Aldo Palazzolo – Luce vince
La galleria Carta Bianca fine arts ha il piacere di presentare la prima personale catanese del fotografo Aldo Palazzolo dal titolo Luce vince.
Comunicato stampa
Giovedì 15 dicembre, la galleria Carta Bianca fine arts ha il piacere di presentare la prima personale catanese del fotografo Aldo Palazzolo dal titolo Luce vince.
Una mostra colta, elegante, sobria e di grande prestigio per la galleria, assolutamente imperdibile per chiunque sia attento alle arti figurative, infatti Aldo Palazzolo
è fra i testimoni più importanti del nostro tempo avendo immortalato i più grandi protagonisti del mondo della cultura con una visione assolutamente globale e
contemporanea della ricerca estetica, con un respiro talmente ampio da non temere confronti nel mondo.
Dice di lui Guy Mandery: Aldo Palazzolo fa parte con Avedon, Poinssot, Trivier e pochi altri, dei più straordinari ritrattisti esistenti (Album Public, Paris,1988).
Inizia la sua ricerca intorno al 1975 indagando il legame fra mimo e fotografia alla scuola diJ. Lecoq a Paris. Il lavoro sfocia nell’esposizione: ‘Semantica del Gesto’.
Seguendo il suo istinto di viaggiatore Palazzolo, comincia a frequentare i musei più importanti per studio e per passione. Da queste lunghe peregrinazioni nasce
l’esposizione ‘Frammenti di Marmo’, indagine sul gesto erotico nella scultura antica. Immagini di rara bellezza (alcune presenti in mostra) in cui la plasticità dei marmi
è esaltata e valorizzata dalle riprese a luce naturale e dalla riscoperta di un gesto e di uno svelamento cui il fotografo dedica attenzione e sensibilità.
La fine del ciclo dedicato alla riflessione sulla storia dell’arte coincide con quello che è sempre stato l’interesse primario del lavoro di Palazzolo: la riflessione sull’uomo, il ritratto.
Ha così realizzato un Panthéon di ritratti che inquietano profondamente e spesso, quasi sempre anzi, seducono; i suoi umani Palazzolo li fotografa frontalmente, a viso aperto
senza orpelli, sempre carichi di una tensione emotiva ed esistenziale che riporta il soggetto al grado zero, all'essenza unica e primaria, all'essere mortale.
Le pose caratterizzate da comportamento solenne, da uno sguardo penetrante scambiato con il fotografo e attraverso lui, con lo spettatore, turbano per l'intensità della messa a fuoco.
Non sono fatti di momenti rubati al soggetto ignaro tuttavia sono ‘candidi’ nel senso originale della parola: franchi, aperti, senza maschera.
Nel 1986 pubblica il suo primo libro, 'Portraits', con testi di Jean Claude Lemagny e Ando Gilardi.
Nel 1989 il critico Peter Weiermair lo segnala fra i ritrattisti più importanti al mondo allestendo l’esposizione e il catalogo per ‘Il ritratto nella Fotografia Contemporanea’ con artisti come
Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Annie Leibovitz, Bruce Weber, Mary Ellen Mark, Cleg & Guttman, Lynn Davis, Thomas Ruff.
Davanti al suo obiettivo sono passati personaggi come Jorge L. Borges, Rudolf Nureyev, Julian Beck, Giulio Andreotti, Adonis, Philip Glass, Patti Smith, César, Yannis Kounellis, Sean Scully,
Enzo Cucchi, Giovanni Michelucci, Giuseppe Sinopoli, Mimmo Paladino, Gilberto Zorio, Enrico Rava, Gina Lagorio, Christoph Marthaler, Michelangelo Pistoletto, Jordi Savall, Giorgio Marconi,
Kengo Kuma, Micha Majski, Jean Pierre Restany, Jack Dejohnette, Pierre Boulez, Franco Loi, Thomas Demenga, Piera Degli Esposti, Vinicio Capossela, Gillo Dorfles e tanti altri protagonisti del
mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo.
Dal 1990 in poi vira verso una ricerca personalissima che lega l'elaborazione della foto alla riflessione sulla luce e sull'alchimia che denomina 'Liquid Light'.
Ha esposto nelle più importanti manifestazioni fotografiche: da Arles. dov'è presente nel 1992 con una personale, alla Biennale di Venezia, al Festival di Fotografia di Amsterdam, Liegi e Montpellier.
Nel 2002 viene incaricato dal direttore del Conservatorio di Lucerna di fotografare i musicisti che lavorano nella città svizzera; la mostra "Lucerna, una Città in Musica" viene esposta in diversi spazi
pubblici e privati con performance dei musicisti fotografati durante il festival.
Ha ampliato le possibilità di ricerca del linguaggio fotografico con collaborazioni con poeti (Salvo Basso. Esposizione e libro ‘U tempu cc’è’) e con vari artisti, tra cui Fabio Iemmi col quale ha realizzato
il progetto ‘I Santissimi’; un'esposizione che travalica la dimensione classica della mostra fotografica per avventurarsi nel campo della sperimentazione e manipolazione di vari linguaggi espressivi
(Cappella dell’ Incoronazione in collaborazione col Museo Regionale di Palazzo Riso a Palermo e allo Spazio WOPA, padiglione Nervi-Parma).
E' stato direttore-editore della rivista d’arte e cultura internazionale Charade.
Nel 2015 è stato invitato da Christine Macel (capo curatore del Centre Pompidou e direttrice della Biennale di Venezia del prossimo anno) alla mostra Nel mezzo del mezzo. Arte contemporanea nel
Mediterraneo che si è tenuta al Museo Riso di Palermo.
Ha realizzato la serie di Video-Ritratto Gli Imperdonabili dedicati a personaggi siciliani dell’arte e della cultura come Manlio Sgalambro ed Enzo Sellerio.
Aldo Palazzolo è nato a Siracusa nel 1948. Vive e lavora a Lucerna in Svizzera.
Collezioni Pubbliche:
Stedeljik Museum, Amsterdam
Biblioteque Nazionale, Paris
Paris Audiovisuel, Paris
George Easteman House Rochester, New York
Brooklyn Museum, New York
Musée de la Ville, Montpellier
Museo d'Arte Moderna, Gibellina