Agostino Ferrari – Nuovi linguaggi
Una mostra personale dedicata all’artista milanese Agostino Ferrari dal titolo Nuovi linguaggi.
Comunicato stampa
Venerdì 22 novembre 2024 alle ore 18.30 la Galleria Antonio Battaglia ha il piacere di inaugurare una mostra personale dedicata all’artista milanese Agostino Ferrari dal titolo Nuovi linguaggi.
Una selezione di opere recenti e di alcune ceramiche nella continuità della ricerca dell’artista sul Segno tra Interno / Esterno ora oggettualizzato con i nuovi Prosegni.
“Le opere di Agostino Ferrari esposte in questa rassegna appartengono a un ciclo dedicato all’indagine delle relazioni fra il segno come dato fattuale, esistente nel mondo, e il segno come simbolo e strumento di comunicazione o decorazione. Il tema, in realtà, riemerge da oltre mezzo secolo nel lavoro dell’artista milanese (i primi, didascalici Teatri del segno risalgono al 1967) ma forse mai come in questi ultimi anni aveva acquistato una centralità così esplicita e, al tempo stesso, così equilibrata dal punto di vista estetico e compositivo. Su fondi privi di colore o monocromi, l’artista, come un rabdomante guidato dal suo istinto e dalla sua bacchetta, dalla traccia grafica e dall’intuizione poetica, delinea dei segni che si avventurano sotto alla superficie o se ne distaccano, conquistandosi una consistenza fisica, reale; non a caso Ferrari li definisce pro-segni, segni ‘pro’, davanti, prima, oltre.
Senza interrompere un corso che rammenta il movimento stesso della mano nel tempo, il segno si fa così narrazione e cosa, elemento reale e scrittura, cioè mediazione simbolica che, nel caso di Agostino Ferrari, sfiora il significato senza mai aderirvi. Al tempo stesso, l’origine o il destino del segno affonda entro al corpo della tela o della tavola, come in un altrove antico, che raccoglie non solo la lezione sempre viva di Lucio Fontana, ma l’origine, la terra, quel mondo interno e ignoto da cui tutti proveniamo. Con questi ultimi lavori, l’artista milanese conferma la sua lunga fedeltà a una ricerca che risale alle avanguardie milanesi dei primi anni Sessanta, ma che continua a mantenere intatta la sua vitalità oggi.”
Martina Corgnati