Aldo Sergio – Guardare negli occhi un coniglio
Prima mostra personale di Aldo Sergio (Salerno, 1982), presso la galleria Tommaso Calabro a Milano.
Comunicato stampa
Aldo Sergio presenta due nuove serie di lavori, intitolate Ode To Zero e At Last, iniziate nel 2020 e naturali evoluzioni di una ricerca artistica durata oltre dieci anni, caratterizzata da una pittura di precisione, lenta e meditativa.
Ode To Zero è una riflessione sugli inizi e, al contempo, sull’impossibilità della staticità del pensiero umano. Nelle opere di questa serie, tavoli di legno, alcuni austeri e torniti come se ne trovano in tante sacrestie, altri semplici e funzionali come i mobili d’antiquariato delle case dei nonni, sono delicatamente nascosti da una serie di tovaglie bianche, morbide e solenni, dai riflessi delicati. In assenza di altri oggetti e per lo più privi di riferimenti spaziali, i tavoli e le loro rispettive tovaglie, protagonisti solitari e silenziosi dei lavori, si vestono di un’aura totemica, carica di simbolismo.
Se, in Ode To Zero, Sergio opera di sottrazione al fine di svelare una pittura di grande complessità, essa viene ridotta al grado zero nella serie At Last. In questo corpo di lavori, oggetti e momenti della quotidianità, in parte legati a memorie dell’artista e in parte recuperati da immagini prese dal web, vengono riprodotti sulla tela desaturandone i colori e appiattendone i contrasti, fino a renderli il più possibile vicini al bianco.
Attratto dal fenomeno dell’optografia, che è il processo di recupero dell’ultima immagine registrata dall’occhio prima della morte, At Last diviene dunque una riflessione sulla fine: Sergio riproduce sulla tela l’oggetto prima che scivoli via dalla sua memoria, o prima che si perda nuovamente tra le pagine del web, avvolto da una luce calda, totalizzante, come sembra essere la vista dell’uomo al suo ultimo istante di attività.
Le opere della serie At Last sono il risultato di un lungo e lento lavoro di creazione, che prevede un attento dosaggio per ciascuna tonalità di colore, al fine di rendere l’immagine visibile, ma solo dopo averla messa a fuoco, e solo per un attimo.
Un’immagine viva e sfuggente, difficile da catturare, proprio come è difficile guardare dritto, negli occhi, un coniglio.