporanea.
La mostra è visitabile fino al 16 ottobre.
Orario e giorni di apertura: dal martedì alla domenica 11 - 13 e 15 - 18.30.
Il Giardino di Palazzo Soranzo Cappello
La profondità e la struttura di questo Giardino secolare e silenzioso si svela solo a chi oltrepassa il portone del Palazzo di Soranzo Cappello. Dall’esterno non si riesce a immaginarne il carattere e la dimensione, ben nascosto da un’imponente facciata seicentesca e da un lungo muro che corre lungo il canale di Rio Marin.
L’atmosfera visionaria e letteraria del Giardino, descritta sia nei racconti di Henry James (che vi ha ambientato il suo Carteggio Aspern), che nei Taccuini di D’Annunzio, si respira ancora oggi nel tempietto neoclassico e tra le statue antiche, alcune nelle nicchie, altre abbandonate sul terreno come segni archeologici, tra cui crescono piante spontanee da ormai 400 anni assieme ad eleganti gigli, piante profumate, alberi da frutta.
Il Giardino, ristrutturato con sapienza da Giuseppe Rallo, e precedentemente il Palazzo stesso da Tiziana Favaro della Soprintendenza per i beni architettonici di Venezia, oltre all’essere luogo di per sé attivo nella tutela del patrimonio storico, architettonico e naturale, assume un significato aggiunto che lo trasforma in itinerario di arte ambientata e pubblica. Il percorso delle opere dei Galliani, allestite a grande distanza l'una dall'altra, si estende dall'Atrio alla Serra dei Limoni, dalla Prima alla Seconda Corte, dai Sottoboschi lungo il Viale verso la Loggia ottocentesca, rendendo visitabile uno spazio solitamente inaccessibile.