Alberto Lanteri – Io e Raffaello
Mostra personale di Alberto Lanteri, un artista che ha messo mano su Raffaello e se l’è reso “proprio”, mostrando come l’insegnamento e la riflessione sulle invenzioni, le forme, le figure di Raffaello possa considerarsi mai sopito e anzi fecondo, fresco e libero dalla più triste “accademia”.
Comunicato stampa
La primavera avanzata, il profumo dell’estate sintetizzano i buoni pensieri e l’ottimismo che ha condito le settimane della ripresa, il periodo delle riaperture. Par giusto quindi in quest’atmosfera comunque festosa tornare a condividere con i visitatori un percorso di sollecitazioni culturali attraverso le mostre che si alternano nella bottega “fatata” dove Raffaello ha certamente preso la prima confidenza col mestiere di fare arte.
Questa volta, per il periodo 23 maggio-27 giugno le sollecitazioni arrivano da Alberto Lanteri, un artista che ha messo mano su Raffaello e se l’è reso “proprio”, mostrando come l’insegnamento e la riflessione sulle invenzioni, le forme, le figure di Raffaello possa considerarsi mai sopito e anzi fecondo, fresco e libero dalla più triste “accademia”; una radicata, solida esperienza con la figura permette di recare le nobili creazioni dell’Urbinate in un mondo onirico, popolato di colori, smalti, lucentezze ove Lanteri adagia il grande patrimonio della tradizione e i volti eletti e diletti raccolti nella quotidianità. Se la matita guidata da mano fedele restituisce le fattezze già restituite da Raffaello delle persone incontrate nella sua vita, al colore resta il compito di stabilire il tema della discussione: il Raffaello Eterno, diventa il Raffaello Particolare, il Raffaello di Lanteri, nel quale sbocciano farfalle, piume, fiori, spighe, gemme e gioielli da una natura preziosa e giocosa.
Uno spunto di riflessione che spinge ogni volta una mostra alla sua apertura tocca la sua ricezione: a chi è rivolta e cosa ci dà Alberto Lanteri. Io e Raffaello a partire dal pomeriggio di domenica 23 maggio, quando aprirà i battenti? I curatori Luca Spagnoli e Luigi Bravi si sono convinti che le opere esposte non metteranno i visitatori di fronte a uno sberleffo, a un trattamento burlesco, provocatorio, come i celebri baffi messi alla Gioconda, che pure hanno avuto il loro senso dirompente. Chi si lascerà portare dalle creazioni di Lanteri si troverà creature del passato, spente dalla tradizione, volutamente prive di colori, rapportate ad un presente acceso di vita che popola di preziosità e venerazione immagini fuori dal tempo, abusate e intristite dal meccanico tributo di generazioni in formazione. Il dono che si porta a casa chi avrà visto questa mostra sarà la gioia di guardare a quel che fu non come ad un’opera il cui rapporto con noi è tagliato dal divario cronologico, ma come qualcosa che brulica operoso nel presente.