Alberonero – Campo terra
Campo è un progetto artistico che nasce dalla necessità di Alberonero di confrontarsi con se stesso, azzerare il proprio essere nella natura per percepirne gli impulsi e provare a sentirsi parte di essa.
Comunicato stampa
Campo è un progetto artistico che nasce dalla necessità di Alberonero di confrontarsi con se stesso, azzerare il proprio essere nella natura per percepirne gli impulsi e provare a sentirsi parte di essa.
Alberonero ha vissuto per un anno in simbiosi con un campo di 290 pioppi da taglio a Campogalliano, vicino Modena. Immerso quotidianamente nello spazio limitato e circoscritto di questo insieme di alberi, l’artista ha creato installazioni temporanee e performance, ripreso, fotografato e interagito con la vita di quello specifico luogo, sintesi e simbolo della natura tutta.
Attraverso azioni, allestimenti e materiali naturali l’artista vuole raccontare la sua idea di lavoro con e nella natura e proporre un percorso di avvicinamento composto da diverse tappe che si conformano come produzioni sinestetiche capaci di unire Arte e Natura attraverso la strutturazione di un rapporto intimo con lo spettatore.
Campo Terra, così come la performance Tornare alle cose avvenuta nel novembre scorso a La Galleria Nazionale di Roma e l’installazione Campo Libero presentata a settembre 2021 nell’ambito del festivalfilosofia di Modena, vuole essere una nuova e ulteriore occasione di comunicazione dei contenuti del progetto Campo nata in dialogo con il critico Claudio Musso.
Nella prima sala al piano terra del museo lo spazio è interamente rivestito di teli di plastica sui quali l’artista interviene con elementi grafici e pittorici dedicati al campo. Sui teli sono inoltre proiettate immagini che raccontano momenti vissuti nel campo. La seconda sala ospita un’installazione composta da elementi diversi che rimandano all’esperienza del campo. Tra questi fango, acqua, stivali di gomma, una tuta, una corda, mattoni di fango, teli di plastica, audio e video del fango nel campo.
La percezione del cortile esterno è delicatamente alterata attraverso l’utilizzo di teli di plastica sospesi fra gli archi, sottolineando i concetti di limite e attraversamento, operando sulla verticalità delle colonne.
Per tutti e tre i giorni l’artista è presente e lavora con la “terra” all’interno di un ambiente trasfigurato attraverso un allestimento creato ad hoc. Il fango viene modellato senza l’obiettivo di creare qualcosa di definito, ma allo scopo di accompagnare la materia nel suo essere forma nello scorrere di un tempo determinato. Le persone che fruiranno il luogo potranno unirsi a questa ricreativa perdita/acquisizione di tempo partecipando a loro volta alla modellazione della terra. L’intento è di creare un “luogo immaginario” ludico e crudo, primordiale.
Installazione e performance
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