Aldo Spinelli – Vero dalla copia
Carta colorata. Carta ritagliata. In piccoli cerchietti. Coriandoli. In questa mostra se ne possono vedere più di quarantamila. Ognuno ritagliato accuratamente a mano e perciò tutti differenti nella loro somiglianza (tutti uguali nella loro diversità).
Comunicato stampa
Carta colorata. Carta ritagliata. In piccoli cerchietti. Coriandoli. In questa mostra se ne possono vedere più di quarantamila. Ognuno ritagliato accuratamente a mano e perciò tutti differenti nella loro somiglianza (tutti uguali nella loro diversità).
Coriandoli, ovvero la leggerezza. Che può essere intesa in senso duplice: ne occorrono parecchie dozzine per pesare un grammo e, nonostante le loro tinte decise, rappresentano la futilità, la frivolezza un poco fatua. Ottimi strumenti quindi per dare corpo e consistenza a tre progetti che si sono sviluppati ed evoluti nel corso di un lungo arco di tempo.
Il primo (ricostruzione di un'opera presentata al Palazzo dei Diamanti di Ferrara in occasione della Mostra d'Arte Sacra, nel 1974) cerca di reggersi instabilmente sulla teoria deterministica di Laplace per certificare l'esistenza di una mente che conosce il futuro destino di ogni singolo coriandolo nel mucchio esposto.
Nel secondo la volatile inconsistenza di 26136 coriandoli cerca di rappresentare (nel numero) la consistenza dei giorni della mia vita volati via.
Infine la terza serie di tele esalta il continuo rimbalzo tra originale e copia perdendosi nel dilemma di quale dei due sia sorto prima.
Uguale/diverso, causa/effetto, originale/copia, vero/falso, prima/dopo, regola/caso, ordine/disordine, questi oggetti in forma di quadro insistono nel ribadire il proposito dell'autore di ottenere il minimo dell'effetto con il massimo dello sforzo.