Alessandro Bulgini – Hairetikos Iperbole
L’azione appartiene al ciclo Hairetikos (colui che sceglie contro ogni dogma) che dal 2001 Bulgini porta avanti come manifesto futuribile e si inserisce perfettamente nella concettualità di un lavoro caratterizzato dall’indagine sul pensiero laterale, il pensiero eretico.
Comunicato stampa
Alessandro Bulgini l’11 novembre alle ore 11 presenta la performance “Hairetikos, IPERBOLE” negli spazi degli ex Fabbricanti d’Immagine nel borgo storico di Barriera di Milano.
L’azione appartiene al ciclo Hairetikos (colui che sceglie contro ogni dogma) che dal 2001 Bulgini porta avanti come manifesto futuribile e si inserisce perfettamente nella concettualità di un lavoro caratterizzato dall’indagine sul pensiero laterale, il pensiero eretico, laddove la figura dell’ IPERBOLE in entrambe le sue accezioni (retorica e geometrica) rappresenta parabola deviata rispetto alle soluzioni lineari, il salto rispetto alla retta, la ricerca espressa attraverso un modo di pensare unico, soggettivo, diverso.
L’azione si svolge nel segno dell’IPERBOLE, figura retorica che indica il passare la giusta misura, l’esagerazione della comunicazione e della narrazione la cui figura retorica contraria è l’understatement.
In Cartesio tramite l’IPERBOLE si può raggiungere il nucleo simbolico e inesprimibile della verità. L’IPERBOLE è essenziale perché “dice quello che ho veramente da dire” portando al di là delle parole; l’IPERBOLE riassume tutte le figure, rivelando la loro funzione: “esprimere quello che le parole non possono dire”. La verità ha bisogno di una tendenza al superamento, di una curva che si innalza, senza mai dimenticare né gli impulsi che la generano né il contenuto inesprimibile di ciò verso cui tende.
Bulgini produce rumore utilizzando degli oggetti semplici, inerti; produce rumore percuotendoli, dando loro enfasi, con violenza, per far sì che per un attimo soddisfino una necessità sentimentale di espressione; produce rumori nell’eccesso e nella ferocia di un gesto ripetuto.
L’artista si avvale di strumenti che trova, di scarti, raccoglie e suona ciò che apparentemente non emette alcun suono, dà voce a quello che apparentemente non ne ha invitandoci ancora una volta ad oltrepassare la soglia del visibile.
Gli elementi, per essere percossi, sono infilzati da un’asticella (la retta) che li attraversa delimitandone il baricentro, la percussione emette un suono, l’oggetto tramite il suono raggiunge un più ampio respiro e si innalza creando la sua parabola deviata. Gli oggetti sono bloccati, ma il suono si libera oltrepassando i confini fisici. L’asta è quindi il limite che deve essere superato. Il suono, la percussione, l’afflato, riportano in vita gli oggetti. Tramite l’enfasi del gesto dell’artista il salto è tentato, la macchina dell’arte produce energia come uno strumento meta-scientifico, l’ azione dell’artista demiurgo si compie nella magia del rito poiché “ogni volta che un'azione sia generata da una forza, anche infinitesimale, il bilancio cosmico viene alterato ed il moto universale ne risente degli effetti”.
è meglio un cerchio, un' ellisse - linee perfettamente «conchiuse» - o una IPERBOLE con la sua linea che volge all' «infinito»?