Alessandro Bazan – 15 o 20 quadri cucinati
Questi quadri raffigurano tavole imbandite, convivi, botteghe stracolme di cibi: una rappresentazione del reale ‘gastronomico’ che è insieme dimensione psicologica dell’animo, tra desiderio di vita e paura dell’esistere.
Comunicato stampa
Con questa nuova mostra Alessandro Bazan, presenta una ventina di opere, pitture a olio e disegni di vario formato, pensate per Nuvole. Per dire che cosa? Già nel titolo che Alessandro ha dato a questa mostra c’è una risposta e c’è il suo carattere: la sua ironia, la sua apparente leggerezza - che sappiamo però nascondere una profonda malinconia saturnina - e il suo modo di vedere e di ‘usare’ la pittura. Perché la pittura si cucina, nel senso che i colori s’impastano, le pennellate si susseguono, lente o veloci, in un procedimento che gestualmente ha molte assonanze appunto con il cucinare. I 15 o 20 quadri cucinati da Bazan, non sono però certo un prodotto che si consuma, ma restano reperti nei quali il pensiero si è composto e si manifesta per rimanere duraturo nel tempo.
Questi quadri raffigurano tavole imbandite, convivi, botteghe stracolme di cibi: una rappresentazione del reale ‘gastronomico’ che è insieme dimensione psicologica dell’animo, tra desiderio di vita e paura dell’esistere.
La storia dell’arte abbonda di esempi di pittori e scultori che hanno rappresentato il convivio nelle sue varie declinazioni. E nel guardare queste opere di Bazan è facile ricordare il famoso quadro di Pieter Brueghel The Battle of Carnival and Lent nel quale il campo visivo è disseminato di oggetti commestibili, contenitori, carretti, corpi che si muovono ansiosi e brulicanti come nella scena di un film, in un’epoca nella quale il cinema non esisteva ancora. A guardar bene i convivi di Alessandro esprimono la stessa conflittualità, accentuata dalla medesima scelta prospettica, e la stessa tensione, nel costruire questa volta però, in un’epoca – la nostra – invasa dalle immagini in movimento, un ‘fermo immagine’ che arriva come una risata beffarda, quasi un pugno nello stomaco e insieme una necessità.
Detto ciò amiamo la cucina e soprattutto l’incontro che si realizza intorno alla tavola, dove possono nascere amicizie o rompersi rapporti consolidati, dove ci si appassiona, si litiga, ci si innamora, dove nascono le idee, dove si allentano le inibizioni….E Alessandro ha pensato questa mostra per Nuvole proprio perché nel cuore di Nuvole c’è anche una cucina: cucina, emozioni, colori, vita…
‘Tutti afflitti da una mutua passione per certi colori rossi, ocra, verdastri, quelli che rimangono in fondo ai piatti romani di terraglia bianca….. Salse. Salse che come la vita medesima appassionano, appesantiscono. Che sono come il succo stesso della vita. Con le sue ansie, i suoi passaggi, i suoi erotismi, i suoi deliqui…’. Così scriveva alcuni anni fa Philippe Daverio (nel presentare la mostra di Antonietta Raphael a Nuvole) per descrivere l’atmosfera della Scuola di Via Cavour ….
Niente di ‘strumentale’ quindi tra arte e cucina, nessuna dipendenza, nessun supporto dell’una all’altra bensì piena autonomia di due processi creativi dei quali non vorremmo mai fare a meno.
Alessandro Bazan, è nato nel 1966 a Palermo dove vive e lavora. Protagonista della Scuola di Palermo degli anni ’90. Oltre ad una serie di mostre personali e collettive nelle migliori gallerie italiane, é stato incluso nella lista degli artisti scelti dalla Farnesina per rappresentare l’arte contemporanea italiana. La Galleria Civica d’Arte Moderna di Palermo gli ha dedicato nel 2012 una personale.