Ak2deru – Monosemi
Cerimonie di sensazioni e altri procedimenti” di Ak2deru a cura di Piero Pala.
Comunicato stampa
Interno 14: “MONOSEMI - Cerimonie di sensazioni e altri procedimenti” di Ak2deru a cura di Piero Pala.
Il giorno 28 Aprile 2015 alle 18.00 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “MONOSEMI - Cerimonie di sensazioni e altri procedimenti” di Ak2deru a cura di Piero Pala.
“(…) L’esemplare lezione della rappresentazione iconoclasta a-figurativa è da Ak2deru integrata in un compendio interreligioso: inerente però alle sole fedi monoteiste. Monosemica è infatti la soluzione stilistica che traversa da un nucleo primigenio al suo infinito orizzonte periferico, riverberando il segno sulla tela, su masonite o su carta applicata su tavola, quasi alla maniera di come le onde sonore prodotte da un unico suono si infrangono nello spazio acustico. Un’idea non tanto dell’impronunciabilità di ciò che oltrepassa l’umana conoscenza quanto della prosodia del mistero.
(…) I proclami di un’arte deliberata nei suoi preliminari speculativi mal si coniuga con la meraviglia visuale, e con tutta l’incognita che comporta la bellezza ricavata dalla possessione atta a trasfigurare l’immanenza. Qui si dimena il puro credere invece che il cercare, con l’asserzione che scovare in pittura equivale a una iniziativa generante.
(…) Lo sgomento ricavato dalla visione entro la natura conferisce alle configurazioni astratte quella lapidaria constatazione del sottaciuto ordine del nostro pianeta terrestre insediato nel medio mondo della luce, tra l’infra e l’ultra. Apportatrice di una ennesima risoluzione della coppia dualistica di materia e spirito e in conformità ai principi etici di un’arte non ripiegata sull’orrore quotidiano, la forma astratta è da Ak2deru rimodulata a partire da quegli irrefrenabili fenomeni naturali che sovrastando la sfera psicologica colpiscono direttamente le viscere. Fronteggiata è inoltre la cataratta che impedisce alla poesia di perseguire il suo corso, oramai in balia di un nuovo alfabeto visivo; seduttore e vero colonialista antropologico, capace di proliferare immagini d’incantevole terrore e di vuoto divagare illustrativo.” (Piero Pala)