Alessandra Romagnoli – Chiamata in corso…
Nella serie Chiamata in corso… Alessandra Romagnoli estrapola scene da videochiamate in dimensione smartphone e ne propone le contraddizioni su tela.
Comunicato stampa
Nella serie Chiamata in corso... Alessandra Romagnoli estrapola scene da videochiamate in
dimensione smartphone e ne propone le contraddizioni su tela.
Se da un lato la videochiamata sottrae alla percezione corporea, dall’altro diventa qualcosa di così
quotidiano da trasformarsi in condivisone di momenti marginali della giornata che normalmente
terminano nell’oblio.
La condivisone dei silenzi con l’altro si ritrova sulla tela diventando un intimo spazio vuoto vissuto
insieme. E proprio quando l’interlocutore esce di scena ecco che la sua impronta resta
sull’immagine.
Alessandra costruisce inediti scenari dello spazio quotidiano elevandoli a soggetto, sostituendoli
all’essere umano come elemento centrale. E’ un’assenza attiva quella che l’artista rintraccia nelle
sue opere, prospettive intrise di temporalità infinita dove la presenza umana è dietro quella
porzione di stanza e si configura solo in quanto ambiente manipolato.
In questo spazio i ricordi altrui sono indagati minuziosamente in ogni angolo di superficie colta
nella sua tacita quotidianità. È cosi che sovrapposizioni di stati d’animo e memorie sensoriali
arrivano impercettibili e si interpongono silenziosamente tra l’artista e l’interlocutore, tra lo
spettatore e la tela.
La stanza diventa il luogo di archiviazione di memorie dentro un inquadramento dettagliato e
oggettivo.
Da lì la sensazione che qualcosa sia appena accaduto, cosa sta succedendo? Cosa c’è lì che non
possiamo vedere? E com'è possibile che tutto questo avvenga in uno spazio così vuoto e solo,
eppure intimo?
Alessandra non sembra indicarci solo un Altro ora assente dal dipinto, ma anche un Oltre al di là
del dipinto stesso e, forse, persino di noi spettatori.
La soluzione a molti degli interrogativi posti resta aperta.
testo di Federico Valgimigli
a cura di Anastasia Zio