Aldo Rossi – Cabine dell’Elba (1982)

Informazioni Evento

Luogo
GARAGE BENTIVOGLIO
Via del Borgo di San Pietro 3A, Bologna, Italia
Date
Dal al

da mercoledì a sabato, dalle 19.00 alle 23.00

Vernissage
04/07/2024
Artisti
Aldo Rossi
Uffici stampa
LARA FACCO P&C
Generi
design
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Ultimo appuntamento prima dell’estate del progetto espositivo garage BENTIVOGLIO che si conclude con il simbolo del leggendario paesaggio balneare italiano che il grande designer italiano portò nello spazio domestico.

Comunicato stampa

Il progetto garage BENTIVOGLIO a cura di Davide Trabucco, che da più di un anno, ospitando artisti e designer internazionali, abita la vetrina di via del Borgo di San Pietro 3A a Bologna, saluta l’inizio dell’estate con l’ultimo appuntamento previsto per questa stagione, che vede protagoniste le leggendarie Cabine dell’Elba di Aldo Rossi.

 

Questi geniali complementi d’arredo che, negli anni Ottanta, l’architetto porta all’interno dello spazio domestico come simbolo trasfigurato del paesaggio balneare italiano, rappresentano, all’interno del lessico compositivo di Rossi, uno degli elementi ricorrenti già a partire dagli anni Settanta, a seguito di un soggiorno sull’isola.

 

È interessante ricordare come nel 1973 a Milano fossero stati inaugurati anche I bagni misteriosi, grande opera pubblica realizzata da Giorgio De Chirico per il giardino della Triennale, in cui una cabina stava sospesa su una grande vasca d’acqua portando nel mondo reale le attese e le inquietudini del pittore italo-greco, e che fu un sicuro riferimento anche per Aldo Rossi.

 

Aldo Rossi realizza le geometrie dell’estate su incarico di Molteni&C in occasione del Salone del Mobile del 1980, e come spesso accade nella pratica dell’architetto, la forma precede la funzione, e da piccolo edifico balneare la cabina diventa mobile d’arredamento, portando l'esterno in un interno. Nel 1982 entrano invece nel mondo della produzione con Bruno Longoni, in una versione più minuta tutt’ora in produzione e della quale fanno parte le due cabine esposte.

Le cabine dell’Elba diventano in seguito protagoniste di alcuni allestimenti fieristici, come quello realizzato per lo stand GFT (Gruppo Finanziario Tessile) a Pitti Uomo, o elemento progettuale, come nel caso della proposta della Deutschen Historischen Museum di Berlino, ma anche quinta scenica come nel grande edificio direzionale di Fontivegge a Perugia.

 

 

Questo ultimo appuntamento con il programma espositivo di garage BENTIVOGLIO nasce da una suggestione: la distanza che il vetro del garage mette tra le cabine e il pubblico, permettendo solo un’osservazione da lontano, sarà forse la stessa della prima volta che sono entrate nel campo visivo dell’architetto, quando le vide sulla spiaggia di Marciana Marina o su quella di Procchio? Una distanza che potrebbe essere la stessa da cui ammiriamo quelle dei disegni di De Chirico, nei quali possiamo addentrarci solo con l’immaginazione.

 

La distanza è anche il metro principale con cui ho imparato a lavorare in questi mesi con le opere e gli oggetti che si sono susseguiti all’interno di garage BENTIVOGLIO – dice Davide Trabucco, curatore del progetto – Non mi appartengono, perché altri sono i collezionisti, né sono stati scelti da me, perché è Tommaso Pasquali a curare la collezione. Lasciare una distanza tra me e loro è così l’unico modo per trovare significati nuovi, che non siano quelli legati al loro possesso o al loro valore storico-critico. Lasciare andare le cose, consegnarle al mondo, diventa così una pratica necessaria affinché siano definitivamente libere; pensare di legare tutto a noi, come in una grande tomba faraonica, non permette alle opere di crescere e di resistere ai saccheggi e alle devastazioni a cui, irrimediabilmente, prima o poi andranno incontro”.

 

Dopo la pausa estiva, garage BENTIVOGLIO torna con una serie di appuntamenti dedicati al mondo del design, a partire da Tangram, tavolo disegnato da Massimo Morozzi per Cassina nel 1983. Composto da sette pezzi indipendenti, come il celebre gioco cinese, è un oggetto capace di ricombinare i diversi elementi in forme sempre più complesse. Seguiranno la sedia Robin di Massimo Iosa Ghini, dedicata al celebre ladro inglese e prodotta per Calligaris nel 1989 e, sempre con la “giusta distanza”, un affondo su alcuni oggetti dell’universo Fornasetti.