Agostino Ferrari 2018
Il 2018 è l’anno di Agostino Ferrari: sono moltissimi infatti gli eventi, le mostre, i convegni e le presentazioni dedicate all’artista milanese che il 9 novembre compie ottant’anni.
Comunicato stampa
Il 2018 è l’anno di Agostino Ferrari: sono moltissimi infatti gli eventi, le mostre, i convegni e le presentazioni dedicate all’artista milanese che il 9 novembre compie ottant’anni.
Agostino Ferrari. “Alla fine del 1962 incominciai a usare il segno come scrittura non significante… oggi esiste ancora la consapevolezza del reale, che rappresento come ho sempre fatto, sviluppando un tema con segni e forme. Contemporaneamente esiste tutto quello che non conosco sull’uomo e la sua vita, una superficie nera che sta oltre l’esistenza, prima della nascita e dopo la morte, il vuoto e il buio, la limitatezza del nostro pensiero rispetto a quell’infinita-mente grande”.
Per questa sua scelta operativa e linguistica, Ferrari è universalmente riconosciuto come “l’artista del segno”, l’unico che ha saputo farne non solo lo strumento espressivo capace di raccontare emozioni personali come anche reazioni verso la realtà esterna ma anche la cifra di un linguaggio partecipe del mainstream contemporaneo, fra post-informale, arte programmata, minimal, pop e i vari ritorni alla pittura. Una lunga fedeltà, iniziata nel 1962, quando Ferrari con alcuni coraggiosi compagni fonda il gruppo del “Cenobio”; allora il segno era ridotto a un semplice fraseggio grafico di moduli a-significanti tracciati nel colore, il cui vago modello visuale erano pagine di giornale: una tattica per coniugare la cronaca di un’epoca inquieta e radicale con un’intensa sensibilità, il pubblico con il privato. Dopo lo scioglimento del gruppo e due soggiorni negli USA, nella seconda metà degli anni Sessanta il lavoro di Ferrari acquista una consistenza oggettuale, in parallelo alle coeve esperienze degli amici Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Dadamaino. Il segno diventa incisione concretamente praticata sulla superficie, traccia rappresentata o filo metallico in rilievo (nel ciclo intitolato “Teatro del segno”); vengono effettuate anche ricerche di tipo processuale sulla forma (“Forma totale”) e sul colore, indagato in relazione a diverse figure geometriche, con un procedimento lucidamente razionale (“Segno, forma colore” e “Autoritratto”). Alla fine degli anni Settanta, una fase di ripensamento e di bilanci definita “rifondazione” porta Ferrari a recuperare un segno più gestuale che da quel momento non lascerà più: moduli e grafie illeggibili si moltiplicano attraverso nuovi cicli che impegnano l’artista per alcuni decenni, dagli “Eventi” ai “Palinsesti” alle “Maternità”, fino ai recenti “Oltre la soglia” e “Interno-esterno”, caratterizzati dalla presenza di uno squarcio colmo di impenetrabile nero in cui il segno si immerge o da cui fuoriesce, come per connettersi all’esperienza positiva della luce con l’indefinibile alterità del nuovo spazio rivelato da Lucio Fontana con i suoi squarci e i suoi fori nella tela; questo percorso culmina nei recenti “Prosegni” che associano il lucido rigore analitico dei “Teatri del Segno” con la libertà espressiva e la ricchezza visuale di “Interno/Esterno”
Biografia Agostino Ferrari nasce a Milano il 9 novembre 1938. Espone per la prima volta nel 1961 alla galleria Pater, presentato da Giorgio Kaisserlian. Incontra Lucio Fontana e gli artisti con cui l’anno successivo fonderà il gruppo del Cenobio. I giovani milanesi vogliono “salvare al pittura” interpretandola e rinnovandola così da renderla gesto puro, primitivo ma al contempo proteso verso il futuro. Dopo lo scioglimento del gruppo, Ferrari continua a coltivare il segno come scrittura non significante. Nel 1966 espone a New York, alla Eve Gallery. Successivamente, tornato in Italia, elabora cicli oggettuali e processuali dedicati agli ingredienti della pittura, segno, forma e colore: questa ricerca lo conduce, nel 1975, all’Autoritratto, l’unica installazione prodotta in tutto il suo itinerario creativo. Nel 1978, dopo un soggiorno a Dallas dove espone alla Contemporary Art Gallery, riemerge in lui l’esigenza di esprimersi con il segno puro ed entra in un periodo di “rifondazione”. Quasi contemporaneamente incomincia l’uso della sabbia vulcanica, che resterà caratteristica costante del suo lavoro fino ad oggi. Agostino Ferrari ha esposto in centinaia di mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Fra le più importanti si ricordano soltanto le personali al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1976), al Palazzo Braschi di Roma (1992), alla Casa del Mantegna di Mantova (2010), alla Fondacion Frax di Alfas del Pi (Alicante, Spagna) (2011), al Palazzo Lombardia (2013). Ha vinto il premio per l’incisione Joan Mirò (1971) e il premio alla carriera Bugatti-Segantini (2017). Ha lavorato con gallerie di primo piano in Europa come Franz Paludetto (Torino), Thomas Levy (Amburgo), Lorenzelli (Milano), Centro Steccata (Parma). Sue opere figurano fra l’altro nelle collezioni Manuli, Moratti e Rabolini.
Gli eventi in programma in autunno
15 novembre, ore 16-19
Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera, Via Brera 28, Milano
Agostino Ferrari: Entrando in... Brera.
Giornata dedicata ad Agostino Ferrari
24 novembre 2018 – 28 febbraio 2019
Galleria Centro Steccata, Via Giuseppe Garibaldi, 23
Agostino Ferrari opere 1960-2018
Inaugurazione 24 novembre, ore 18
Cover: Agostino Ferrari
“Tavola racconto”
olio tela
cm 65x80
1964