Aldo Andreani – Architetto e scultore
Foto di Maurizio Montagna. La mostra, promossa dal Centro Internazionale di Palazzo Te con la collaborazione del Politecnico di Milano – Polo di Mantova e Università Iuav di Venezia, affronta la figura dell’architetto e scultore di origine mantovana Aldo Andreani (1887-1971).
Comunicato stampa
La mostra, promossa dal Centro Internazionale di Palazzo Te con la collaborazione del Politecnico di Milano – Polo di Mantova e Università Iuav di Venezia, affronta la figura dell’architetto e scultore di origine mantovana Aldo Andreani (1887-1971).
Il debutto dell’architetto è precoce e culmina a ridosso della grande guerra, con il capolavoro della sua stagione giovanile: la Camera di Commercio di Mantova (1911-14), un edificio che consegna alla sua città natale l’emblema di una nuova immagine novecentesca. Andreani declina la lezione boitiana secondo un canone eteroeterodosso e inquieto, che lo porta ben presto ad affacciarsi verso altri immaginari espressivi, come testimonia la villa La Rochetta a Bosisio Parini (1920-21).
La ricerca di un’architettura che non si limita alla dimensione del singolo edificio, ma che affronta la scala urbana e paesaggistica, è definita da una capacità di modellazione dello spazio e della materia attraverso la quale Andreani recupera la plasticità manierista e barocca, ben evidente nel complesso Sola Busca a Milano (1924-32).
All’inizio degli anni trenta, nel momento in cui si cristallizza l’immagine della modernità architettonica, Andreani continua a tenere una rotta ostinatamente autonoma, così che, anche quando sembra avvicinarsi al vocabolario razionalista, lo farà secondo una provocatoria aberrazione, confrontandosi progressivamente con l’impossibilità di incanalare la sua personalità nella pratica della professione.
L’esposizione, articolata in sei nuclei tematici in progressione cronologica, presenterà una rassegna di materiali di progetto originali (disegni, bozzetti e fotografie d’epoca), provenienti sia dal Fondo Andreani (presso l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia), sia da altre raccolte, pubbliche e private, cui si aggiungerà una serie di sculture.