African Design. I metalli del potere
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A Lugano una delle maggiori esposizioni temporanee mai realizzate sulle monete e gli emblemi del potere tradizionali africani.
Comunicato stampa
Dal 13 febbraio al 21 settembre 2025, il Museo delle Culture (MUSEC) di Lugano
presenta l’esposizione temporanea «African design. I metalli del potere».
Con quasi quattrocento monete tradizionali ed emblemi del potere allestiti su due
piani dello Spazio Mostre di Villa Malpensata, è probabilmente la più grande
mostra mai realizzata sull’argomento. Il visitatore è testimone di un affascinante
dialogo tra storia, collezionismo, design, arte e cultura, che mette in luce la ricca
varietà di significati e di valori attribuiti alle opere esposte.
Monete tradizionali ed emblemi del potere giunsero in Europa per la prima volta
nell’Ottocento, nel contesto delle prime esplorazioni e della colonizzazione
dell’entroterra del continente africano, le quali furono sostenute da ricerche di
carattere etnografico volte a documentare la conoscenza di popoli «altri», anche
attraverso la raccolta di oggetti di cultura materiale.
A partire dagli ultimi decenni del Novecento, in seguito ai fenomeni di
acculturazione che storicizzarono molte tradizioni locali, tali opere furono
progressivamente alienate dalle terre di origine. Grazie al loro aspetto
sorprendentemente «moderno», in Occidente attirarono l’attenzione di un
collezionismo eterogeneo che le selezionava a seconda dei propri interessi
specifici: dall’arte etnica alla numismatica, passando per l’arte moderna e il design
d’interni.
Le opere presentate al MUSEC illustrano la funzione e il viaggio di tali oggetti,
nonché la sorprendente risemantizzazione cui sono andati incontro nel corso del
tempo nel loro passaggio dall’Africa all’Europa, che li colloca tra arte e cultura,
passato e presente; tra il prestigio di una cultura di origine che crea e il prestigio
di una cultura di destinazione che interpreta e rinnova.
L’esposizione è stata resa possibile dalla musealizzazione di due importanti
collezioni, costituite da Giorgio Antonini e da Pieter e Catherine Coray tra gli anni
Ottanta del Novecento e l’inizio del Duemila, nel momento di maggiore disponibilità
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delle opere africane di metallo sul mercato dell’arte. Il percorso espositivo è
completato con prestiti di opere della Collezione Rossini e con altre opere della
Collezione Coray. Sono inoltre esposte alcune opere della Collezione Nodari, di
proprietà del Cantone e depositate al MUSEC.
L’insieme delle opere presentate a Lugano offre una panoramica esaustiva delle
monete tradizionali e degli emblemi del potere africani, di cui sono evidenziati la
diversità delle forme e i molteplici significati simbolici, senza dimenticare il
particolare fascino estetico, che ha influenzato anche il design occidentale.
APPROFONDIMENTI
Il percorso espositivo e l’allestimento
L’esposizione temporanea è curata da Moira Luraschi, ricercatrice del MUSEC e
da Paolo Maiullari, responsabile della ricerca e delle esposizioni del MUSEC.
L’allestimento è stato progettato e realizzato dal Laboratorio di conservazione e
allestimenti del Museo.
Il primo piano dell’esposizione è dedicato al contesto africano d’origine; i visitatori
sono introdotti alla notevole varietà delle monete tradizionali, di cui è sottolineato
il valore simbolico. Particolare attenzione è rivolta alla figura del fabbro,
considerato nelle società africane come abile artefice di oggetti fondamentali per
la comunità, ma anche come alchimista che lavora, trasformandoli, con elementi
primordiali quali la pietra da cui si estraggono i metalli e il fuoco con cui si lavorano.
I colori dell’allestimento, nelle tonalità del giallo e del marrone scuro, evocano il
contesto delle transazioni commerciali e delle cerimonie in cui questi oggetti erano
utilizzati.
Al piano superiore, una forte transizione cromatica introduce il contesto
occidentale di fruizione delle monete e degli emblemi del potere, con pareti e
supporti laccati in bianco opaco che richiamano il «white box» tipico del design
d’interni e degli spazi museali della seconda metà del Novecento. In questo
ambiente, le opere sono presentate per la loro sorprendente e moderna qualità
estetica. Un gioco di luci nascoste proietta ombre geometriche sulle pareti,
esaltando ulteriormente la bellezza del design.
La mostra si conclude con una selezione di oggetti in metallo realizzati per
soddisfare le richieste del mercato, segno che l’interesse collezionistico ha
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incentivato i fabbri africani a produrre opere ad esso destinate, reinterpretando
forme e oggetti della tradizione.
Il catalogo
Luraschi Moira & Maiullari Paolo (a cura di), African design. I metalli del potere
(collana «Altrarti»/7), FCM, Lugano 2025. ISBN 979-12-80443-12-0. Pp. 302.
CHF 48.
Testi di Paolo Maiullari, «Il progetto ‘African design’»; Josette Rivallain, «Monete
africane e prospettive europee»; Moira Luraschi, «I fabbri africani e le forme del
potere»; Rossana Gaddi, «Le cose che siamo. Design, arte e cultura materiale
africana»; René Chopard, «Un approccio metodologico alle paleomonete. Da
oggetto mercantile a soggetto d’integrazione». Schede delle opere a cura di
Moira Luraschi.
La Collezione Antonini
Costituita tra gli anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila, la collezione è il frutto di
una passione nata durante i viaggi di lavoro di Giorgio Antonini in Africa, negli anni
Settanta. Affascinato dall’aspetto moderno e dall’essenzialità formale delle monete
tradizionali africane, Antonini ha intravisto in alcune opere richiami a celebri artisti
come Giacometti. La maggior parte degli oggetti è stata acquisita in Europa, in
particolare in Inghilterra, Belgio, Francia e Italia, quando il mercato di questi
manufatti era di nicchia.
La Collezione Coray
Pieter e Catherine Coray hanno iniziato a raccogliere la loro collezione tra gli anni
Ottanta e Novanta, ispirati dalle opere viste nelle gallerie d’arte africana di Parigi.
Nonostante Pieter Coray fosse già familiare con l’arte africana grazie al padre Han
Coray, noto collezionista, le monete africane di metallo rappresentavano per lui
una novità. Il forte richiamo al design e la passione per l’arte e la cultura africana
hanno guidato i coniugi Coray nella creazione di una raccolta che documenta un
genere singolare, poco diffuso e conosciuto.
La ricerca
Il progetto espositivo è stato sviluppato da un gruppo di lavoro multidisciplinare e
internazionale, composto da specialisti di arte, cultura e monete tradizionali
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africane, di design occidentale e di relazioni tra economia e antropologia.
L’obiettivo è stato duplice: da un lato, precisare o completare le informazioni su
significati, funzioni, valori e contesti d’uso di opere nel complesso poco
documentate; dall’altro seguire la traiettoria che ha portato alla loro sorprendente
risemantizzazione nel mondo culturale occidentale, in particolare nel periodo in cui
i canoni classici del design erano rimessi in discussione.
Il progetto «Altrarti»
«Altrarti» è il progetto che richiama le ragioni fondanti del MUSEC, indicate da
Serge Brignoni (1903-2002) nel valore che le arti etniche hanno avuto
nell’elaborazione dei linguaggi artistici dell’umanità. Nato nel 2005, il progetto
intende esplorare l’opera d’arte attraverso i suoi generi, accostando tra loro
insiemi significativi di manufatti e osservandoli tramite il maggior numero possibile
di punti di vista. Attraverso ricerche fondate sulla più ampia compresenza degli
approcci disciplinari e delle ottiche interpretative, il progetto vuole mettere in luce
la complessità dei significati e dei valori in gioco, collocando la creatività nel più
ampio contesto delle manifestazioni della cultura.
Sul fronte editoriale, la collana «Altrarti» pubblica gli esiti dell’omonimo percorso
di ricerca. Ogni volume presenta una serie di saggi introduttivi che sono in genere
il risultato diretto del confronto e della discussione seminariale che ha animato
ciascun progetto. Gli articoli sono corredati da illustrazioni minimali per chiarire
visivamente gli argomenti in questione e da bibliografie accurate che intendono
offrire al lettore una panoramica sullo stato dell’arte. Seguono le riproduzioni a
colori di tutte le opere esposte e, in alcuni casi, anche di altre opere che fanno
parte delle collezioni presentate al pubblico. L’iconografia è arricchita da pagine
di presentazione, schede scientifiche, carte tematiche e apparati che consentono
di precisare gli argomenti e di avere a disposizione una solida guida metodologica.
Eventi collaterali
La ricerca e le esposizioni temporanee sono integrate da incontri, attività
seminariali, attività educative, spettacoli e altri generi di eventi che il MUSEC
organizza con i suoi partner. Informazioni aggiornate sulle attività correnti e sulle
prossime esposizioni temporanee del ciclo «Altrarti», nonché ulteriori informazioni
sulle iniziative del MUSEC, sono disponibili sul sito www.musec.ch.