Alejandro Cesarco – A Long Time Ago Last Night
Il lavoro di Alejandro Cesarco si muove nei confini propri dell’arte concettuale, in una ricerca volta a interrogare l’idea di narrazione e l’origine delle condizioni che rendono possibile un testo e i meccanismi del suo processo di significazione.
Comunicato stampa
Il lavoro di Alejandro Cesarco si muove nei confini propri dell’arte concettuale, in una ricerca volta a interrogare l’idea di narrazione e l’origine delle condizioni che rendono possibile un testo e i meccanismi del suo processo di significazione. Ciò che Cesarco focalizza è l’autonomia del testo e la modalità di relazione che si instaura tra un’opera e il suo spettatore, tra la parola scritta e il lettore. L’atto stesso di produzione artistica è per Cesarco una pratica di lettura e attorno a problemi di ermeneutica e di traduzione, osservati dalla prospettiva privilegiata della letteratura, si dipanano tutte le sue opere.
Index (a Novel) (2003) è l’indice alfabetico dei nomi e degli argomenti di un libro mai scritto, presentato da Cesarco nella forma canonica di alcune pagine numerate. Index è l’ipotesi paradossale di una lettura al contrario, una classificazione di nomi, riferimenti, temi e situazioni che si giustificano in modo autonomo, in indipendenza dal volume a cui dovrebbero riferirsi. Cesarco disegna in quest’opera lo spazio di un contenitore - l’indice ragionato - che diventa esso stesso il contenuto, un ipertesto narrativo capace di intrappolare il lettore in un esercizio infinito di rimandi e referenze, allusioni e intuizioni. Index può essere letto muovendo dalle singole parti verso il tutto, cercando di ricostruire il libro a cui potrebbe appartenere - portando a unità i termini che lo compongono - o in modo più anarchico, provando a cogliere le suggestioni delle voci elencate senza preoccupazione di una sintesi finale. Ciò che emerge sullo sfondo è il profilo di un’esistenza privata, l’immagine di una possibile autobiografia dell’artista.
Everness (2008) è un film a incastri composto da Cesarco mediante uno script che intreccia tra loro cinque diversi capitoli, tra vicende letterarie, storia politica e scene di intimità domestica. Nell’architettura dell’opera l’avvio è dato da un monologo dell’attore sul significato della tragedia nella letteratura occidentale e sull’apparizione del tragico come archetipo culturale. In un ulteriore passaggio Cesarco evoca i protagonisti di The Dead dai Dubliners di Joyce - Gretta e Gabriel - marito e moglie che si scoprono divisi nei loro ricordi e destinati ad allontanarsi irrimediabilmente l’uno dall’altra. A inframmezzare i momenti narrativi e speculativi del film vi sono poi due canzoni. La prima è presa dal repertorio del movimento tropicalista brasiliano degli anni Sessanta, un movimento artistico e musicale che reagiva al colpo di stato del 1964 e alla successiva repressione dei diritti di libertà politica e civile nel Paese. La seconda è un brano della guerra civile spagnola, un inno all’eroismo sacrificale di chi ha combattuto per la libertà in Spagna tra il 1936 e il 1939. Il capitolo finale dell’opera, primo piano silenzioso e senza parole di una coppia impegnata nella colazione del mattino, restituisce l’immagine un momento incerto e indefinito, risoluzione pacificata di conflitti e contrasti o, più probabilmente, segnale di una fine ormai definitiva del rapporto tra l’uomo e la donna.
Echi letterari continuano in The Gift and the Retribution (2011), un dittico fotografico costituito dalle copertine di due libri, “Los adioses” di Juan Carlos Onetti e “Poemas de amor” di Idea Vilariño, due figure centrali della produzione letteraria uruguayana del Novecento. I due libri hanno dediche incrociate, “Goodbyes” è dedicato a Vilariño, la quale a sua volta aveva dedicato “Love Poems” a Onetti. Cesarco pone in primo piano la dedica come strumento che rivela i fili sotterranei che avvicinano percorsi artistici e storie biografiche al tempo stesso vicine e lontane tra loro.
La figura di Onetti è adombrata anche in Methodology (2011), un sofisticato dialogo di una coppia seduta attorno a un tavolo incentrato sullo spazio del non detto. Parole scritte, lettere e comunicazioni silenziose sono il soggetto del discorso che i due protagonisti articolano nell’opera, provando a definire i confini tra spazio intimo e pubblico, tra ciò che si può dire e ciò che non deve essere espresso. Il dialogo della coppia perimetra così lo spazio dei sentimenti privati e della loro negoziazione nel rapporto con gli altri. Non tutto ciò che si dice può essere disciolto in elementi perfettamente comprensibili e l’opera allude a uno spazio di opacità irrimediabile nel dialogo tra l’uomo e la donna.