Agostino Arrivabene – Anàbasis
Il Museo Civico delle Capuccine di Bagnacavallo (Ravenna) presenta, nella sede dell’Ex Convento di San Francesco, Anábasis, personale dell’artista lombardo Agostino Arrivabene.
Comunicato stampa
Il Museo Civico delle Capuccine di Bagnacavallo (Ravenna) presenta dal 19 settembre all’8 novembre, nella sede dell’Ex Convento di San Francesco, Anábasis, personale dell’artista lombardo Agostino Arrivabene. Un progetto curato da Diego Galizzi, direttore del museo romagnolo, realizzato in collaborazione con la Galleria Giovanni Bonelli, che presenta circa quaranta opere: una ventina di nuovi dipinti di cui un paio di dimensioni monumentali, oltre a quattro opere scultoree – prima assoluta per questo autore – due in bronzo, una in marmo e una in tassidermia.
Riferimento concettuale per la mostra di Arrivabene sembra essere Mnemosyne, l’ultima opera congeniata da Aby Warburg – non finita perché, di fatto, considerata aperta e dunque “non finibile” – : il Bilderatlas che raccoglie nella sua natura di Atlante della Memoria un calembour di circa mille immagini realizzate assemblando riproduzioni fotografiche di opere rinascimentali, moderne e contemporanee; frammiste a ritagli di giornale, pubblicità, istantanee del giorno d’oggi, versione post-moderna della più classica delle Wunderkammern.
Arrivabene fa proprio il processo sintetico che fu di Warburg, agendo su un duplice registro – insieme colto e popolare – capace di tracciare un percorso coerente lungo i temi della grande storia dell’arte: rifacendosi al patrimonio condiviso rappresentato dalla mitologia greco-romana, vero fondamento etico e valoriale che caratterizza la società occidentale. Ad una visione macroscopica, collettiva e universale, combacia la più intima introspezione, l’indagine da parte dell’artista, sul proprio vissuto.
Milano, settembre 2015
|BIO|
Agostino Arrivabene nasce a Rivolta d’Adda (CR) nel 1967. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Milano, il suo lungo percorso artistico si è consolidato negli anni attraverso una complessa e continua sedimentazione, sostenuta dallo studio e dalla pratica della pittura, non escludendo l'apertura a codici espressivi diversi. Per lui tutta la storia dell'arte è un bacino inesauribile a cui attingere, come un crogiolo alchemico maturo di fermenti mutativi e contaminazioni continue.