Aldo Rossi – Autobiografia poetica
Ventidue opere inedite, scelte da Vera e Fausto, figli di Aldo Rossi, per presentare al pubblico un lato più privato e, allo stesso tempo, strettamente connesso con il lavoro di progettista e designer, storico e teorico dell’architettura.
Comunicato stampa
Ventidue opere inedite, scelte da Vera e Fausto, figli di Aldo Rossi, per presentare al pubblico un lato più privato e, allo stesso tempo,
strettamente connesso con il lavoro di progettista e designer, storico e teorico dell’architettura.
Disegni su carta e su tavola (dal 1974 al 1996 circa), realizzati a grafite, matite colorate, pastello, penna, pennarello, inchiostro e acquerello,
illustrano episodi della vita quotidiana, ne rievocano alcune vicende professionali e rintracciano passioni e inquietudini dell’architetto.
Caffettiere, orologi, vasi, un gallo, qualche altro animale, qualche figura, una lettera, una signora in un giardino, fino ad arrivare alle forme dell’architettura,
rimandi diretti o di fantasia verso opere reali o solo immaginarie. Riflessioni poetiche che mescolano i momenti dell’architettura a quelli della biografia privata,
come nel disegno Senza titolo del 1993, dove la balaustra sul lago - forse dell’amatissima casa di Ghiffa? -
introduce un momento di pausa nella concitazione di un’esistenza piena di viaggi, incontri, scrittura, studio e progetti.