Adi Haxhiaj – Ritornanze
Villa Contemporanea è lieta di presentare Ritornanze, personale di Adi Haxhiaj, al suo secondo appuntamento a Monza.
Comunicato stampa
Villa Contemporanea è lieta di presentare Ritornanze, personale di Adi Haxhiaj, al suo secondo appuntamento a Monza.
Artista eclettico e interessantissimo, egli utilizza la tecnica pittorica su oggetti trovati oppure su tele assemblate che vengono dipinte negli studi di altri artisti. Le superfici delle sue opere presentano un'imprimitura tradizionale e velature di colori trasparenti che formano una membrana pittorica, una seconda pelle in cui è impressa una memoria: ciò che appare è la realtà delle cose, la visione d'insieme, l'unità organica dell'ambiente che le circondava. La pittura agisce quindi superficialmente, sulla pelle delle cose, come la corteccia per un tronco, come la crosta di sangue coagulato per l'epidermide.
Scrive Leda Lunghi nel testo critico che accompagna la mostra: “Nate dall'ignoto di una strada o di un immaginario, sono tele divenute luoghi surreali, si aggrappano al mondo, se ci si avvicina si scorgono dettagli che raccontano la loro vita e se si accosta l'orecchio si può persino sentirle respirare, sono opere che riprendono immagini al limite della sparizione, esse vivono un eterno conflitto tra la vita e la morte, dimorano nello sgomento, ma anche nel coraggio, nel coraggio di sopravvivere al limbo del surreale e dell'inconscio, esse vi dirigeranno verso realtà ulteriori, perché perdurano di una vita propria”. E ancora: “Secondo Adi Haxhiaj è il dettaglio che rende viva l'opera, ed è da questo piccolo ma essenziale particolare da cui essa nasce e muore rigenerandosi, in un susseguirsi di metamorfosi che passano attraverso il concetto indefinito di tempo”.
Ogni cosa per Haxhiaj è superficie su cui imprimere, attraverso la pittura, la memoria di un oggetto; le sue tele sono frammenti, tracce di una realtà che si fonde con l’immaginario dell’artista e verso la quale la sua creatività trova ampio respiro. L’artista dà voce al reale ma anche alla sua immaginazione, ci trasporta nel suo mondo e ci lascia liberi di scoprire particolari e tracce che aprono nuovi scenari nella nostra mente.
Questa serie pittorica chiude un ciclo di opere iniziate tempo fa e alle quali Haxhiaj ha dedicato la maggior parte della sua ricerca. Scrive Lunghi: “Ritornanze descrive qualcosa che ritorna, l’oblio che rinasce, la linea sottile che divide la vita dalla morte, il tentativo forse vano, forse no, delle opere di resistere all'esistenza. La loro capacità di sopravvive, sopravvive a noi, ad ogni singolo nostro respiro, atto, desiderio, a quest’immensa paura che abbiamo dell'esistenza.
Lei, l'opera, è lì che osserva, nella sua solitudine e alienazione.”
Mostra e testo critico a cura di Leda Lunghi.
Adi Haxhiaj è nato a Tirana, Albania, nel 1989, vive e lavora a Milano.
Ha mostrato in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra le sue mostre ricordiamo: Au Fil Du Temps, Premio Onufri, Galleria Nazionale Tirana, a cura di Gaetano Centrone, Tirana, Albania, 2018; Caos Colore, Biennale d’Arte di Alessandria, Omnia, Palazzo Monferrato, Alessandria, a cura di Matteo Galbiati, 2018; E luce fu, Premio Arti Visive San Fedele 2016/2017, Galleria San Fedele, Milano, 2017 (testo critico in cat. a cura di Daniele Astrologo Abadal); Premio Lissone 2016, Museo di Arte Contemporanea, Lissone, 2016; Fragile come una scultura solido come un quadro, con Silvia Vendramel, a cura di Alberto Zanchetta, Villa Contemporanea, Monza, 2016; Epicentri, a cura di Fabio Carnaghi, Terme di Como Romana, 2016; Cantieri Radetzky, a cura di Mirko Canesi e Andrea Lacarpia, Edicola Radetzky, Milano, 2016; La presenza nascosta, a cura di Fabio Carnaghi, Museo Archeologico di Angera, Varese, 2016; Codice Italia Academy, a cura di Vincenzo Trione, Palazzo Grimani, Venezia, 2015; The Fictitious Present, Inter-Youth Art Exhibition – China Academy of Art, Pinacoteca di Hangzhou, China, 2015; Coagulatio, a cura di Andrea Lacarpia, Dimora Artica, Milano, 2014; Universale-Particolare, a cura di Viola Invernizzi, Galleria Moitre, Torino, 2014; Are we what we eat? Sustainability and art, a cura di Antonio D’Avossa, Chiesa di San Carpoforo, Milano/Concoran College, Washington DC, U.S.A., 2013; Andata e Ritorno 2, a cura di Olson Lamaj, Galleria Fab/Galleria Miza, Tirana, 2013; All’inizio non era un’isola, a cura di Remo Salvadori, Assab One, Milano, 2011.