Alessandra Iannarelli – Alexen
Mostra di pittura digitale di Alessandra Iannarelli, che, a scapito di quanti definiscono la digital art un linguaggio freddo e distaccato, riesce a creare un profondo coinvolgimento e impatto emotivo con lo spettatore.
Comunicato stampa
Riparte la rassegna MAD @ i Gufi, che continua ad ospitare opere di pittura diverse per generi e modalità espressive: il progetto è stato inaugurato con i ritratti dalle cromaticità dense e pastose di Filippo Saccà, ricchi di pathos e in cui si scorge uno studio rielaborato in chiave personale di Bacon e Freud; ha poi lasciato spazio alla pittura di Antonella Mamone, esempio di sintesi tra arte concettuale e gestuale imperniata sull’idea di tempo e di spazio, per proseguire da domenica 2 marzo alle 19,00 con il vernissage di pittura digitale di Alessandra Iannarelli, che, a scapito di quanti definiscono la digital art un linguaggio freddo e distaccato, riesce a creare un profondo coinvolgimento e impatto emotivo con lo spettatore
In una nota critica di Fabio D’Achille, curatore della mostra, si legge: “Alessandra penetra la pelle con il suo scanner immaginario, riproduce e ridisegna fasce muscolari con precisione anatomica e sviluppa delle texture con elementi geometrici e di fantasia quasi a “tatuare” l’intera superficie di lavoro”.
Alessandra Iannarelli – Alexen
E’una fashion designer e digital artist. Esprime “se stessa” attraverso lavori grafici che sono il frutto di un attento studio cromatico e geometrico, che si fonde con le radici nel campo del disegno del tessuto di moda, lo studio della figura umana e l’espressione dell’anima. Con la fusione di questi “mondi”, apparentemente incompatibili, crea un nuovo universo narrativo ed esperienziale che emerge rompendo la passività dello spettatore. Alexen invita lo spettatore a diventare parte dell'arte come una sorta di componente aggiunto. “La mia Arte è intrattenimento: è importante osservarla da lontano ed avvicinandosi piano all’opera, assaporarne il cambiamento che produce, nonché interagire con essa, immergendosi in una figura, per poi scoprire che ha un’altra faccia e una storia differente. Un collegamento tra la realtà del corpo, la sfera dei sentimenti e il regno fantastico dell’immaginazione” (…) Immagini multistrato raccontano la fragilità, l'instabilità, la complessità, la perfezione e la forza della nostra essenza, utilizzando un vocabolario visivo affascinante e coinvolgente. I pennelli digitali sono lo strumento che racconta un sentire interno, in cui cerco di rappresentare la ricerca di un’espressione essenziale della complessità umana. Il raccolto attraversa processi di alta intensità di lavoro che possono essere visti in modo esplicito, come un rituale di “esorcismo” personale. Tuttavia, questo tipo di arte è parte della memoria collettiva.