Alcuni moderni eccellenti nelle arti loro
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ABC-ARTE è felice di annunciare la sua prossima mostra collettiva, un progetto che riunisce quattro artisti
Comunicato stampa
ABC-ARTE è felice di annunciare la sua prossima mostra collettiva, un progetto che riunisce quattro artisti: Tomas Rajlich, Jerry Zeniuk, Marco Tirelli e Salvatore Cuschera. Attraverso pittura e scultura, essi raccontano il valore del fare arte, inteso come gesto fisico, sapere tecnico e, allo stesso tempo, ricerca concettuale.
Giovanni Paolo Lomazzo, pittore e teorico, nel tardo ‘500 parla di “alcuni moderni eccellenti nelle arti loro” che sono, oltre a pittori, scultori, architetti, “matematici, intagliatori di stampa e di arte così in legno come in rame e ferro, orefici” e taluni altri.
La nuova mostra collettiva progettata da ABC-ARTE nella sua sede di Genova intende ribadire e sottolineare che le “arti belle”, nonostante ne sia ormai largamente acquisita la centralità dell’aspetto concettuale, nei casi migliori si poggiano necessariamente su un background fabrile in cui l’eminenza è d’obbligo: è così per Tomas Rajlich (1940) e Jerry Zeniuk (1945) – il quale ha scritto: “Mi interessa il come vedere. Vedere è pensare. I pittori sono artisti concettuali” –, esponenti cospicui della “Fundamentele schilderkunst: Fundamental painting”, come titolava la cruciale mostra del 1975 allo Stedelijk di Amsterdam, ed è così in esponenti della generazione successiva come Marco Tirelli (1956), secondo cui “le immagini trovano la loro ragione d’essere opera d’arte solo nel momento dell’abbraccio erotico con le materie” e come Salvatore Cuschera (1958), scultore che da sempre “pensa e vive ferro”.
Il fare, fare d’arte, è fondamento imprescindibile del loro lavoro perché distilla perfettamente la ricchezza intellettuale da cui scaturisce e la rende anima dell’esperienza fisica: le loro opere, condotte “industriosamente dalla dotta mano”, come voleva Giorgio Vasari, testimoniano che l’arte è un pensiero che non dubita di volersi forte reso concreta e definitiva testimonianza d’eccellenza.
La mostra sarà visitabile dal 20 febbraio al 12 aprile 2025 presso la sede genovese di ABC-ARTE.
Il vernissage a Genova si terrà giovedì 20 febbraio dalle 18:30, in via XX Settembre 11 A.
Biografia degli artisti
Tomas Rajlich
Tomas Rajlich (1940) studia alla Scuola di Arti Decorative e all’Accademia di Belle Arti di Praga. Nel 1967 fonda il gruppo Klub Konkretistů, che si pone nella scia delle neoavanguardie internazionali incarnate da Azimut in Italia, ZERO in Germania e Nul in Olanda. Nel 1968 il suo lavoro conosce un primo momento di visibilità internazionale grazie ala partecipazione alla mostra “Sculpture Tchécoslovaque” al Museo Rodin di Parigi.
Esiliatosi dalla Cecoslovacchia nel 1969 in seguito all’invasione sovietica, si trasferisce in Olanda, dove diventa docente alla Vrije Academie a L’Aia. L’interesse di Rajlich per la costruzione di opere monocrome su griglie geometricamente regolari viene subito accolto con favore nel clima del concettualismo olandese.
Nel 1974 tiene personali fondamentali da Yvon Lambert a Parigi, da Art & Project ad Amsterdam e da Françoise Lambert a Milano, per molti anni le sue gallerie di riferimento. Nel 1975 è tra i protagonisti, con Brice Marden, Robert Ryman, Gerhard Richter e altri, della memorabile mostra “Fundamentele schilderkunst / Fundamental painting” allo Stedelijk Museum di Amsterdam, pietra miliare dell’affermazione internazionale della pittura analitica.
Negli anni successivi Rajlich è invitato a esporre in mostre fondamentali come “Elementaire Vormen” (mostra itinerante, 1975), “Fractures du Monochrome aujourd’hui en Europe” (Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1978) e “Bilder ohne Bilder” (Rheinisches Landesmuseum Bonn, 1978).
Le tele di Rajlich mostrano un crescente interesse verso il “fondamentale” in pittura, a differenza dei contemporanei minimalisti americani. I suoi primi lavori sono caratterizzati da un aspetto industriale ed una qualità modulare – la griglia è la chiave - mentre i lavori maturi di Rajlich mostrano un ragionamento più complesso sull’idea essenziale che la pittura sia un’entità che riflette su sé stessa. I suoi monocromi più recenti esplorano la combinazione dell’impersonale, il gesto e la creativa forza della luce. Sono variazioni sull’intensità, sulla luminosità e sulla facture della pittura, rimanendo allo stesso tempo una chiara pittura fattuale.
Nel 1993 viene organizzata la sua prima retrospettiva a Palazzo Martinengo di Brescia. La sua nazione adottiva, l’Olanda, nel 1994 insignisce Rajlich del prestigioso Ouborg Award per il suo contributo artistico, in occasione del quale il Gemeentemuseum a L’Aia ha inaugurato una seconda retrospettiva. Dieci anni dopo, nel 2005, in occasione del suo sessantacinquesimo compleanno, il museo ospita una retrospettiva sui suoi lavori su carta.
Nella Repubblica Ceca, nel 1998, il Dům umění města Brna organizza un’antologica, mentre nel 2008 la Galleria Nazionale di Praga apre una retrospettiva con 27 grandi tele, cui seguono ancora la personale al Gemeentemuseum a L’Aia nel 2016, nel 2017 al Museum Kampa di Praga e nel 2018 al Museum Boijmans-Van Beuningen di Rotterdam.
Rajlich è stato riconosciuto di diritto nel novero delle massime figure della neoavanguardia internazionale.
Dal 1999 al 2002 Rajlich è stato artista di residenza al Centre Georges Pompidou di Parigi che conserva in collezione le sue opere, presenti, tra le altre istituzioni, anche al Centraal Museum di Utrecht, al Musée d’Art et d’Industrie di Saint Étienne, al Musée Cantini di Marsiglia, al Museum Boijmans-Van Beuningen di Rotterdam, al Museum of Modern Art di New York, al National Gallery in Praga, alla Peter Stuyvesant Foundation di Amsterdam, alla National Gallery of Canada in Ottawa, allo S.M.A.K. di Gent, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, allo Stedelijk Museum di Schiedam, allo Stedelijk Museum De Lakhal di Leiden, allo Stedelijk Museum Het Prinsenhof di Delft.
Jerry Zeniuk
Nato nel 1945 in Bardowick bei Luneburg (DE), figlio di un rifugiato ucraino, emigra insieme ai suoi genitori negli Stati Uniti nel 1950, dove cresce in Colorado. Dopo gli studi si trasferisce nel 1969 a New York, dove tiene la sua prima mostra personale presso la galleria Paley & Lowe nel 1972.
Risiede stabilmente dagli anni Settanta a Monaco di Baviera e lavora con la Konrad Fischer Galerie di Dusseldorf e Berlino, e con la galleria Annemarie Verna di Zurigo. Dal 1992 al 2010 è professore presso la Akademie der Bildende Künste a Monaco di Baviera.
La pittura di Zeniuk è apprezzata a partire dagli anni Settanta, da quando egli partecipa alla memorabile mostra collettiva del 1975 intitolata “Fundamental Painting”, allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Zeniuk sviluppa in quel periodo i suoi lavori su un piano monocromo, in cui diversi strati di colore sono sovrapposti attraverso una composizione di piani di cromatici contrastanti e accostati. Nel 1977 prende parte a Documenta 6 a Kassel e nel 1999 il Museo Lenbachhaus di Monaco di Baviera gli dedica una retrospettiva, così come il Kunstmuseum di Winterthur e il Kunstmuseum di Kassel. Nel 2004 anche la Kunsthalle di Karlsruhe gli dedica una retrospettiva. Negli anni più recenti i suoi lavori sono inoltre esibiti presso importanti istituzioni pubbliche come il Museo Augsburg, il Museo Wiesbaden il Kunstmuseum di Bonn, la Kunsthalle di Brema, Kunsthalle di Amburgo, il Louisiana Museum, lo Staatliche Museen di Humlebaek, la Neue Galerie, la Kassel Pfalzgalerie, il Kaiserslautern Museum Ludwig, il Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Colonia, la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, la Sammlung Niedersächsische Sparkassenstiftung di Monaco, il Virginia Museum of Fine Arts a Richmond e la The Maslow Collection di Shaverton.
Collezioni pubbliche:
Sammlung zeitgenössischer Kunst der Bundesrepublik Deutschland; Pinakothek der Moderne, Monaco; Kunstmuseum Winterthur; Museum Folkwang, Essen; Josef Albers Museum, Bottrop; Hamburger Kunsthalle; Museum Ludwig, Coloni; Kunsthalle Brema; Lenbachhaus, Monaco; AkzoNobel Art Foundation, Amsterdam; Virgina Museum of Fine Arts, Richmond, VA; FRAC des Pays de la Loire, Carquefou, Francia; The Maslow Collection, Shaverton, PA; Lousiana Humlebaek; Kunstsammlungen Chemnitz; Daimler Art Collection; Kunstmuseum Bonn; Neue Galerie Kassel; Kunstmuseum Wiesbaden; Kunstmuseum Augsburg; Museum Pfalzgalerie Kaiserslautern; Neues Museum Weserburg, Brema.
Marco Tirelli
Marco Tirelli nasce nel 1956 a Roma, dove vive e lavora. Comincia a esporre già nella seconda metà degli anni Settanta. Alla fine di questo decennio si trasferisce negli spazi dell’ex Pastificio Cerere a San Lorenzo, insieme agli artisti della cosiddetta Nuova Scuola Romana. La sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia è del 1982, nella sezione Aperto 82 con una sala personale. Le mostre collettive in Italia e all’estero si susseguono numerose per tutti gli anni Ottanta. Gli anni Novanta si aprono con la mostra all’American Academy di Roma, che pone in dialogo una grande installazione di disegni con alcuni Wall Drawings di Sol LeWitt, a cui segue la partecipazione alla XLIV Biennale di Venezia con una sala personale. Tra le rassegne d’arte di questo decennio: la Biennale di Sidney (1990), la Biennale di San Paolo (1991), Prospect ’93 alla Kunsthalle di Francoforte (1993), la XII Quadriennale di Roma (1996). Nel 2001 presenta un’installazione site specific alla Fondazione Volume! di Roma, nella quale impegna la pittura in una dimensione ambientale. Nel 2002 la Kunsthalle di Darmstad gli dedica una grande mostra antologica, presentata poi alla GAM di Bologna. Tirelli è anche scultore: è del 2009 la realizzazione di grandi sculture in bronzo per la Collezione Gori nella Fattoria di Celle e del 2013 la grandissima installazione, composta da centinaia tra disegni e sculture, realizzata per il Padiglione Italia della LV Biennale di Venezia. Tra le mostre più recenti ricordiamo: Marco Tirelli, Museo di Palazzo Fortuny, Venezia (2010); Marco Tirelli, MACRO, Roma (2012); Soltanto un quadro al massimo, Villa Massimo, Roma, con Bernd e Hilla Becher (2013); Marco Tirelli, Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2013); Osservatorio, Fondazione Pescheria, Pesaro (2014); Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia (2015); Marco Tirelli, Fondazione Cerere, Roma (2016), Marco Tirelli, Musée d’art moderne et contemporain, Saint-Etienne Métropole, Francia (2017); Marco Tirelli, House of Art di Ceske Budejovice, Repubblica Ceca (2020), Marco Tirelli, Cardi Gallery, Londra (2021); Marco Tirelli, Axel Vervoordt Gallery, Anversa (2022). Le sue opere sono parte delle collezioni di alcuni dei più rilevanti Musei ed Istituzioni nazionali ed internazionali.
È membro dell’Accademia dei Virtuosi del Pantheon e dell’Accademia Nazionale di San Luca, della quale è attualmente Presidente per il biennio 2023-2024.
Salvatore Cuschera
Salvatore Cuschera nasce a Scarlino, in provincia di Grosseto, nel 1958. Si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e dal 1990 inizia ad esporre i suoi lavori in mostre collettive e personali. Compie il suo primo viaggio in Grecia, dove visita Creta e i suoi musei, studiando a fondo la scultura greca e l’arte minoico-micenea. Successivamente intraprende un viaggio in Olanda e in Germania, dove viene a contatto con le opere degli artisti del Bauhaus e approfondisce la conoscenza del costruttivismo russo. Tornato in Italia realizza le sue prime sculture in ferro colorato, sintesi del suo interesse per la pittura, la scultura e l’architettura, e partecipa a numerose mostre personali e collettive. A Gibellina partecipa all’Atelier del Mediterraneo con Markus Lüpertz, a cura di Achille Bonito Oliva e realizza, grazie a Pietro Consagra, la sua prima scultura pubblica per il Comune di Gibellina. Vince diversi premi e partecipa ad importanti mostre collettive come la XIV° Esposizione Quadriennale d’Arte di Roma; la 54a Biennale di Venezia, dove presenta presenta un’installazione nei giardini dell’Arsenale, “Ceramica Now! 60° Premio Faenza” al MIC - Museo Internazionale della Ceramica. Nel 2018 due sue sculture sono scelte per essere esposte alla Farnesina, Ministero degli Affari Esteri a Roma. Nello stesso anno viene pubblicato un libro monografico a cura di Giuseppe Appella, edito da Silvana Editoriale. Nel 2019 realizza tre grandi sculture per il parco della Fondazione Farleys House & Gallery, ‘Home of the Surrealists’, a Chiddingly, East Sussex (UK). Nel 2022 una sua scultura è inserita in un progetto espositivo presso gli Horti del Collegio Borromeo di Pavia. Nel 2023 partecipa all’esposizione ”E la mia Patria è dove l’erba trema: 45 artisti d’oggi rileggono l’opera di Rocco Scotellaro”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Nella primavera del 2024 espone i suoi ultimi lavori in una mostra personale presso la Paula Seegy Gallery a Milano, a cura di Luigi Sansone.
Geometrie spirituali-il presepe arcobaleno, sculture lignee e carte, è la sua ultima personale, presso la ex chiesa Madonna di Loreto-Castello malatestiano a Longiano, a cura della Fondazione Tito Balestra Onlus di Longiano, il Museo Internazionale del Presepe Vanni Scheiwiller di Castronuovo Sant’Andrea e Longiano dei Presepi 2024(8 dicembre 2024-12 gennaio 2025).
Mostre personali:
Galleria Vismara (Milano, 1996), Galleria Lorenzelli Arte (Milano, 1999), Galleria Agora Centro Studi Arti Extraeuropee (Milano, 2000), Fondazione Arnaldo Pomodoro (Rozzano, 2004), Spazio Mazzotta (Milano, 2006), Castello di Pietrarubbia (Pietrarubbia, 2008), Istituto d’Arte per la Ceramica Gaetano Ballardini (Faenza, 2009), Mazzoleni Arte (Milano, 2009), Musma (Matera, 2009-2010), Wonder-Room (Milano, 2010), Biffi Arte (Piacenza, 2010), Studio Museo Francesco Messina (Milano, 2015), MIG Museo Internazionale della Grafica (Castronuovo di Sant'Andrea, 2015), Cappella di San Filippo Neri (Castronuovo di Sant'Andrea, 2015), Paula Seegy Gallery (Milano, 2024), Ex chiesa Madonna di Loreto-Castello malatestiano (Longiano, 2024-25).