Aldo Mondino – Souk mondano
NP-ArtLab in collaborazione con Galleria Umberto Benappi di Torino, presentano “Souk mondano” dedicata al lavoro di Aldo Mondino, con un focus sulle opere influenzate dai suoi viaggi in Oriente.
Comunicato stampa
NP-ArtLab in collaborazione con Galleria Umberto Benappi di Torino, presentano “Souk mondano” dedicata al lavoro di Aldo Mondino, con un focus sulle opere influenzate dai suoi viaggi in Oriente. Artista eclettico e poliedrico, la sua pratica artistica ha attraversato diversi stili ed influenze, tra le quali l'arte europea del XX secolo,il surrealismo e la pop art, senza mai appartenere a gruppi o movimenti.
Mondino ha sempre rifiutato l’inquadramento in caselle storico-artistiche, anteponendo un approccio ricco di sperimentazioni sia in termini di materiali che di tecniche e soggetti. Una ricerca senza fine, un’ostinata necessità di sperimentare dando vita ad un lavoro eterogeneo e in perpetuo dialogo con la storia dell’arte.
Le opere in mostra alludono all’impatto che i viaggi compiuti dall’artista, in senso metaforico oltre che fisico, hanno avuto sullo sviluppo del suo lavoro. Mondino ha accompagnato questa sua flânerie con la curiosità e l’ironia che sono la cifra stilistica del suo lavoro, traducendo in termini mondiniani ciò che aveva visto durante le sue peregrinazioni. A partire dagli anni ottanta, gli spostamenti si intensificano, mettendolo di fronte a quello che lui stesso definisce “un Oriente che comincia dal Marocco e prosegue in Palestina, dove intravedo un affascinante parallelismo tra la preghiera e l’intensità dell’attenzione nel dipingere in modo concettuale.”
Da quest’analogia tra spiritualità e gesto pittorico nascono le opere dei “Dervisci”, soggetti danzanti dipinti su linoleum. I dervisci praticano la danza rituale caratteristica della tradizione turca eseguendo movimenti fluidi e circolari. Proprio la serie dei dervisci viene esposta nel 1993 alla Biennale di Venezia curata da Achille Bonito Oliva: in quell’occasione Mondino fu protagonista con una performance che vide coinvolti un gruppo di danzatori rotanti arrivati dalla Turchia. Il corpus di opere i dervisci, anche chiamati le turcate, in omaggio a Giulio Turcato, evidenziano la commistione armonica della pittura figurativa di stampo occidentale e la sintassi decorativa geometrica di derivazione mediorientale e asiatica.
A conferma delle influenze derivanti dagli incontri durante i suoi viaggi, Mondino raffigura mercanti e souk locali, la vera essenza della città, un mercato rivelatore dell'anima di un paese: ne cattura le fisionomie dei soggetti e i colori della frutta intervallati da pattern geometrici. La scelta del linoleum come supporto nella pittura è del tutto inconsueto ma conferma l’implacabile attitudine alla sperimentazione di Mondino. L’utilizzo di questo supporto sintetizza vari aspetti della poetica mondiniana a partire dall’utilizzo di una superficie altamente lavorata che rimandasse all’orientalismo fino alla costante ironia (il gioco di parole che vede lino ed olio come materiali più comunemente associati alla tradizione pittorica occidentale).
Una rivalutazione della materia vale anche per Iznik, la tecnica dello smalto su vetro che vuole ricordare i manufatti in terracotta della città turca Nicea: in questa serie di lavori la pittura diventa ceramica, traendo in inganno lo sguardo in questa metamorfosi della pittura che diventa altro. Lo stesso trompe l’oeil dei tappeti stesi e appesi alle pareti come panni messi ad asciugare, trasformano l’ambiente espositivo in un caratteristico souk. Questa serie di lavori vengono realizzati con colori vivaci su un materiale edile industriale, l’eraclite. La trama del supporto, pur essendo grezza, assume le sembianze di un nobile tappeto orientale grazie all’elaborazione di Mondino che ne deriva quadri-oggetti. L’illusione che ne consegue sfiora la perfezione e con questi lavori l’artista ci tramanda una narrazione composta da colori vividi e motivi decorativi di un affascinante universo sconosciuto.
L’approccio di Mondino con l’altrove non può essere ricondotto esclusivamente ad un fascino per l’esotismo ma sottintende una velata allusione ad esperire l’alterità culturale in opposizione al turismo di massa e all’accelerazione globale occidentale.
L’esposizione “Souk mondano” sarà corredata dalla pubblicazione di un catalogo.
Una selezione delle opere in mostra verrà inoltre presentata dalla Galleria Umberto Benappi in occasione della 27^ edizione di Miart 2023 (Milano, 14-16 aprile) all’interno della sezione established.
Aldo Mondino è nato a Torino nel 1938, dove è morto nel 2005.
Nel 1959 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’atelier di William Heyter, l'Ecole du Louvre e frequenta il corso di mosaico dell'Accademia di Belle Arti con Severini e Licata.
Nel 1960, rientrato in Italia, inizia la sua attività espositiva alla Galleria L'Immagine di Torino (1961) e alla Galleria Alfa di Venezia (1962). L'incontro con Gian Enzo Sperone, direttore della Galleria Il Punto, risulta fondamentale per la sua carriera artistica, con un sodalizio tuttora esistente. Importanti personali vengono presentate anche presso la Galleria Stein di Torino, lo Studio Marconi di Milano, la Galleria La Salita di Roma, la Galleria Paludetto di Torino.
Tra le principali mostre si ricordano le due partecipazioni alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1993, le personali al Museum fur Moderne Kunst - Palais Lichtenstein di Vienna (1991), al Suthanamet Museo Topkapi di Istanbul (1992, 1996), al Museo Ebraico di Bologna (1995), alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Trento (2000).
Le sue opere appartengono alle collezioni permanenti dei più importanti Musei nazionali ed internazionali ed a numerose collezioni private.