Alessandro D’ambrosio – Le Bandiere Navali
In questa esposizione Alessandro D’Ambrosio ha voluto riproporre attraverso lo strumento dell’arte contemporanea, un’attenzione verso la simbologia delle bandiere nautiche.
Comunicato stampa
In questa esposizione Alessandro D’Ambrosio ha voluto riproporre attraverso lo strumento dell’arte contemporanea, un’attenzione verso la simbologia delle bandiere nautiche. Oggi la tecnologia con i suoi complicati strumenti elettronici ha offuscato i vecchi metodi di comunicazione a favore di un linguaggio freddo che ha soppiantato i colorati codici visivi. La grafica delle bandiere che ci propone Alessandro D’Ambrosio esalta i veri simboli di comunicazione navale; le tele, anche sovrapposte, sono eseguite con una tecnica che rafforza il messaggio che rappresenta. Ottenendo un effetto ottico di profondità e un movimento, l’artista rievoca lo sventolare delle bandiere al vento, esprimendosi autenticamente verso un recupero della tradizione marinara.
L'etica navale si fonda nelle tradizioni di solidarietà, di comportamento, di rispetto, di consuetudini, molto spesso tradotta e codificata nel diritto internazionale, ma da sempre valorizzata
solo dal comune sentire della "gente di mare”.
Tramandata nel patrimonio delle superstiti conoscenze marinare, interiorizza la cultura del rispetto incondizionato per il mare.
Mare aperto significa libertà:
libertà di navigazione,
libertà di esercitare i commerci, libertà di sfruttare le risorse, libertà di godere la natura.
Libertà…, ma anche rispettoso timore per gli imprevisti e i pericoli che esso riserva a chi vi si avventura, consapevole audacia a
una sfida misurata e ragionata con se stesso e con le proprie possibilità.
I naviganti di tutti i tempi hanno sempre avvertito la necessità di adottare dei metodi che rendessero possibile comunicare, almeno a distanza visiva, tra le imbarcazioni, al fine di scambiarsi quei messaggi urgenti che consentissero una maggiore sicurezza in mare.
I primi tentativi per codificare tali metodi di segnalazione, si ebbero verso la fine del XVII secolo per merito delle Marine militari che, più di quei mercantili, ne avvertivano la necessità e l’urgenza.
Si svilupparono, così, vari codici di segnalazione, comprensibili solo dalle navi appartenenti alla stessa marina; con il trascorrere del tempo e con lo sviluppo dei traffici mercantili navali, si avvertì la necessità di realizzare un codice internazionale comprensibile da tutti, indipendentemente dalla diversità del linguaggio nazionale.
Alla fine dell’Ottocento si ebbero i primi codici internazionali che, con l’evolversi della tecnologia, si adeguarono alle mutate esigenze della navigazione marittima.
I segnali previsti dal codice possono essere trasmessi con i più svariati mezzi di comunicazione che vanno dai più antichi effettuati con bandiere, alle segnalazioni basate su lampi di luce con i simboli dell’alfabeto Morse, alle segnalazioni sonore per arrivare alle più moderne basate sulla radiotelegrafia, radiotelefonia, ecc.
Il Codice Internazionale dei Segnali prevede un complesso di quaranta bandiere, ventisei del quale individuano le lettere dell’alfabeto internazionale, dieci individuano i numeri dallo zero al nove, tre sono bandiere ripetitrici per le lettere doppie e una detta intelligenza, rappresenta la bandiera distintiva del Codice Internazionale dei Segnali.
Le quaranta bandiere sono confezionate con stoffa di cinque colori diversi: bianca, azzurra, rossa, gialla e nera, a strisce orizzontali, verticali o oblique, in modo da formare combinazioni di colori e configurazioni facilmente distinguibili.