Alessandro Antonino – I colori dell’oceano
Le pitture si trasformano, diventano pittosculture approdando ad una nuova visione della realtà. Sono molti gli spunti che l’artista sviluppa con le sue opere attraverso una acuta sensibilità. Oggi troviamo nuovi temi che danno il titolo alla mostra, un richiamo ai paesi più poveri dell’Africa.
Comunicato stampa
Per la terza volta Alessandro Antonino propone a Clusone le sue opere in una personale presso la galleria Franca Pezzoli Arte contemporanea. Sono 20 splendide pittosculture di ceramica, paesaggi interrotti da fiori tridimensionali o da incisioni e sovrapposizioni , trasformando una delle arti più antiche in un modo nuovo di emozionare e cominciare.
“Sono molti gli spunti che l’artista sviluppa con le sue opere attraverso una istintiva ed acuta sensibilità. Filtrata attraverso le esperienze artistiche di un Guttuso, aperta agli echi dei Nabis e Gauguin, sensibile ad un simbolismo proiettato a tratti verso l’Espressionismo informale.”
Nella sua pittura ritroviamo temi diversi come paesaggi a marine di grande bellezza, donne, uomini, animali e natura.
Alcune opere evidenziano il lungo periodo trascorso a Napoli e le scuole a cui lui si è ispirato inizialmente, ovvero il ‘700 e ‘800 napoletano. Alessandro, infatti, ha dato una nuova immagine ed un’arte antica “non lasciandosi influenzare dagli sperimentalismi del Novecento Italiano da Arturo Martini a Leoncillo, da Giò Ponti a Fausto Melotti” ma ispirandosi a grandi maestri quali Giuseppe e Donato Massa e l’abruzzese Francescantonio Grue.
Oggi le sue doti si sono affinate e lo hanno condotto ad una misura espressiva di notevole efficacia. Per ogni pittore la scelta di una scuola, di un modo espressivo, è spesso legato all’imprevedibile,. all’emozione provata, alla policromia, alla ricerca di un nuovo modo di comunicare.
Per Antonino, la decisione di usare le tecniche della pittura a mosaico è legata all’amore che lui ha per la sua terra con le sue tradizioni e le sue radici multirazziali.
I paesaggi di un tempo, legati ai colori delle terre, alle loro nuances, a volte tenui ed altre brillanti di luce, sono stati il punto di partenza.
Poi i primi cambiamenti.L’argilla si trasforma nelle mani dell’artista e diviene forma nel colore. Impressione. Messaggio celato nel sovrapporsi moderno di immagini di altri paesi. Il tratto è più deciso, il mosaico intagliato come in una scultura.
Le opere assumono una complessità nuova. L’argilla viene miscelata, prende forma, vita e colore. Poi è cotta col fuoco. “Paul Valéry scrive che le arti più avventurose, più incerte, dunque più nobili, sono quelle che richiedono l’uso del fuoco.”
Le pitture si trasformano, diventano pittosculture per approdare ad una nuova visione della realtà, quella che lui chiama la bellezza dell’imperfezione.
Scrive il Prof. Francesco Gallo, critico d’arte e docente di Storia dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Roma, in occasione della recente mostra, alla Camera dei Deputati dall' 8 al 21 giugno 2011 :
“C’è un sottile filo rosso che lega dall’interno tutta la produzione ceramica di Alessandro Antonino tanto da costruirvi una sorta di suo linguaggio segreto, in cui si può entrare, con una mediatezza, con una silenziosità che sono tutto l’apporto della medialità e della fenomenica della qualità.
Perché quella di Alessandro Antonino è una qualità ribadita, nel senso di un apprendimento della lezione dei classici e una sua trasposizione in mezzo a noi, con tutta la carica di linguistica che viene dall’essere sulla linea d’onda delle tradizioni, che vuol dire, continua invenzione e trasformazione.”
Nelle opere di oggi troviamo nuovi temi che danno il titolo alla mostra “I colori dell'oceano”, un richiamo ai paesi più poveri dell’Africa, come l'Etiopia.