Aldo Mondino – Grand Tour contemporaneo
In mostra sono esposte opere che coprono un arco temporale compreso tra la metà degli Anni Sessanta e il 2001.
Comunicato stampa
Sabato 17 dicembre dalle ore 18 si inaugura presso Galleria Enrico Astuni, Bologna, la mostra personale di Aldo Mondino.
In mostra sono esposte opere che coprono un arco temporale compreso tra la metà degli Anni Sessanta e il 2001. Aldo Mondino nasce come artista proprio negli Anni Sessanta, ed è indubbio che non lo si possa considerare totalmente partner di questa o di quell’altra corrente artistica. Nel ’64 appaiono le quadrettature, opere realizzate su fogli quadrettati come per cancellare ogni traccia di pittoricismo surrealista che lo aveva caratterizzato agli esordi (le Tavole Anatomiche su masonite). L’aspetto ludico del suo lavoro è una caratteristica costante, con giochi di parole tra titolo e soggetto. Dalla serie delle Bilance, a quella dei Tarocchi (Anni ’70), ad esempio, l’arte di Mondino è di una speciale cifra concettuale del tutto personale. La sua continua esplorazione lo porta, però, successivamente, ad un rinnovato incontro con la pittura, su linoleum, proprio per “raffreddare” sulla materia industriale lo slancio delle pennellate ad olio. Definitivamente pittore e straordinario disegnatore Mondino sperimenta una infinità di materiali e tecniche diversi nel corso della sua carriera: dallo zucchero al caramello, dal bronzo al vetro, dalla ceramica al mosaico, per non parlare dei suoi celebri tappeti di eraclite e della installazione realizzata con il torrone, i semi di caffè e cereali, il cioccolato, i lampadari fatti con le penne a sfera Bic (Jugen Stilo) solo per citarne alcuni. La mostra si articola, dunque, attraverso i momenti più importanti della ricerca dell’artista.
Una galleria di ritratti di mercanti apre l’esposizione con una straordinaria scultura intitolata Dino Jarre, realizzata nel 1997 in ceramica e ferro che, attraverso la sequenza delle giare poste una sull’altra, costituisce una sorta di scheletro di dinosauro. Un’altra scultura Torso Torsolo del ’96 dà il là alla visione di una serie di disegni a gessetto su carta con riferimenti a Rodin, Bernard Shaw, Balzac, figure appena delineate all’interno della forma del torsolo. Il tema della danza, tanto amato da Mondino, è espresso attraverso l’opera Gnawa, circondata dai piccoli copricapi dei danzatori realizzati in cristallo e conchiglie. Non può mancare, tra gli altri, uno dei lavori più significativi di Mondino intitolato Gravere, del 1968, che parte da lontano, da una mostra realizzata a Roma, proprio in quell’anno, che si intitolava Ittiodromo, e che aveva per soggetto circa trecento aringhe vere, poi realizzato in bronzo nel 2000. Tra dipinti, disegni e sculture i celebri Iznik, le ceramiche turche che danno il nome alla città di provenienza e che Mondino ha dipinto su vetro.
A corredo della mostra un importante catalogo edito da Giampaolo Prearo Editore con testi di Achille Bonito Oliva e Vittoria Coen.
Cenni biografici
Aldo Mondino nasce a Torino nel 1938. Alla fine degli Anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove, tra l’altro, frequenta l’atelier di William Heyter, l'Ecole du Louvre. Studia mosaico presso l’Accademia di Belle Arti con Severini e Licata. Nel 1960 ritorna in Italia dove inizia la sua carriera con la mostra alla Galleria L'Immagine di Torino (1961) e alla Galleria Alfa di Venezia (1962). Fondamentale è l’incontro con Gian Enzo Sperone alla Galleria Il Punto da cui parte una lunga e importante collaborazione. Seguono le mostre personali presso la Galleria Stein di Torino, lo Studio Marconi di Milano, la Galleria La Salita di Roma, la Galleria Paludetto di Torino. Tra le principali mostre si ricordano le due partecipazioni alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1993 (sala personale), le personali al Museum fϋr Moderne Kunst - Palais Lichtenstein di Vienna (1991), al Sultanahmet Museo Topkapi di Istanbul (1992, 1996), al Museo Ebraico di Bologna (1995), ai Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia (1997), a Fano, sempre nel 1997 in due sedi Istituzionali e nella Galleria Astuni, alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Trento (2000), prima mostra antologica, e al MAR di Ravenna (2004). L’artista muore nel 2005 a Torino.
Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti dei più importanti Musei nazionali ed internazionali.