Aeterna. Il sogno di Roma nell’arte fiamminga tra ‘500 e ‘600
Comunicato stampa
Roma come concetto: il più importante nella storia dell’arte occidentale. Tutto confluisce a Roma o vi si oppone. Ma quale Roma? Quella degli Imperatori? Quella dei Papi? Quella delle sue campagne? Quella che irradia dal fulcro del suo mito fino a lambire gli estremi di un continente?
Fino a quale punto l’idea artistica di Roma ha qualche attinenza con il reale? Quando si trasforma in qualcosa di diverso?
La mostra si propone di indagare alcuni di questi aspetti dal punto di vista storico e critico, attraverso una serie di veri e propri case studies, una selezione limitata di opere scelte per il loro particolare rapporto di estetica e di contenuto con Roma.
L’intero evento nasce sotto il mecenatismo di Antonello Colonna, che in questi mesi festeggerà i 150 anni di attività famigliare nel settore della ristorazione. Un nome che è ormai parte integrante della Storia culturale e culinaria italiana, sinonimo stesso di romanità. La mostra, dunque, sarà anche una sorta di evento celebrativo dei risultati ottenuti da Colonna, proprio alla maniera degli antichi “trionfi” romani.
La linea di indagine sarà quella tipica della Galleria Caretto & Occhinegro, attraverso dipinti fiamminghi del ‘500 e del ‘600, che -per la prima volta in Italia- verranno messi in dialogo con reperti archeologici romani. Una serie di installazioni site specific realizzate con la collaborazione di Cavagnis Lacerenza Fine Art, galleria internazionale con sede a Milano, specialista assoluta di riferimento in Italia per le antichità classiche e la scultura europea. L’occasione sarà la migliore per mostrare una serie di opere inedite, riportate in dialogo diretto dopo secoli, alla scoperta di un capitolo cruciale della storia dell’Arte. Tra tutte, la Giuditta con la Testa di Oloferne di Frans Floris, recentemente riscoperta dalla Caretto & Occhinegro ed eccezionale aggiunta al catalogo dell’importante autore, affiancata all’inedita statua del Bonus Eventus, monumentale scultura in marmo del II secolo d.C. L’opera, riportata ai suoi splendori a seguito di un’accurata campagna di studio e ricerca, aggiunge un importante tassello nella storia del collezionismo.
Il progetto punta a trasmettere quella medesima atmosfera di suggestioni e proiezioni mentali incentrate su Roma, che divennero fulcro di ricerca per gli artisti fiamminghi tra XVI e XVII secolo. L’attenzione per un panneggio o per un reperto romano, lo sguardo verso le rovine antiche immerse in un bosco, la concreta spazialità di un dramma sacro, il disegno all’italiana, il tutto reinterpretato e riproposto con occhi nordici, in un processo di trasformazione e costante palingenesi.
Prima del Grand Tour -e cantiere di idee ad esso propedeutico- gli artisti fiamminghi, dunque, furono tra i primi “stranieri” ad affrontare il binomio antichità/classicità, intesa come impalcatura concettuale a due piani, in cui tutta la Penisola fu recepita sia come contenitore/custode dei fasti di un Impero perduto nel tempo, sia come luogo di riscoperta e rilancio di questa grandezza attraverso la “maniera moderna” del Rinascimento Italiano: non con acritica adorazione, ma con sincero entusiasmo, dagli esiti del tutto imprevedibili.
Non mancherà un capitolo dedicato a Roma come simbolo del mondo Cattolico, con un’arte ben precisa, sorretta da regole opposte a quelle del mondo protestante. Infine, ci sarà spazio anche per il paesaggio, silente testimone, e quinta teatrale per ognuna di queste vicende, in una fusione di natura ed arte che, già nei primi decenni del XVII secolo, darà il via ad un genere specifico di paesaggio grazie a Jan Brueghel il Vecchio.
Un excursus che non vuole essere didascalico, quanto piuttosto volto ad offrire un quadro critico attraverso varie opere -o gruppi di opere- che si configurano come episodi di un’indagine, un viaggio che vuole persistere nella memoria come un sogno al proprio risveglio: il sogno di Roma.
<<A distanza di due anni dal primo progetto di ricerca che abbiamo avviato in quella che ormai è la nostra sede espositiva ufficiale, siamo lieti di poter presentare una mostra frutto di un lavoro lungo ed accurato, nella convinzione di poter offrire al pubblico italiano un focus trasversale ed inedito, ricco di spunti critici e di stimoli, che per noi sono l’aspetto più importante in una rassegna che punta ad essere prima di tutto culturale>> Caretto & Occhinegro
<<Quest’anno vi saranno diversi eventi dedicati al rapporto tra il mondo e l’Antichità romana, penso ad esempio alla grande mostra alla Galleria Borghese “Il Tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”. Non c’era dunque momento più propizio per dare il via a questo progetto espositivo, nato dal sodalizio con Caretto&Occhinegro con la volontà di regalare ai miei amici ed ospiti una mostra culturale di assoluta eccellenza e di regalarmi un giusto festeggiamento per la lunga strada percorsa dalla mia famiglia>> Antonello Colonna.