Alberto Maria Prina – Attraversamenti
La rassegna vuole illustrare il percorso artistico dell’artista evidenziando le fasi salienti della sua evoluzione stilistica: da uno stile informale ad un approccio che contempla design e architettura.
Comunicato stampa
Federica Morandi art projects è lieta di presentare la mostra personale di Alberto Maria Prina “Attraversamenti. Progetti e suggestioni dagli anni Sessanta ad Oggi”. La rassegna vuole illustrare il percorso artistico dell’artista evidenziando le fasi salienti della sua evoluzione stilistica: da uno stile informale ad un approccio che contempla design e architettura.
In mostra le prime tele della produzione dell’artista che riprendono gesti e segni incompiuti tipici della corrente informale: la gestualità è parte della liberazione interiore della creazione e la forma tende a trasformarsi in elemento grafico dal forte impatto coloristico e formale. I lavori di questo periodo risentono del clima storico e artistico di quegli anni, sebbene l’artista guardi ai grandi maestri come un’opportunità poetica, stilistica e formale di sperimentare nuove strade artistiche. Questa sperimentazione non è da intendersi solo come possibilità di creare immagini nuove, ma anche come allargamento del concetto stesso di creatività artistica in quanto l’informale è la base su cui evolvere il concetto di stile e di forma.
Dall’informale ai progetti di design: l’artista mostra in maniera interdisciplinare visioni e capacità del proprio panorama creativo. Disegni dal marcato interesse per i materiali e l’artigianato con una forte componente sociale e industriale tipica degli anni Ottanta, si ispirano al clima milanese in cui il consumismo determina l’ascesa dell’economia italiana. I lavori di questi anni hanno una forte vocazione narrativa, capaci di raccontare una storia complessa oltre a rispondere ad un’esigenza pratica. Ogni opera è occasione per l’artista di riflettere sulla propria carriera professionale con interrogativi aperti ai quali tentare di dare una risposta personale.
Nell’ultima produzione si accentua l’attenzione verso l’architettura: le scene industriali milanesi hanno un aspetto vuoto e dilatato, dominate dall’assenza di vita e dal silenzio più assoluto. Sono chiari i riferimenti alla Metafisica, con accenni all’arte di Sironi degli anni Venti e inizi Trenta, nella progressiva eliminazione di ogni elemento decorativo, nel senso di vuoto e solitudine, sottolineato dai colori delicati e dalle pennellate sintetiche. Le opere sono dei racconti, ricchi di simboli alchemici recuperati dal passato, assemblati in architetture senza tempo, da cui si percepisce il suono del silenzio e quell’ineluttabilità tipica del sogno. Il recupero del passato si lega alla vena contemporanea dell’artista, che si dichiara “post antico”, come aveva fatto prima di lui il celebre architetto Aldo Rossi, da cui Prina eredita il culto della geometria e della memoria.