Agrimi / Giangrande – Giano

Informazioni Evento

Luogo
FORTINO DI SANT'ANTONIO ABATE
Via Re Manfredi , Bari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

tutti i giorni 10-13 17-22

Vernissage
22/11/2019

ore 18

Artisti
Michele Giangrande, Dario Agrimi
Curatori
Sara De Carlo
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Mostra d’arte contemporanea.

Comunicato stampa

Inaugura venerdì 22 novembre 2019 presso il Fortino Sant’Antonio di Bari la mostra d’arte contemporanea “Giano” curata da Sara De Carlo e promossa da Gagliano Arte Editore e Mediterranea Tv. La mostra è dedicata al lavoro di due dei più interessanti artisti del panorama contemporaneo: Dario Agrimi e Michele Giangrande.
“Il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna” diceva Macrobio parlando del dio Ianus. Proprio come la divinità bicefala e barbuta Giano, protettore dei passaggi e dei mutamenti, Agrimi e Giangrande transitano con le loro opere e le fanno dialogare all’interno di un luogo pregno di storia, il Fortino di Sant’Antonio Abate, punto più alto della città vecchia barese.
I due artisti sono pugliesi, quasi coetanei, entrambi docenti in Accademia e con una carriera internazionale all’attivo. Provengono dallo stesso humus artistico, ma hanno sviluppato la loro ricerca in due direzioni differenti servendosi dei media più disparati: dalla pittura alla scultura, dalla performance al video, dall’installazione alla fotografia. Come il Giano bifronte, Agrimi e Giangrande guardano in due direzioni diverse, nelle loro opere spesso dotate di un’ironia più grottesca nel primo e più sferzante nel secondo.
Dario Agrimi svolge un’indagine quasi maniacale nel suo lavoro votato a demistificare, a mettere in discussione ogni certezza. Si interroga sulla funzione dell’arte, riflette sulle contraddizioni della nostra società, sulla religione, sulla morale. Lo fa attraverso l’iperrealismo delle sue opere spesso dissacranti e pronte a stuzzicare lo spettatore.
Michele Giangrande guarda al primitivo, trae ispirazione dalle proprie origini, intrappolando quell’energia primordiale nelle sue opere. La grande capacità di padroneggiare differenti tecniche artistiche è evidente nella sua produzione che spazia dall’objet-trouvé alla performance, dalle installazioni all’arte relazionale.
Giano, dio degli inizi, si reincarna in questo dialogo contemporaneo e ci invita a fruire delle opere in mostra.