Adelisa Selimbašić / Sara Lorusso – Fu desiderio che infine prende forma in un corpo

Informazioni Evento

Luogo
ADIACENZE
Vicolo Spirito Santo 1/B , Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mar-sab, 16.00-20.00 (mattina su appuntamento)

Vernissage
22/09/2022

ore 18

Artisti
Adelisa Selimbašić, Sara Lorusso
Curatori
Laura Rositani
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Il titolo è un verso tratto da “Non sempre ricordano” di Patrizia Vicinelli e vuole essere un omaggio alla poetessa e attrice bolognese, struggente nelle sue performances e dall’esistenza aggrovigliata.

Comunicato stampa

Giovedì 22 settembre inaugura negli spazi di Adiacenze la mostra “Fu desiderio che infine prende forma in un corpo” delle artiste Adelisa Selimbašić e Sara Lorusso, a cura di Laura Rositani e Adiacenze.

Il titolo è un verso tratto da "Non sempre ricordano” di Patrizia Vicinelli e vuole essere un omaggio alla poetessa e attrice bolognese, struggente nelle sue performances e dall’esistenza aggrovigliata. La ricerca di Vicinelli trasforma la parola in gesto e corpo, attivando un concetto di performatività della parola connessa alla sperimentazione della corporeità. La rabbia si trasforma in desiderio, passione espressa attraverso un linguaggio che travalica, scompone, reinventa la scrittura. Quando scrive e quando recita si serve di una forza fisica, una potenza grafica e sonora che travalica la pagina ed entra nel reale.
Il riferimento a Patrizia Vicinelli non è tanto legato alla sua pratica poetica ma più alla necessità di evadere da regole stilistiche consuete per tradurre un’esigenza fisica e vocale che scombina i piani temporali. Frantumare la sintassi e ricomporla dando accesso ad una dimensione alternativa, ad una visione altra. Vicinelli forza, scompone e altera il linguaggio lasciandone un frammento.
Adelisa Selimbašić (Malsch Karlsruhe, Germania, 1996) e Sara Lorusso (Bologna, 1995) seguono lo stesso processo di scomposizione e restituzione di una visione frantumata che evade dall’ordinario e ci riconsegnano una realtà fatta di cut-ups, di dettagli perturbanti. Sono i particolari dei corpi femminili che ci consentono di ridisegnare utopiche oasi del desiderio. Le linee che delimitano i dettagli dei corpi diventano scenari quasi paesaggistici da ripercorrere con lo sguardo, da salire e scendere come pendii di panorami sinuosi verso uno spazio ipotetico. In questa cornice di rapimenti epidermici e flash sinestetici, sfuggenti come il concetto stesso di desiderio, desiderare diventa la strategia per decostruire e ricomporre il costituito, lo standardizzato.
Il desiderio e il corpo sono centrali nelle ricerche di Adelisa Selimbašićće Sara Lorusso che, attraverso il mezzo pittorico e fotografico, ci portano ad un’idea di decolonizzazione del corpo femminile che si libera dagli standard estetici e sociali per emergere e ripartire attraverso derive legate all’erotismo e al perturbante. Allontanarsi dal corpo soggetto per attivare processi di ritorno, significa mettere in discussione il concetto stesso di desiderio che nella nostra società si esprime attraverso la presenza di un oggetto.
Ribaltare il concetto di estetica per lasciare spazio ad un’idea di unicità ed identità. Desiderio come esperienza conflittuale, l’interruzione tra soggetto e oggetto, tra persone, tra persone e cose o all’interno di sé stessi. Per dirlo con le parole di Elisa Cuter in “Ripartire dal desiderio”:
«Il desiderio, anzi, è proprio quello che ci svela di non essere un tutto conchiuso, un individuo isolato. E quello che ci fa scoprire che ci sono delle cose che non dipendono da noi, che non possiamo decidere a priori. Cose che semplicemente ci accadono, proprio come ci accade di sentirci attratti da qualcuno, di desiderare qualcosa. Si può sperare che questo conflitto resti confinato esclusivamente all’ambito privato dell’esistenza umana? Sarebbe un obiettivo politico utile? O è piuttosto il fatto che questo conflitto esondi dal sessuale, e si riversi anche sulla società tutta, ad avere un valore politico?».

BIO

Sara Lorusso
Sara Lorusso nasce nel 1995 nella campagna dell'Emilia Romagna. Fin da piccola è stata affascinata dalla natura e dalle creature che la popolavano, forse è qui che è nata la sua passione per l'osservazione. Da sempre interessata al ruolo della donna nella società odierna, le piace raccontare storie vere di persone che le sono vicine o anche di persone che ha appena incontrato. Fin dal primo approccio con la fotografia ha cercato di diffondere un messaggio di inclusione, il corpo umano è sempre stato oggettivato ed estetizzato. Dobbiamo rappresentare la realtà in cui viviamo, dove la perfezione non esiste. Vuole l'uguaglianza di genere. Attraverso le sue foto vorrebbe che tutti esprimessero il diritto ad essere noi stessi. È co-fondatrice di Mulieris Magazine.

Adelisa Selimbašić
Nata nel 1996, in Germania, Adelisa è un’artista italo-bosniaca che vive e lavora a Milano. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ha conseguito la laurea in pittura. Ha partecipato a vari workshop come Forte Marghera, curato da Carlo Di Raco e Montagne De Venise, con l’artista Jona Friedman. Ha partecipato a concorsi dove ha ottenuto vari riconoscimenti: The Sunny Art Prize, Combat Prize, Arte Laguna Prize ed il Carnello Prize, tra
alcuni. Recentemente ha avuto la sua prima personale Non ci incontreremo mai così giovani, presentata da galleria Ipercubo e curata da Luca Zuccala, presso lo spazio State Of__, Milano, IT. Si trova in varie collezioni come: la collezione di Ernesto Esposito, Soho House Roma, Collezione ViaFarini, Collezione Ettore Rossetta, Isorropiahomegallery, Frase collection e private. Ha esposto in diverse collettive, tra le più recenti: Break-in. Temporal displacement, The Address Gallery, Brescia (IT), curata da Arnold Braho; O castelos dos destinos cruzados,
Dinamo gallery, Porto (P), curata da Giulio Verago; Extraordinario, Vega Vulcano srl, Mestre (IT), curata da Daniele Capra e Nico Covre; Kru, palazzo del Medico, Carrara (IT), curata da Chiara Guidi e Gloria Amorena; Perché siamo come tronchi nella neve, chiostro dei glicini- humanitary society, Milano (IT), curata da Luca Zuccala e Andrea Tinterri; Entracte, Galleria Renata Fabbri, Milano (IT), curata da Chiara Guidi. Inoltre, ha partecipato alle residenze VIR Viafarini (Milano, IT) e IFITRY centre pour l’art contemperain (Essaouira, MA).