Aedificante. Cantiere. Cultura. Persone. Futuro
Torna la fotografia d’autore alla Fondazione Stelline con la mostra Aedificante. Cantiere. Cultura. Persone. Futuro.
Comunicato stampa
Dal 10 al 26 febbraio 2023, torna la fotografia d’autore alla Fondazione Stelline con la mostra Aedificante. Cantiere. Cultura. Persone. Futuro a cura di Angelo Dadda e con gli scatti di Giacomo Albo che celebra il “saper fare” delle maestranze di cantiere. Un progetto culturale voluto e ideato da un illuminato imprenditore edile bergamasco, Giuseppe Taramelli, che intende aprire una riflessione sul futuro del settore delle costruzioni in Italia.
Una galleria di 32 immagini in bianco e nero costituisce un racconto che immortala la metamorfosi del paesaggio di cantiere, un insieme di strutture solide, spirito d’iniziativa e intelligenza applicata. È un omaggio ai lavori in corso nei cantieri edili, nei quali la manodopera specializzata, formata e preparata sta scomparendo. Mettendo a repentaglio un intero settore.
Edificare significa fondare, costruire, realizzare, innalzare strutture, edifici, dimore, ma vuol dire anche metterle in relazione con l’ambiente, il paesaggio, il territorio circostanti. E, ancor più, edificare significa elevarsi, disporsi alla crescita interiore, formarsi. È su questo molteplice binario interpretativo che si svolge il percorso della mostra: il cantiere è un luogo in cui le “cose” prendono forma, grazie allo scrupolo, alla dedizione e all’attenzione di chi vi lavora. «Aedificante, in apparenza, è una mostra fotografica che racconta come vengono costruiti gli edifici. Nella realtà è la ricerca della costruzione perduta all'epoca dei rendering», spiega Giuseppe Taramelli. «Aedificante non racconta solo la costruzioni degli edifici, ma anche di una coscienza, di un amore». Scatto dopo scatto, l’intervento di cantiere, sia esso su edifici residenziali, didattici, artigianali, terziari o produttivi, diventa immagine poetica: l’insieme, apparentemente caotico in cui la provvisorietà e la confusione dominano la scena, via via si trasforma col lavoro delle maestranze, che guadagna i propri spazi, li scava, li assembla, li innalza, li edifica.
«La confezione dei materiali, approntati in loco, nasconde una perizia che comunica competenza e abilità», afferma l’architetto e fotografo Giacomo Albo. «In questi scatti non vi è presenza umana, ma la sua testimonianza si riverbera nei manufatti che compongono il disegno dell’architettura». «La mostra a Milano è solo un primo passo di una serie di iniziative immaginate per far cambiare il punto di vista sul cantiere e il valore del capitale umano impiegato», dichiara Taramelli. «È la denuncia di un’esigenza pratica di manodopera qualificata che si traduce e riverbera in un progetto culturale e di comunicazione sociale. Il cantiere è territorio e forma mentis, è luogo di realizzazione di progetti architettonici e di vita, di professionalità e di economie, di studio e orgogliosa partecipazione al sogno di realizzare qualcosa di importante e di unico».
A integrazione della mostra, sono presenti una galleria di fotografie a colori di Giacomo Albo che immortalano i gesti quotidiani di donne e uomini al lavoro, un breve video-racconto e un percorso didattico tra installazioni simboliche di situazioni tipiche del cantiere dedicato ai più giovani, protagonisti di una futura opera di formazione. Aedificante intende infatti trasmettere un messaggio educativo di crescita e bellezza interiori ed esteriori, perché il cantiere è etimologicamente “la trave che sostiene […] persone, edifici e comunità, portando lavoro, identità e futuro”. L’esposizione è accompagnata dal catalogo sempre a cura di Angelo Dadda che raccoglie una selezione più ampia di immagini di cantiere e che presenta un’introduzione del sociologo Francesco Morace.