Alessandro Calizza – Don’t let them catch us
L’opera che presenta per questa occasione si intitola Don’t let them catch us, quadro animato che, attraverso minimi o impercettibili movimenti, ottenuti grazie alle videoproiezioni realizzate da Simone Memè, sfrutta le illusioni della percezione fisica per descrivere la nostra incapacità di cogliere una realtà pura, in una continua incongruenza tra ciò che realmente è e ciò che ne intuisco.
Comunicato stampa
Negli appuntamenti settimanali della Galleria Opera Unica, si inserisce il percorso suggestivo ed allegorico di Alessandro Calizza -giovane pittore impegnato in parallelo con l’esposizione Surreality Show presso L’Officina delle Zattere a Venezia- in mostra a Roma dal 18 al 24 marzo. L’inaugurazione, anziché coincidere con il primo giorno di apertura, è decisa per il 21 marzo, ore 18.30, in sinergia con SAVE THE BEAUTY | TARANTO CHIAMA ITALIA > ITALIA RISPONDE progetto ideato e strutturato dalla Galleria Rossocontemporaneo di Taranto.
L’opera che presenta per questa occasione si intitola Don't let them catch us, quadro animato che, attraverso minimi o impercettibili movimenti, ottenuti grazie alle videoproiezioni realizzate da Simone Memè, sfrutta le illusioni della percezione fisica per descrivere la nostra incapacità di cogliere una realtà pura, in una continua incongruenza tra ciò che realmente è e ciò che ne intuisco. In uno scenario quasi marziano, abitato da lunghi vermi variopinti, tra sassi che volano proiettando dense ombre, e liane che spuntano dal terreno; in questo mondo “parallelo” che sembra andare al contrario, è dato interrogarsi sulle costrizioni cui siamo continuamente sottoposti, su disinganno e trasformazione. “Non lasciare che ci prendano è inteso come primo passo per poter reagire a un sistema (sociale, culturale, familiare, personale) che non condividiamo… la priorità è non restarne vittima, da lì si può iniziare a pensare ad una strada alternativa da percorrere, la propria, quella che si desidera davvero...” (Alessandro Calizza).
I due paradigmi all’interno dei quali si libera la sua poetica sono i codici antitetici della parabola, intesa come racconto esemplificativo ed insegnamento “morale”, e del videogame, simulazione in potenza dinamica, di cui eredita la logica consequenziale a tappe e l’impostazione concettuale, resi struttura organica grazie ad un linguaggio, quello del Pop Surrealism, in grado di sintetizzare armonicamente entrambe le esperienze. Le sue visioni impreviste ed emblematiche sono metafore iridescenti, provenienti dal sogno e dal patrimonio genetico collettivo, di un quotidiano comune, con le sue contraddizioni, conquiste ed illusioni; ogni tela è una storia, breve cammino di risveglio ed autoconoscenza.