Agostino Bonalumi – Il Teatro delle Forze

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MAZZOLENI
Piazza Solferino 2, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – sabato: 10.00 – 13.00 / 15.45 – 19.15
Domenica e lunedì su appuntamento.

Vernissage
01/11/2023

ore 18

Artisti
Agostino Bonalumi
Curatori
Marco Scotini
Generi
arte contemporanea, personale

Una importante retrospettiva dedicata ad Agostino Bonalumi a cura di Marco Scotini che presenterà sculture monumentali, documenti e bozzetti originali, attraverso un lato della produzione dell’artista meno conosciuto e collegato alla sfera teatrale.

Comunicato stampa

AGOSTINO BONALUMI: Il Teatro delle Forze

A cura di Marco Scotini
Mazzoleni, Torino
1 novembre 2023 – 3 febbraio 2024
Vernissage: Mercoledì 1 novembre 2023, 18.00-22.00

Con la mostra Agostino Bonalumi: Il Teatro delle Forze Mazzoleni torna a dedicare,
nel decimo anno della scomparsa (1935-2013), una grande retrospettiva al
maestro lombardo che sarà inaugurata a Torino il prossimo 1 novembre e sarà
aperta al pubblico fino a febbraio 2024.
Attraverso una ricca selezione di opere plastiche di grandi dimensioni,
l’esposizione presenta anche una serie di documenti originali e bozzetti grafici
grazie alla collaborazione con l’Archivio Bonalumi di Milano, la Fondazione Cini di
Venezia e a prestiti dell’Archivio Storico del Teatro dell’Opera di Roma e della
Fondazione Egri per la Danza di Torino.
La mostra, curata da Marco Scotini, intende focalizzarsi su una delle stagioni più
felici dell’attività creativa di Bonalumi (dalla fine degli anni Sessanta fino agli anni
Settanta), a partire tuttavia da due lavori meno indagati della sua intera
produzione artistica che necessitano di un approccio multidisciplinare per essere
esplorati nella loro complessità. Al centro della mostra Agostino Bonalumi: il
Teatro delle Forze saranno infatti le scenografie e i costumi concepiti per il balletto
Partita, ideato e coreografato da Susanna Egri con musica di Goffredo Petrassi, e
per l’azione coreografica Rot di Domenico Guaccero e Amedeo Amodio, andate in
scena rispettivamente al Teatro Romano di Verona nel 1970 e al Teatro dell’Opera
di Roma nel 1973.
In questo senso il titolo della mostra torinese fa diretto riferimento alla macchina
teatrale come suo oggetto - da un lato, così come - dall’altro - allude alle forze
plastiche che ogni lavoro di Bonalumi esibisce e formalizza. Non è pur vero che fin

dai suoi primi lavori è sempre presente una “forza che dall’interno dell’opera
preme estroflettendo la superficie”, distribuendosi in una spinta disuguale? Non è
altrettanto vero che ogni opera di Bonalumi nasce dalla dialettica tra pressioni
interne di un corpo e resistenze o sollecitazioni esterne che la superficie della tela
oppone a tali tensioni? Perché allora ostinarsi a rintracciare dei segni in questi
lavori mentre in gioco ci sono delle forze? Non tanto delle rappresentazioni (per
quanto astratte) ma delle grandezze fisiche?
Un vero e proprio teatro di forze è all’opera nei monocromi plastici di Bonalumi.
Teatro è solo e sempre lì dove c’è una cosa e il suo opposto, due entità (o due
maschere) in conflitto. Per questo, all’inizio degli anni Settanta, i due spazi scenici di
Partita e di Rot diventano i luoghi per eccellenza della ricerca plastico-dinamica di
Bonalumi. Proprio perché vi incontriamo anche forze acustiche, forze
coreografiche, luministiche che entrano in un rapporto di mutua dipendenza e
simultaneità con quelle plastiche e cromatiche delle sculture dell’artista. Ma questi
grandi spazi scenici sono anche un osservatorio privilegiato per valutare lo
spostamento di Bonalumi dalla pittura-oggetto all’ambiente plastico, così come
sono stati definiti dalla letteratura critica sull’autore.
Di fatto nel 1967 la partecipazione di Bonalumi alla mostra miliare Lo spazio
dell’immagine a Foligno con l’ambiente Blu abitabile e la sua personale alla
Galleria Bonino di New York, dove campeggia Ambiente bianco, segnano non solo
uno spostamento dimensionale dell’opera dell’artista, ma anche un cambio
paradigmatico nella spazialità in cui si trova immesso il fruitore (attraverso
estroflessioni accentuate, modularità e scansioni ascendenti). I grandi volumi in
fiberglass (vetroresina) dalle silhouette nette e taglienti presentati nella mostra
alla Galleria del Naviglio nel 1969, Vorrei incontrare gli architetti, così come il coevo
Grande Nero per il Museum am Ostwall di Dortmund oppure la sala per la Biennale
di Venezia del 1970 con l’indimenticabile Struttura modulare bianca sono tutte
esperienze plastiche che confluiranno nella definizione scenica, spaziale e
drammaturgica di Partita e di Rot, molte delle quali sono riallestite nella mostra
torinese.
Per questo la mostra Agostino Bonalumi: Il Teatro delle Forze intende sottolineare
il ruolo centrale di questo coinvolgimento dell’artista con la macchina teatrale
vera e propria. A corredo delle grandi opere in esposizione, saranno presentate in

appositi display i bozzetti di scene e costumi e le foto originali delle due
rappresentazioni.
La mostra sarà accompagnata da un volume dedicato a queste due esperienze di
teatro musicale, che si avvale della collaborazione di esperti di più discipline,
musicologi e studiosi di coreografia.
Fino al 30 novembre 2023 anche la sede londinese ospita una mostra dedicata ad
Agostino Bonalumi. Con The Paradox of Proximity: Agostino Bonalumi and Lee
Seung Jio (Il Paradosso della Prossimità. Agostino Bonalumi e Lee Seung Jio) in
collaborazione con la Kukje Gallery, Mazzoleni presenta un inedito confronto tra le
opere di Bonalumi e il coreano Lee Seung Jio (1941-1990), delimitando un orizzonte
che va dall'Atlantico al Pacifico negli anni Sessanta e Settanta e oltre l'Informale.
AGOSTINO BONALUMI
Agostino Bonalumi nasce il 10 luglio 1935 a Vimercate, Milano. Compie studi di disegno tecnico e
meccanico. Pittore autodidatta, inizia a esporre giovanissimo. Nel 1958 nasce il gruppo Bonalumi,
Castellani e Manzoni con una mostra alla Galleria Pater di Milano, alla quale seguiranno altre mostre a
Roma, Milano e Losanna. Nel 1961 alla Galleria Kasper di Losanna è tra i fondatori del gruppo Nuova
Scuola Europea. Arturo Schwarz acquista le sue opere e nel 1965 presenta una mostra personale di
Bonalumi nella sua galleria di Milano, con presentazione in catalogo di Gillo Dorfles. Nel 1966 inizia un
lungo periodo di collaborazione con la Galleria del Naviglio di Milano che lo rappresenterà in esclusiva,
pubblicando nel 1973, per le Edizioni del Naviglio, un’ampia monografia a cura di Gillo Dorfles.
Nel 1966 è invitato alla Biennale di Venezia con un gruppo di opere, e nel 1970 con una sala personale.
Segue un periodo di studi e di lavoro nei paesi dell’Africa mediterranea e negli Stati Uniti dove si
presenterà con una personale alla galleria Bonino di New York. Nel 1967 è invitato alla Biennale di São
Paulo e nel 1968 alla Biennale dei Giovani di Parigi. Nel 1980 a cura della Regione Lombardia è allestita, a
Palazzo Te di Mantova, un’ampia rassegna che illustra l’intero arco della sua opera. Nel 2002
l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma celebra con una personale il conferimento ad Agostino
Bonalumi del Premio Presidente della Repubblica 2001 alla carriera. Nel 2003 l’Institut Mathildenhöhe di
Darmstadt presenta Agostino Bonalumi. Malerei in der dritten dimension.
Ha realizzato opere di pittura-ambientale quali, nel 1967, Blu abitabile per la mostra Lo spazio
dell’immagine, a Foligno; nel 1968 Grande Nero, per una mostra personale al Museum am Ostwall di
Dortmund; nel 1979, nell’ambito della mostra Pittura Ambiente a Palazzo Reale di Milano l’opera Dal
giallo al bianco e dal bianco al giallo, dove l’ambiente considerato attività dell’uomo, è analizzato come
attività primaria e cioè psicologica, come anche in Ambiente Bianco; Spazio trattenuto e spazio invaso,
realizzato nel 2002 per la Fondazione Guggenheim di Venezia. Si è occupato di scenografia realizzando
nel 1970 per il Teatro Romano di Verona scene e costumi per il balletto Partita, coreografia di Susanna
Egri e musica di Goffredo Petrassi; e nel 1972 per il Teatro dell’Opera di Roma le scene e i costumi di Rot,
musica di Domenico Guaccero, coreografia di Amedeo Amodio.
Nonostante una malattia con cui convive ormai da tempo, Bonalumi, prosegue e lavora con assiduità
sviluppando la sua ricerca fino agli esiti degli ultimi anni. Porta anche a compimento la realizzazione di
un ciclo di sculture in bronzo su progetti risalenti alla fine degli anni ’60. Bruxelles, Mosca, New York e
Singapore sono alcune delle capitali mondiali che ospitano sue personali nell’ultimo periodo di attività.

Nell’estate del 2013 collabora con entusiasmo alla realizzazione di una sua importante mostra a Londra
di cui, purtroppo, non arriverà a vederne l’apertura. Agostino Bonalumi muore a Monza il 18 settembre
2013. La galleria rappresenta l’Estate Agostino Bonalumi.
MAZZOLENI
Mazzoleni è una delle principali gallerie italiane d'Arte Moderna e Contemporanea con sede a Londra e
Torino, attiva da oltre 35 anni. Mazzoleni presenta mostre di calibro museale e partecipa alle principali
fiere internazionali di settore nei circuiti Art Basel, Frieze, TEFAF; Artissima, Artefiera e Miart in Italia e di
recente aprendosi a nuove realtà collezionistiche in Oriente, partecipando a fiere quali Frieze Seoul, Art
Abu Dhabi e Art Dubai.
La collezione della galleria viene esposta in musei e istituzioni in tutto il mondo, come il Centre
Pompidou e il Palais de Tokyo a Parigi, la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, la
Smithsonian Institution di Washington, lo State Ermitage Museum di San Pietroburgo, la Tate Gallery e
l’Estorick Collection di Londra, il Museo del Novecento di Firenze, la GNAM di Roma, il Museo MADRE di
Napoli, la Triennale e Palazzo Reale di Milano e la Biennale di Venezia in Italia.
La galleria rappresenta l’Estate Agostino Bonalumi.