Akelo – Ante Materiam
La mostra “Ante Materiam” cala il visitatore in una rarefatta dimensione cosmica, pulsante di vibrazioni potentissime, che lentamente ma inesorabilmente, si trasformano in un incandescente magma. Da questa materia primordiale si distaccano minuscole particelle, come sospinte da un’intima necessità. O forse misteriose meteore di energia, alla ricerca di nuove collocazioni spaziali, armoniose e leggere.
Comunicato stampa
* Un’altra, importante tappa scandisce la ricerca artistica ed esistenziale di Andrea Cagnetti, in arte Akelo. La mostra “Ante Materiam” cala il visitatore in una rarefatta dimensione cosmica, pulsante di vibrazioni potentissime, che lentamente ma inesorabilmente, si trasformano in un incandescente magma. Da questa materia primordiale si distaccano minuscole particelle, come sospinte da un’intima necessità. O forse misteriose meteore di energia, alla ricerca di nuove collocazioni spaziali, armoniose e leggere.
* Particelle che, dopo lungo vagare, danno vita a realtà sempre più complesse. Si proiettano - roteando con magica danza - in ogni dimensione, librandosi ora verso l’alto con slancio improvviso, ora sondando inedite profondità tridimensionali. Tutte diverse, eppur percorse dallo stesso sottile soffio della creazione e della vita, cariche di rimandi alle stringenti regole di divina razionalità che governano il tutto.
* In questo scenario, dove tutto è possibile, si inserisce il piglio visionario dell’artista, che prima “contempla” i movimenti all’apparenza incongruenti della materia, per poi imprimere loro nuove direzioni. Ed ecco le particelle dare forma e spessore alle sculture di Akelo: dai misteriosi meccanismi roteanti nell’infinito, alle scabre geometrie destinate a rappresentare “l’ossatura” delle cose, fino ai primi abbozzi di profili umani che popoleranno il mondo.
* Meritano un cenno a parte le ultime creazioni dell’artista - Dreaming, Anelito e Ultimo respiro - destinate a popolare un nuovo orizzonte creativo, che andrà via via ampliandosi, prima nella sua immaginazione, poi nella realtà. Tre figure, sorprese in altrettanti momenti del loro esistere: la prima avvolta nella profonda inconsapevolezza del sonno (Dreaming), la seconda percorsa da un vibrante fremito vitale (Anelito), che si protende disperatamente alla ricerca della luce, mentre la terza (Ultimo respiro) cerca di staccarsi con disumana fatica da quel suolo, pronto a suggellarne, invece, la fine. Solo grazie all’ispirazione dello scultore, queste figure, già consegnate al nulla, ne riemergono, ritrovando le sembianze perdute e proiettandosi verso la più alta dimensione dello spirito. A forgiarle, ancora una volta con la precisione del metallo, quell’infinita quantità di minuscole particelle che compongono la materia del cosmo. Ed è così che l’arte aiuta l’uomo a prendersi una rivincita sulla morte in ogni tempo e spazio che la morte stessa ha invaso con piglio violento e precoce.
* Da sempre dedito a una vita riservata, nel suo paese d’origine, Corchiano, non lontano da Roma, Akelo si è concentrato fin da giovanissimo, sullo studio dei testi alchemici e delle fonti letterarie greche e latine tradizionali, riservando particolare attenzione ai trattati di metallurgia, oreficeria, lavorazione delle pietre e della ceramica. Studi e sperimentazioni che avrebbero portato questo artista geniale - cresciuto in terra etrusca, ma con una fantasia proiettata verso il nuovo millennio - a creare un Corpus di opere, composto da gioielli e sculture, davvero unico.