Africa dove vive lo spirito dell’arte
Realizzata dall’Associazione Arte per Voi e promossa dalla Città di Rivoli, l’esposizione presenta un nuovo progetto mirante a illustrare momenti salienti di un processo evolutivo nel campo artistico dell’arte africana in dialogo, confronto, raffronto, con opere di arte contemporanea ad esse ispirate.
Comunicato stampa
Dal 20 novembre al 29 gennaio 2017 la casa del Conte Verde, tra i principali poli culturali della Città di Rivoli, ospita la mostra “Africa, dove vive lo spirito dell’arte”.
Realizzata dall’Associazione Arte per Voi e promossa dalla Città di Rivoli, l’esposizione presenta un nuovo progetto mirante a illustrare momenti salienti di un processo evolutivo nel campo artistico dell’arte africana in dialogo, confronto, raffronto, con opere di arte contemporanea ad esse ispirate.
Le opere sono state selezionate fra le più significative e iconiche della collezione di Anna Alberghina e Bruno Albertino, Ettore Brezzo e Gianluigi Nicola. La mostra è a cura di Donatella Avanzo e Luigi Castagna.
Nelle sale saranno esposte oltre 100 opere tra sculture, maschere, feticci e una selezione di scatti fotografici di Anna Alberghina.
Tra gli artisti contemporanei invitati a farsi suggestionare dallo spirito dell’arte africano troviamo Silvana Alasia, Tiziana Berrola, Olimpia Biasi, Raffaella Brusaglino, Carla Campanella, Claudio Carrieri, Ezio Gribaudo, Giancarlo Laurenti, George Lilanga, Cesco Magnolato, Ugo Nespolo, Fabrizio e Nicolò Roccatello, Marina Tabacco, Valeria Tomasi, Nino Ventura e Pietro Weber.
Nella presentazione del catalogo Donatella Avanzo scrive:
“L'Arte Africana è stata per lungo tempo sottovalutata e dimenticata fino a quando negli anni immediatamente precedenti alla prima guerra mondiale venne riscoperta per merito di un gruppo di artisti tra i quali figurano i nomi di Picasso, Matisse, Braque, Derain. L'entusiasmo con cui essi attinsero alla grande lezione formale offerta da quegli "idoli" di terre lontane, ridusse la loro ricerca al puro piano estetico con l'errore conseguente di applicare all'arte negra canoni di valutazione occidentale.
Sono state le ricerche di collezionisti illuminati e di etnografi sensibili e informati dell'arte del loro tempo che hanno dato alle opere africane un senso più ricco, collocandole ciascuna nell'ambito creativo originario, rivelandone il valore simbolico, spiegandone le condizioni di impiego e la funzione magico religiosa”.