Adam Cvijanovic – The Fall
Le opere di Cvijanovic in mostra a Milano ricreano nel loro complesso uno scenario in cui i singoli elementi (dipinti su carta Tyvek, dipinti su tela e su differenti supporti) ricostruiscono la storia di una passeggiata di Novembre tra i boschi del New Jersey, dove lui e sua moglie Julia rivivono un intenso ma breve viaggio compiuto a Capri nel 2013.
Comunicato stampa
La Blindarte è lieta di annunciare venerdì 14 Ottobre, dalle ore 18.00, l'apertura di “The Fall”, prima mostra personale nel nuovo spazio Blindarte di Milano, in via Palermo 11, dell'artista newyorkese Adam Cvijanovic e l’apertura il venerdì successivo, 21 Ottobre, dalle ore 19.00, della mostra "The Guts of the Living" dello stesso artista nello spazio Blindarte di Napoli, in via Caio Duilio 10. Le mostre proseguiranno fino ai primi di Gennaio 2017, con una pausa in concomitanza delle esposizioni ed aste previste per Novembre. Per info contattare Blindarte.
Le mostre seguono le prime due personali dell'artista alla Blindarte nel 2009 e nel 2011 e la collettiva "The Golden Ass" nel 2013.
Con queste mostre si inaugura il ciclo di esposizioni personali e collettive che coinvolge artisti di fama internazionale invitati a confrontarsi con le 2 città in cui la Blindarte è attiva.
Considerato tra i pittori figurativi più interessanti e innovativi della scena artistica contemporanea newyorkese, Adam Cvijanovic, presenterà il 14 ottobre a Milano, nel nuovo spazio Blindarte di via Palermo 11, nuove opere su tela e nuovi lavori realizzati con la famosa ed innovativa tecnica dei portable murales (“affreschi mobili”). Influenzati dalla pittura paesaggistica americana del XIX secolo e dalle tecniche cinematografiche del XX secolo, ed ispirati agli affreschi rinascimentali, i portable murales sono dipinti realizzati su carta Tyvek e successivamente applicati a parete in modo da creare imponenti installazioni pittoriche che coinvolgono gli interi ambienti espositivi, e che, tra l’altro, possono essere più volte staccate e riapplicate su altre superfici.
"The Fall" - Milano opening 14 Ottobre
Le opere di Cvijanovic in mostra a Milano ricreano nel loro complesso uno scenario in cui i singoli elementi (dipinti su carta Tyvek, dipinti su tela e su differenti supporti) ricostruiscono la storia di una passeggiata di Novembre tra i boschi del New Jersey, dove lui e sua moglie Julia rivivono un intenso ma breve viaggio compiuto a Capri nel 2013.
In aggiunta alle opere pittoriche, Cvijanovic ha scritto un beve testo, la cui lettura è diffusa ai visitatori attraverso cuffie auricolari ed assume un ruolo guida per la visita della mostra. Il visitatore è condotto verso un viaggio multisensoriale, accompagnato dalla voce dell’artista, attraverso i sentimenti e le emozioni che lui stesso rivive, relazionandoli con quelli della moglie, nel ricordo di quel giorno: un viaggio spazio-temporale che lo conduce, come in un film, dai boschi del New Jersey alle coste mozzafiato del golfo di Napoli.
I frammenti-dipinti si compongono di immagini che scorrono in maniera irregolare e ricostruiscono, forse per ciascuno in maniera differente, ricordi di attimi vissuti che, in qualche modo, riprendono vita e che resteranno per molto tempo vivi nelle memorie.
Come dice Cvijanovic, citando "Midnight's Children" di Salman Rushdie, la memoria ha le proprie caratteristiche che la rendono unica. Seleziona, elimina, altera, esagera, minimizza, glorifica o anche svilisce, ma alla fine crea la propria realtà. La sua eterogenea ma generalmente coerente versione degli eventi. E nessun essere umano sano da maggior fiducia alla versione di un altro rispetto alla propria.
''Remembrance of things past is not necessarily the remembrance of things as they were.”
― Marcel Proust
"The Guts of the Living" - Napoli opening 21 Ottobre
Il 21 Ottobre verrà inaugurata a Napoli la mostra "The Guts of the Living", che include diverse opere di Adam Cvijanovic, su tela e su diversi supporti, ed ovviamente i dipinti Flashe su Tyvek.
Anche le opere esposte presso la sede napoletana della Blindarte, come quelle esposte nella sede milanese, costituiscono un evidente narrazione che scaturisce dall’interazione delle immagini multiple. Come dice l’artista stesso, i dipinti con le loro storie si intrecciano tra di loro “come gli strumenti di un’orchestra”.
Differentemente dall’esposizione di Milano, in cui le opere tendono verso un punto di coesione, che corrisponde alla descrizione di un momento specifico, in "The Guts of the Living" la narrativa va verso una direzione più astratta, dove il punto focale corrisponde alla narrativa stessa.
Usando una varietà di tecniche diverse, dalla pittura ad olio al Flashe su Tyvek, tratto distintivo dell’artista, Cvijanovic fluttua da un tempo all’altro nell’archivio di immagini e storie, ricreando, innovando, associando immagini e cercando un significato, come se stesse - parole dell’artista - salvando i sopravvissuti da un naufragio.
Si nota il ritratto di Curzio Malaparte, al centro di uno dei trittici che compongono la mostra. Alla sua destra un dipinto su cartone rappresenta un gruppo di piedi, forse un gruppo di soldati denudati per l’addestramento oppure una linea di prigionieri che camminano verso un futuro incerto. Vincitori e sconfitti, tutti intercambiabili. Alla sua sinistra un’esplosione ritratta da una fotografia, il momento successivo. Nella luce soffusa del crepuscolo la conclusione del suo pensiero, un ricognizione ed un sogno. Al centro il ritratto dello scrittore Malaparte mentre consuma una sigaretta accesa. Ripreso da una fotografia, il dipinto è denso della luce drammatica del romanticismo di metà secolo. Dice l’artista del celebre scrittore...“è lui l’ultimo uomo, il sopravvissuto, l’inaffidabile testimone… E’ lui forse l’unico ad aver creduto agli scarponi neri, ma allo stesso tempo in grado di scorgerne i piedi nudi all’interno".
Non distante da questo trittico, facendo un salto nel tempo di oltre 400 anni, Cvijanovic presenta la Santa Caterina di Raffaello. Nel dipinto originale di Raffaello Santa Caterina si appoggia ad una ruota, strumento complice del suo martirio. La Santa è un’icona rimossa dal contesto del suo tempo, rappresentata in un luogo dove l’azione resta sospesa tra l’accaduto e il non accaduto, è una memoria di rinascita di un paradiso bizantino, dove passato e futuro si incontrano in un tempo presente. Nell’opera di Cvijanovic l’immagine della Santa appare incompleta; la ruota è scomparsa, oscurata dai danni provocati dal passare del tempo. L’intenzione di Raffaello è trasmessa solo parzialmente, come in un passato trasmesso a metà. Sulla sinistra un piccolo uomo viola fissa ansiosamente alla Santa. E’ un personaggio assurdo, proveniente da un altro tempo, anche in termini di linguaggio pittorico. Il suo fissare influenza la Santa. Come W. H. Auden scrisse su W. B. Yeats nei suoi poemi: “Le parole di un morto mutano nelle viscere dei vivi”. L’esperimento viene cambiato dall’osservatore, come diceva Schrodinger nello stesso periodo. Le intenzioni di Raffaello vengono così modificate dall'artista, come le sue intenzioni saranno modificate da chiunque vagherà per la galleria e guarderà fugacemente ai suoi dipinti.
Dall’atro parte della galleria, appare un angelo androgino con le ali spiegate, pronto a dispensare la grazia di Dio. Tratto da un piccolo olio del XVIII° secolo del pittore Piazzetta, il grande affresco che riproduce l’angelo ha ai suoi lati dipinti ad olio che ritraggono aerostati degli anni '20, che ben rappresentano, rispetto alla figura sovrannaturale, le difficoltà e fragilità del volo per gli esseri umani.
"The Guts of the Living" - dice Cvijanovic - è una mostra sul passato, su altri artisti, e la costante rivalutazione di quel passato e di quelle opere. E’ un omaggio all’abitudine degli artisti di esprimersi su altri artisti usando il presente, anche se sono appartenuti ad epoche passate o molto antiche.
Il vero privilegio di essere un artista " - continua - “ è la partecipazione a questa conversazione. Una conversazione che si estende dai primi dipinti rupestri a un futuro ignoto. Questa mostra è un mio piccolo e molto personale intervento in questa conversazione”.