Alberto Magnelli – La pittura è prima di tutto un’architettura
Il titolo scelto per quest’esposizione è di per sé una dichiarazione artistica espositiva, estrapolato da un testo scritto da Bernard Dorival che diede rilievo al forte legame che concatenò il linguaggio pittorico di Magnelli a quello italiano del primo rinascimento.
Comunicato stampa
Con la mostra La pittura è prima di tutto un’architettura dedicata ad Aberto Magnelli, Lorenzelli Arte vuole dar continuità al ciclo di mostre dedicato ai grandi maestri italiani dell’arte , smarcandosi dal mood di facili, scontate e superficiali riscoperte e bypassando epigoni e retoriche linguistiche.
La rassegna che si propone come un focus su un maestro indiscusso dell’arte, troppo a lungo posto in ombra in patria eppure presente nei maggiori musei di tutto il mondo, presentando una trentina di opere che documentano più di cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1964.
Alberto Magnelli fu infatti protagonista assoluto della rivoluzione astrattista che portò nuova linfa alla cultura pittorica europea.
Egli respirerà e rielaborerà da par suo il fecondo clima della Parigi dei primi anni del ’900, senza mai scordare la grande lezione della tradizione figurativa italiana sempre presente nella sua tavolozza come testimonia il dipinto del 1913 dal titolo La cecia sulla tavola del 1913 che apre la mostra.
Il titolo scelto per quest’esposizione è di per sé una dichiarazione artistica espositiva, estrapolato da un testo scritto da Bernard Dorival che diede rilievo al forte legame che concatenò il linguaggio pittorico di Magnelli a quello italiano del primo rinascimento:
“Alla scuola dei Quattrocentisti toscani aveva appreso che una pittura è prima di tutto un’architettura, un ordine di forme semplificate e massive, ferme e solide, la cui maestosità si rinforza per l’incisione della linea che le profila e le esalta, una composizione dove il ritmo è la pulsazione e la musica, una ‘cosa mentale’ che rimette in discussione l’intelligenza e la volontà dell’uomo […]”
Il gusto e la sensibilità del colore che caratterizzano la sua produzione artistica sono memori di quella lezione quattrocentesca che, declinata nel suo personale alfabeto astratto, riescono a far divenire il colore in forma architetonica come dimostrano i dipinti esposti in mostra: Un peu rouge e Voyage entrambi del 1937 o Mesures Illimitées n°8 del 1953.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue con le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte e un’antologia di testi critici che hanno supportato il percorso artistico di Magnelli fra cui spicca un testo di Piero Dorazio del 1975.